10 Oct, 2025 - 20:00

Spoleto, torna il punto nascita all'ospedale: avviata la riattivazione in deroga

Spoleto, torna il punto nascita all'ospedale: avviata la riattivazione in deroga

La riattivazione in deroga del punto nascita dell’ospedale “San Matteo degli Infermi” di Spoleto entra ufficialmente nell’agenda della sanità umbra. Il direttore generale dell’Asl 2 Roberto Noto ha avviato l’iter presso la Direzione regionale Salute su impulso della presidente della Giunta regionale Stefania Proietti.

L’obiettivo è restituire un presidio essenziale a un’area vasta e fragile, riducendo tempi di percorrenza spesso superiori a un’ora per raggiungere il primo reparto di ostetricia disponibile. È una partita che intreccia sicurezza materno‑infantile, diritto alla prossimità delle cure e tenuta demografica dei territori interni.

Perché la riattivazione del punto nascita all'ospedale di Spoleto è strategica per la Valnerina

Nel documento di richiesta si sottolinea come il presidio spoletino, incardinato nella rete ospedaliera regionale Dea di I livello, sia punto di riferimento non solo per la città ma per l’intero distretto della Valnerina: un’area ampia per estensione, segnata da spopolamento e disagi strutturali, e inclusa nel cratere sismico del 2016.

Oggi molte comunità della zona impiegano oltre 60 minuti – la soglia ritenuta massima in sicurezza per una partoriente – per raggiungere Foligno, che è il punto nascita più vicino. La riapertura a Spoleto riporterebbe quei tempi “abbondantemente” sotto tale limite, ricucendo una frattura nell’accesso ai servizi: non un dettaglio, ma una condizione che incide direttamente sulla salute di madri e neonati e sulla vivibilità dei centri montani.

Come siamo arrivati fin qui: dal Covid alla richiesta di deroga

Il punto nascita spoletino ha sospeso l’attività nell’ottobre 2020 per la parziale e temporanea riconversione a ospedale Covid. Da allora, le donne che avrebbero afferito a Spoleto sono state indirizzate su Foligno, Terni e Perugia. Cinque anni dopo, la Regione avvia la procedura per ottenere la deroga alla soglia ministeriale dei 500 parti annui, richiamando “necessità orogeografiche oggettive” e la funzione di presidio di prossimità.

Il percorso amministrativo prevede il passaggio alla commissione regionale competente, che dovrà esprimere un parere prima dell’invio formale al Ministero della Salute: l’ultima parola spetta a Roma. È un iter tecnico, ma con una valenza politica e sociale evidente: riportare il parto in sicurezza a distanza ragionevole dalle comunità della Valnerina.

Investimenti in corso: personale, reparti e PNRR

La riattivazione del punto nascita si inserisce in un progetto più ampio di valorizzazione del “San Matteo degli Infermi”. Negli ultimi mesi sono arrivati segnali concreti: la nomina del facente funzione alla guida della struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia (vacante dal 1° ottobre), il potenziamento della dotazione di dirigenti anestesisti, e la previsione di nuove assunzioni di infermieri e operatori socio‑sanitari.

Nel piano rientra anche la riattivazione della Cardiologia e l’incremento delle attività di chirurgia robotica, tasselli che rafforzano la capacità dell’ospedale di gestire percorsi complessi e integrazione multispecialistica. In parallelo avanzano i cantieri finanziati dal PNRR: la Casa di comunità è in dirittura d’arrivo e sono pronti a partire i lavori di rinnovamento del Pronto soccorso. Se letti insieme, questi interventi disegnano un presidio più moderno, attrattivo per professionisti e affidabile per i cittadini.

Sicurezza, prossimità e coesione: cosa cambia per le famiglie

La riapertura del punto nascita non è solo una questione organizzativa, significa ridurre rischi clinici legati a trasferimenti lunghi in caso di urgenze ostetriche, garantire un’assistenza perinatale di qualità vicino a casa e sostenere la scelta di restare nei paesi della Valnerina. In questi territori la sanità di prossimità è anche un fattore di coesione: convince le giovani coppie a non spostarsi altrove, sostiene i comuni nello sforzo di ripopolamento post‑sisma e rimette al centro il diritto a nascere, e far nascere, in sicurezza. È il senso profondo della deroga: adattare le regole a contesti orografici particolari, senza arretrare sugli standard di qualità.

Punto nascita all'ospedale di Spoleto, al via la riattivazione: le prossime tappe

Una volta acquisito il parere regionale e trasmessa la pratica al Ministero, sarà cruciale dimostrare la sostenibilità del servizio sul piano del personale e dei volumi. Gli innesti annunciati su anestesia, l’assetto di Ginecologia‑Ostetricia e i percorsi nascita integrati con Pediatria e Terapia intensiva neonatale di riferimento saranno determinanti per garantire sicurezza h24. Parallelamente, servirà una strategia di reclutamento stabile – magari con incentivi mirati per aree interne – per evitare riaperture “a singhiozzo”. La posta in gioco è alta: trasformare un’istanza amministrativa in un servizio concreto, continuo e ben radicato nel territorio.

AUTORE
foto autore
Giorgia Sdei
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE