30 May, 2025 - 09:22

Scuola, l'Umbria dice no al taglio voluto dal Ministero. Barcaioli: "Difendiamo i presidi educativi dei territori"

Scuola, l'Umbria dice no al taglio voluto dal Ministero. Barcaioli: "Difendiamo i presidi educativi dei territori"

La Regione Umbria si schiera nuovamente contro il piano nazionale di dimensionamento scolastico, ribadendo con forza il proprio "no" alla proposta del Ministero dell’Istruzione che prevede, a partire dall’anno scolastico 2026/2027, una nuova riduzione del numero delle autonomie scolastiche. Dopo aver già bocciato il provvedimento nella sede della X Commissione Istruzione, Università e Ricerca, l'Umbria ha confermato la propria posizione anche in Conferenza Stato-Regioni, affiancata da Toscana, Emilia Romagna e altre quattro Regioni contrarie.

Al centro del dissenso c'è una questione di metodo e merito. Il Ministero ha utilizzato criteri uniformi e previsionali per stabilire il numero massimo di istituzioni scolastiche per ciascuna Regione, ignorando però i dati reali relativi alle iscrizioni effettive, che in Umbria risultano significativamente più alti. Il risultato è un taglio ritenuto ingiustificato e penalizzante, soprattutto per le aree interne e montane dove, spesso, la scuola rappresenta l’unico presidio culturale e sociale.

La posizione della Regione: "Nessun passo indietro sulla scuola"

"Dietro il linguaggio dei numeri si nasconde una scelta che colpisce la sostanza della scuola pubblica", ha dichiarato l’assessore regionale all’Istruzione Fabio Barcaioli. "Qui non parliamo di riorganizzazione ma di un taglio di opportunità educative, di presidi democratici e di futuro, che andrebbe a colpire in particolar modo le aree interne e montane".

Il piano del Ministero, anche dopo l’aggiornamento dei dati demografici, non prevede per l’Umbria alcun incremento delle autonomie scolastiche, lasciando invariato il tetto a 130 istituzioni. Una scelta che stride con quanto accaduto in altre Regioni, dove è stato riconosciuto un aumento, pur minimo, delle autonomie sulla base delle stime aggiornate. Una disparità che la Giunta guidata da Stefania Proietti non intende accettare passivamente.

L'assessore Barcaioli aggiunge: "La difesa della scuola non può essere subordinata a logiche centralistiche. Non arretreremo di un passo, la dignità dei territori, il valore delle relazioni educative e il diritto allo studio non si comprimono per decreto".

Pronti al ricorso: il TAR come ultima strada

Di fronte al mancato ascolto e all'assenza di correttivi, la Regione Umbria valuta ora la strada del ricorso amministrativo. Se il decreto non verrà modificato, sarà impugnato davanti al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Una scelta che, nelle intenzioni della Giunta, non ha valenza meramente giuridica, ma rappresenta una presa di posizione politica e culturale a difesa dell’istruzione pubblica come bene comune.

"Ogni scuola che chiude è un pezzo di società che si indebolisce", afferma caustico Barcaioli nel post Conferenza Stato-Regioni sottolineando come il tema riguardi non solo la quantità dei plessi scolastici presenti in Umbria, ma anche la qualità della vita nelle comunità minori del territorio. "Con questo ennesimo atto, la Regione riafferma il proprio impegno per un modello di istruzione che tenga conto della geografia umana dell’Umbria".

Il dibattito resta acceso e potrebbe allargarsi ad altri livelli istituzionali, coinvolgendo rappresentanti parlamentari e amministrazioni locali. Quel che è certo, è che l’Umbria non intende arretrare: la scuola, secondo la Regione, è un'infrastruttura civile, non una voce di bilancio su cui risparmiare.

Inclusione e partecipazione: le nuove linee guida 2026-2029

A rafforzare questa visione arriva anche l’approvazione delle linee guida per la programmazione scolastica 2026-2029, che mettono al centro inclusione, partecipazione e sostenibilità. La Giunta ha delineato un documento strategico che verrà sottoposto all’Assemblea legislativa e che punta a un modello di scuola costruito attraverso un dialogo costante con i territori.

"Le decisioni non verranno calate dall’alto, ma si costruirà insieme un progetto condiviso di scuola", ha ribadito l’assessore Barcaioli. L’obiettivo è una scuola che risponda ai bisogni reali delle comunità locali, soprattutto in aree dove il tessuto educativo è anche collante sociale.

Nel solco di questa visione si inserisce anche un’importante misura per l’estate 2025. Con un finanziamento di 500mila euro, la Regione - nell'ambito del Programma Regionale Umbria FSE+ 2021-2027 - ha avviato un programma per garantire l’inclusione dei minori con disabilità nelle attività estive, dai centri educativi ai laboratori ricreativi. 

L’Umbria, insomma, non si limita a difendere la scuola: ne rilancia il ruolo come leva di coesione e strumento di equità sociale.

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Giorgia Sdei
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