L'ultimo report statistico sulla popolazione umbra pubblicato a giugno dell'anno scorso fornisce un quadro puntuale sulla situazione demografica della regione. Ed è tutt'altro che rosea. Al primo gennaio 2024 la popolazione residente era di 854.378 persone, in calo dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Se in Umbria il numero dei decessi si va contraendo, con donne e uomini che diventano più longevi, le nuove nascite invece sono sempre meno.
Nel 2023 si è toccato il minimo storico con soltanto 4.758 nuovi nati, il peggior dato di sempre. E nonostante il flusso migratorio verso la regione si mantenga costante, questo da solo non basta a invertire la tendenza. Lo spopolamento è già in atto e interi Comuni rischiano nel giro di qualche anno di rimanere deserti. Sulla questione in più occasioni è intervenuta la politica e in ultimo, anche il consigliere regionale del PD Francesco Filipponi che in merito ha annunciato che presenterà una mozione.
Filipponi chiede di "adottare un piano strategico regionale per il contrasto dello spopolamento nei comuni della regione, che individui le priorità di intervento e le risorse da destinare a tale scopo, con particolare attenzione alle specificità territoriali dei comuni e delle aree rurali afferenti ai comprensori delle province di Terni e Perugia".
Quello dello spopolamento, sottolinea il consigliere dem, è un fenomeno "che sta interessando, in modo sempre più preoccupante, numerosi territori della nostra regione e le proiezioni dell'ultimo studio Aur prevedono una riduzione della popolazione sempre più rapida".
Lo spopolamento colpisce duramente e trasversalmente in tutta l'Umbria, sia nei centri minori che nelle città."Nella provincia di Perugia - sottolinea Filipponi - il problema non riguarda solo le zone interne, ma anche le città. Nella provincia di Terni, la situazione è ancora più critica e in alcuni comuni si parla ormai di 'desertificazione'".
Che non tiri una buona aria è evidente da almeno un decennio di saldi negativi della popolazione. Dopo il picco di nuovi nati raggiunto nel 2008 quando si arrivò a 8.271 il dato è naufragato attestandosi a poco più della metà nel 2023.
Ma non è solo la natalità a preoccupare. Sul piatto c'è anche l'emigrazione che sta interessando soprattutto i giovani che scelgono di andare altrove a cercare lavoro e stabilità. "Negli ultimi dieci anni dall'Umbria sono 'spariti' 15mila 420 giovani, quanto l'intera popolazione di Todi" sottolinea Filipponi.
Come rendere attraenti i piccoli e spesso pittoreschi Comuni e borghi dell'Umbria? Non esiste una formula semplice e si dovrà lavorare congiuntamente su più fronti.
Filipponi parla di impegno nella promozione della "diversificazione economica dei comuni a rischio di spopolamento, a potenziare l'accesso ai servizi essenziali quali la sanità, l'istruzione, i trasporti e la connettività digitale, a monitorare costantemente l'efficacia delle misure adottate e a valutare l'opportunità di introdurre ulteriori interventi".
Ad accentuare il fenomeno dello spopolamento sull'Umbria pesano anche gli effetti del terremoto. Quello del 2016 ha lasciato inabitate intere aree perché le abitazioni erano crollate o inagibili e intere famiglie sono state costrette ad abbandonarle. Eppure, con la ricostruzione che avanza c'è chi fa ritorno a casa.
Proprio come è accaduto a Cascia lo scorso Natale quando dieci famiglie sono rientrate nelle loro case, completamente ristrutturate e ricostruite, a otto anni di distanza dagli eventi sismici. Un regalo accolto con profonda commozione non solo dai diretti interessati ma dalla comunità intera come un segnale concreto di ripartenza. Un'evideza di come gli stanziamenti per la ricostruzione negli anni stiano dando e continuino a dare importanti risultati.