30 Apr, 2025 - 20:00

Spoleto, 33enne condotto in carcere: ha tagliato e danneggiato il braccialetto elettronico

Spoleto, 33enne condotto in carcere: ha tagliato e danneggiato il braccialetto elettronico

Si toglie il braccialetto elettronico e finisce in carcere. Questo è capitato a un 33enne che era ai domiciliari per maltrattamenti che avrebbe manomesso più volte il braccialetto e aggredito la madre. I Carabinieri della Compagnia di Spoleto lo hanno messo in manette e il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere.

Manomette il braccialetto elettronico: arrestato

I Carabinieri della Compagnia di Spoleto hanno arrestato un 33enne, ritenuto responsabile del reato di danneggiamento del cosiddetto “braccialetto elettronico. L'uomo era in regime cautelare per il reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della compagna.

L'uomo avrebbe, intenzionalmente, tagliato con un coltello il dispositivo elettronico di controllo che gli era stato applicato da circa 4 mesi. Si tratta di una violazione delle prescrizioni imposte dal regime degli arresti domiciliari.

Non un episodio isolato

Il 33enne sarebbe recidivo. I Carabinieri erano dovuti intervenire, lo scorso mese, nella casa dell'uomo, a seguito di una segnalazione di violenza domestica da parte della madre 72enne.

In quel caso, la violenza avvenne nei confronti della genitrice: il figlio le avrebbe lanciato contro alcuni vasi nel bel mezzo di un litigio, prima di  manomettere il braccialetto elettronico e allontanarsi senza autorizzazione. Al suo rientro, l'uomo scoprì di essere stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i delitti di evasione e maltrattamenti.

Non bastano più i domiciliari

In questa situazione l'uomo ha, persino, tagliato il braccialetto elettronico per violare le restrizioni che gli erano state imposte.

Proprio a seguito di questi due episodi, il Giudice del Tribunale di Spoleto, tenuto conto dell’elevato rischio di reiterazione dei reati, ha convalidato l’arresto e contestualmente disposto l’aggravamento della misura cautelare e l’accompagnamento in carcere.  

Non è stata, infatti, ritenuta più adeguata la misura degli arresti domiciliari, in un così delicato ambito, costituito da prescrizioni in materia di “Codice rosso”, ove è necessario assicurare la tutela delle vittime e prevenire la consumazione di ulteriori condotte illecite.

Maltrattamenti in famiglia: cosa dice la legge

Il reato di maltrattamenti in famiglia nell'ordinamento italiano è regolato dall’articolo 572 del Codice Penale e la pena prevista per chi li commette va da un minimo di due a un massimo di 24 anniChiunque maltratti una persona della propria famiglia o comunque convivente, o ancora sottoposta alla propria autorità […] rischia da tre a sette anni di carcere".

Nel caso sopra riportato, oltre all'abuso di alcol e sostanze, vi è l'aggravante dovuto alla condizione di disabilità della madre che ha subito i maltrattamenti. "La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità o ancora, se il fatto è commesso con armi.

Se dai maltrattamenti derivano lesioni personali, la pena è inasprita fino ad arrivare a un massimo di ventiquattro anni nel caso gravissimo, in cui il maltrattamento fosse causa di morte della persona che lo subisce. Anche il minore che dovesse assistere al maltrattamento, è da considerarsi persona offesa.

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Emanuele Landi
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