24 Apr, 2025 - 13:15

Scioperi Gls: Bandecchi e Cardinali soddisfatti per la riapertura delle trattative

Scioperi Gls: Bandecchi e Cardinali soddisfatti per la riapertura delle trattative

È tornata a respirare la trattativa tra i lavoratori della Gls di Terni e l'azienda che gestisce il servizio in franchising. Dopo giorni di tensione, scioperi a oltranza e un presidio permanente davanti ai cancelli della sede di Maratta, il confronto si è riaperto con il contributo decisivo dell’amministrazione comunale. Ma ciò che emerge va ben oltre la contingenza: la vertenza Gls racconta una storia più ampia, quella di un settore, quello della logistica, divenuto simbolo delle distorsioni del mercato del lavoro italiano.

Il sindaco Stefano Bandecchi e l’assessore allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali hanno scelto di esporsi apertamente, pur ribadendo il loro ruolo super partes. "Non spetta a noi entrare nella trattativa  ma siamo soddisfatti di aver dato un contributo fattivo per la riapertura delle relazioni sindacali tra l'azienda e i lavoratori", hanno dichiarato in una nota. Una pressione politica, quella dell’amministrazione ternana, che ha costretto l’azienda e i vertici nazionali di Gls – oggi controllata dal gruppo ceco EPH – a prendere atto dell’impatto della protesta: un danno d’immagine in una regione già provata da una lunga crisi industriale.

Sciopero lavoratori Gls: diritti in bilico, salari falcidiati e sicurezza dimenticata

La protesta dei lavoratori non nasce dal nulla. A Terni, come in molte altre aree dell’Italia centrale, la logistica è divenuta terreno fertile per forme contrattuali deboli, subappalti opachi e condizioni di lavoro sempre più fragili. I dipendenti in presidio denunciano tagli in busta paga fino a 400 euro, la cancellazione della copertura sanitaria, l’utilizzo quotidiano di furgoni in condizioni disastrose.

Il cuore del problema sta proprio qui: un sistema a cascata di appalti e subappalti che frammenta la responsabilità e lascia i lavoratori soli davanti alla precarietà. Molti lavoratori lamentano l’impossibilità di interfacciarsi direttamente con i veri responsabili, a causa della presenza di numerose società intermediarie che rendono opaco il sistema di appalti. Ed è anche per questo che la vicenda ternana assume una portata simbolica. 

L’amministrazione comunale si schiera dalla parte dei lavoratori

Il Comune di Terni ha scelto di non restare spettatore. Dopo aver incontrato la delegazione dei lavoratori e aver raccolto le istanze del presidio, l’amministrazione ha fatto pressione sulla Gls e sulle aziende coinvolte, ottenendo la riapertura del tavolo di trattativa. Il sindaco Bandecchi è netto: “Questa amministrazione si schiera dalla parte dei lavoratori che chiedono il rispetto delle norme e dei contratti e che, con la loro legittima protesta, hanno posto all’attenzione di tutti le falle di un sistema, quello della logistica e dei trasporti, che non offre le dovute garanzie”.

Un incontro con il prefetto è già stato calendarizzato. Il Comune si è offerto anche come sede per la sottoscrizione dell’accordo tra le parti, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni. Ma la vertenza Gls non si chiude qui: resta da capire se da questo caso isolato potrà nascere un’azione sistemica, capace di incidere sulle storture strutturali di un settore troppo spesso abbandonato alle logiche del profitto a scapito dei diritti.

Un test per l’Umbria (e non solo)

La questione ternana è destinata a lasciare un segno. Perché non si tratta solo di stipendi mancanti o mezzi malandati, ma di una comunità che si interroga su quale modello economico voglia difendere. Le parole di Potere al Popolo – che ha espresso solidarietà ai lavoratori – riflettono un sentimento diffuso: “È grave che l’azienda, con l’obiettivo di non pagare ciò che gli spetta da contratto e con una condotta antisindacale, stia sostituendo le lavoratrici e i lavoratori in sciopero con lavoratori provenienti da altre sedi di fuori città".

L’Umbria è davanti a un bivio: accettare la deriva del lavoro povero o farsi laboratorio di un nuovo equilibrio tra impresa e diritti. Terni ha lanciato il primo segnale. Ora tocca alle istituzioni, ai sindacati e alla politica regionale raccogliere la sfida e costruire risposte che vadano oltre l’emergenza. 

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Giorgia Sdei
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