19 Jun, 2025 - 18:49

Squarta elogia l’arresto a Perugia: “Operazione di straordinaria efficacia investigativa”

Squarta elogia l’arresto a Perugia: “Operazione di straordinaria efficacia investigativa”

Nel cuore di Perugia, dove il tessuto urbano si mescola al silenzio discreto delle province, un’operazione antiterrorismo ha portato alla ribalta un episodio che scuote la percezione della sicurezza nazionale. È qui che un ventenne, apparentemente integrato e privo di precedenti, è finito al centro di un’inchiesta che apre scenari inquietanti sulla penetrazione del radicalismo islamista anche nei contesti più insospettabili.

A scandire il peso dell’operazione, le parole nette di Marco Squarta, europarlamentare umbro, che ha voluto pubblicamente ringraziare chi ha lavorato all’indagine, mettendo in primo piano la necessità di tenere alta la vigilanza contro ogni forma di fanatismo.

Si addestrava online alla fabbricazione di bombe: sequestrati computer e file criptati

L’indagato è un ragazzo di circa venti anni, di origine marocchina ma cresciuto in Umbria. Secondo gli inquirenti non risultano suoi precedenti penali: per questo motivo la sua vicenda "dimostra quanto sia insidiosa la radicalizzazione", avverte lo stesso procuratore Cantone. Il sospetto era considerato "appartenente organicamente" all’ideologia dello Stato Islamico e "particolarmente abile con le nuove tecnologie". Secondo l’europarlamentare FdI Marco Squarta – che ha seguito il caso in veste politica – il giovane era "apparentemente integrato e senza precedenti", segno della capacità degli estremisti di reclutare soggetti socialmente inseriti.

Dalle indagini emerge inoltre che il 20enne dialogava con ambienti jihadisti internazionali: era in contatto diretto con un militante dell’ISKP (frangia Isis in Khorasan) presente in campi di addestramento, con cui condivideva un "piano segreto" e con il quale progettava un viaggio per unirsi alle file dei combattenti.

L’indagine coordinata dal procuratore Cantone e dalla Procura nazionale antiterrorismo

L’operazione antiterrorismo è nata dallo screening di chat e forum jihadisti, attività rientrante nel "monitoraggio del web" condotto dal ROS. Gli investigatori spiegano che il sospetto utilizzava applicazioni di messaggistica per diffondere materiale di propaganda islamista e perradicare la jihad: perquisizioni e analisi informatiche hanno confermato che egli aveva postato contenuti "propagandistici e istigatori" riconducibili allo Stato Islamico. Dagli accertamenti è emersa la chiara volontà del giovane di aderire fisicamente all’ISKP nel Khorasan (territori di Afghanistan e Asia centrale) e di organizzare attentati in Italia o in Europa.

A tal fine si stava addestrando da autodidatta alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali, seguendo istruzioni reperite su canali ufficiali dell’Isis. Le forze dell’ordine continuano ora ad analizzare il materiale recuperato (video, file criptati, chat) per individuare complici e legami con le reti terroristiche internazionali.

Squarta (FdI): "Operazione esemplare, lo Stato ha vinto contro il fanatismo"

La notizia dell’arresto ha suscitato forte attenzione politica. Fratelli d’Italia, partito di appartenenza del parlamentare umbro Marco Squarta, ha espresso parole di elogio verso l’operazione. Squarta ha definito l’arresto "un atto di straordinaria efficacia investigativa" condotto con "tempestività e rigore" dal ROS, dalle autorità giudiziarie di Perugia (procuratore Cantone) e dalla Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Secondo l’eurodeputato, grazie a questo sinergico lavoro dello Stato si è "vinto" il tentativo di terrorismo nel cuore dell’Italia. Squarta ha però avvertito che il caso dimostra quanto la radicalizzazione possa colpire "anche chi è integrato e senza precedenti", e ha invocato misure legislative più severe e il rafforzamento di intelligence e cooperazione internazionale per la sicurezza.

A livello locale, la consigliera comunale di Perugia Margherita Scoccia (sempre di FdI) ha ringraziato l’Arma per la "professionalità e coraggio" dimostrati, sottolineando che la minaccia jihadista richiede "massima attenzione" e che l’episodio riporta "la questione sicurezza al centro del dibattito" regionale. Nessuna formazione politica ha finora cercato polemiche, mentre le istituzioni prefettizie mantengono alta la guardia.

In Umbria cresce l’allerta su radicalizzazione e jihadismo via web

Il caso del ventenne arrestato si inserisce in un quadro più ampio di vigilanza anti-terrorismo in Umbria e in Italia. A inizio giugno, ad esempio, un’altra operazione a Perugia aveva portato alla cattura di un 24enne italiano indagato per analoghi reati. Le autorità sottolineano che la regione, pur essendo periferica per questioni geopolitiche, non è esente da processi di proselitismo online. In tutta Italia si è ormai abituati a jihadisti che si auto-radicalizzano tramite social media e chat segrete, reclutando potenziali terroristi a distanza. Le forze dell’ordine ribadiscono che il contrasto al terrorismo resta "una priorità assoluta": come ha evidenziato lo stesso comunicato della Procura, l’operazione di Perugia dimostra la "vigilanza costante" delle istituzioni nella prevenzione di ogni minaccia violenta.

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Francesca Secci
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