12 Jul, 2025 - 21:00

Spoleto, uomo di 52 anni aggredisce un poliziotto: scattano le manette

Spoleto, uomo di 52 anni aggredisce un poliziotto: scattano le manette

Un normale pomeriggio si è trasformato in un incubo per i clienti di un ristorante di Spoleto. Un uomo di 52 anni, già gravato da numerosi precedenti penali e sottoposto a una misura restrittiva con obbligo di dimora nelle ore serali, ha infranto ogni limite. Dopo aver disturbato i presenti con musica ad alto volume e frasi provocatorie, ha minacciato gli agenti intervenuti per calmarlo e ne ha colpito uno durante la colluttazione. È stato arrestato e condotto ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. La Polizia ha anche perquisito la sua abitazione alla ricerca di un’arma che l’uomo sosteneva di possedere.

Il caos nel locale: clienti costretti ad allontanarsi

La vicenda è cominciata con una serie di segnalazioni da parte dei cittadini e di alcuni clienti presenti all’interno del locale. L’uomo, evidentemente alterato, ha iniziato a infastidire i presenti con atteggiamenti molesti, urlando frasi provocatorie e diffondendo musica a volume elevatissimo attraverso dispositivi personali. La situazione, inizialmente tollerata con disagio, è degenerata nel giro di pochi minuti, tanto da costringere i clienti ad abbandonare il ristorante.

L’esercizio pubblico, noto e frequentato nella zona, si è svuotato rapidamente. Il personale ha allertato le forze dell’ordine temendo che l’uomo potesse passare a gesti più pericolosi. Quando gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Spoleto sono giunti sul posto, la situazione era già fuori controllo.

Le minacce agli agenti e l’aggressione

L’uomo non ha mostrato alcuna intenzione di collaborare. Anzi, ha immediatamente assunto un atteggiamento ostile nei confronti degli agenti, minacciandoli verbalmente. In un crescendo di tensione, ha affermato di essere in possesso di un’arma da fuoco custodita nella propria abitazione. Le sue parole hanno fatto scattare il protocollo di massima cautela: si è temuto che potesse davvero essere armato o comunque pericoloso per sé e per gli altri.

Nel tentativo di contenere la situazione, gli agenti hanno cercato di calmarlo e di riportarlo alla ragione, ma il 52enne ha opposto resistenza e, nel parapiglia che ne è seguito, ha colpito uno dei poliziotti. Solo grazie all’arrivo di rinforzi si è riusciti a bloccarlo e a condurlo presso gli uffici del Commissariato per l’identificazione e i primi accertamenti.

L’uomo era sottoposto a obbligo di dimora

Già in passato il soggetto era stato destinatario di provvedimenti restrittivi. I controlli successivi all’arresto hanno infatti confermato che l’uomo era attualmente sottoposto a obbligo di dimora con permanenza obbligatoria presso la propria abitazione, una misura che aveva violato nel momento stesso in cui si trovava all’interno del locale.

Inoltre, la perquisizione domiciliare effettuata dalle forze dell’ordine non ha dato riscontro alla presenza dell’arma da fuoco di cui l’uomo aveva parlato durante l’aggressione. Nessun elemento è stato trovato che possa far pensare a un possesso illecito. Le minacce e l’aggressione a pubblico ufficiale rimangono circostanze gravi.

L’arresto è stato formalizzato al termine degli accertamenti, e il 52enne è stato ricondotto nella propria abitazione, dove ora si trova in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida da parte del giudice.

Cosa rischia ora il 52enne: il quadro penale

Dal punto di vista giuridico, la posizione dell’uomo è particolarmente delicata. Le accuse al momento ipotizzate dalla Procura potrebbero includere:

  • Resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (art. 336 e 337 c.p.): un reato punito con una pena fino a 5 anni di reclusione, aggravata dalla lesione fisica inferta all’agente;
  • Minaccia a pubblico ufficiale (art. 336 c.p.): può prevedere fino a 3 anni di carcere;
  • Violazione dell’obbligo di dimora: se commessa con reiterazione e in un contesto di pericolosità sociale, può determinare un aggravamento delle misure cautelari, fino alla custodia in carcere.

Il giudice dovrà ora valutare se mantenere i domiciliari o disporre una misura più severa. Tutto dipenderà dalla gravità dei precedenti e dalla pericolosità attuale del soggetto.

 

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Lorenzo Farneti
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