È un annuncio destinato a fare storia e a muovere masse di pellegrini: ad Assisi per la prima volta il corpo di San Francesco sarà presentato alla venerazione pubblica. L’ostensione, autorizzata dal Papa e resa nota oggi 4 ottobre, giorno in cui nella città umbra sono in corso i festeggiamenti del Patrono d’Italia, accompagnerà il cammino verso l’ottavo centenario della morte del Santo, trasformando per un mese la Basilica in un luogo di incontro tra fede, memoria e responsabilità civile.
La decisione rompe una consuetudine secolare: le spoglie, custodite nella cripta, saranno collocate ai piedi dell’altare papale della chiesa inferiore per consentire uno sguardo diretto, non mediato. È una scelta che parla alla spiritualità contemporanea – bisognosa di segni tangibili e non più solo di simboli – e al tempo stesso alla storia della Chiesa, che coniuga devozione e ricerca. L’ostensione non è solo rito: è un invito a interrogarsi sul lascito di San Francesco in un'epoca difficile come la nostra, soprattutto sulla pace, sulla cura del creato e sulla fraternità come antídoto alla polarizzazione sempre più dilagante.
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Il calendario è già definito: dal 22 febbraio al 22 marzo 2026. L’ingresso alla venerazione sarà gratuito ma regolato da prenotazione obbligatoria, con fasce orarie per evitare affollamenti e preservare il clima di raccoglimento. Il percorso prevede due modalità: visite di gruppo con guida di un frate – per un accompagnamento spirituale – e accesso individuale in silenzio. Sono previsti itinerari accessibili per persone con disabilità e assistenza dedicata lungo il tragitto interno alla Basilica.
Già da oggi sarà attivo il portale sanfrancescovive.org (in italiano e inglese), dove scegliere giorno e orario. L’impostazione è quella di un “pellegrinaggio ordinato”: strumenti digitali per programmare l’arrivo, coordinamento con le celebrazioni liturgiche e con i servizi della città. L’obiettivo è coniugare l’esperienza spirituale con una logistica chiara: meno code, più tempo per la preghiera.
Per secoli la sepoltura è rimasta celata sotto l’altare maggiore per scongiurare il rischio di trafugamenti. Il ritrovamento nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1818 ha riaperto la conoscenza del luogo e delle reliquie. Diverse ricognizioni, fino a quella del 2015, hanno confermato l’autenticità e promosso studi che tengono insieme fede popolare e indagine scientifica. Quel dialogo continua oggi nell’ostensione, che invita a una visione matura: venerare non significa possedere, ma lasciarsi interrogare.
Nel frattempo ad Assisi è in corso la celebrazione dedicata proprio a San Francesco che, dal prossimo anno, sarà festa nazionale. Dalle 9.00 di questa mattina il corteo ha raggiunto la Basilica con sindaci e presidenti di Regione, presenti anche la premier Giorgia Meloni e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Su impulso di Giuli è stata inaugurata la proiezione a grandezza naturale della vela di San Matteo sulla volta della chiesa superiore, a 28 anni dal sisma del 1997.
Alle 10.00 centinaia di fedeli hanno assistito alla celebrazione solenne in diretta su Rai 1 presieduta da mons. Camillo Cibotti, con il cardinale Ángel Fernández Artime e il vescovo Domenico Sorrentino. A seguire c'è stato il rito dell’olio per la Lampada dei Comuni e, alle 11.30, i messaggi dalla Loggia del Sacro Convento.
Nel pomeriggio, invece, ci saranno i Vespri pontificali con mons. Bruno Forte, la Benedizione all’Italia dal cupolino e canto del Cantico e, a seguire, la messa al Sacro Tugurio di Rivotorto in memoria di Francesco Dattini.
Dalla Loggia, intanto, la premier Giorgia Meloni ha rilanciato l’attualità del messaggio francescano: “San Francesco agita i cuori e non lascia indifferenti. La pace, ci ricorda Francesco, arriva quando la si costruisce, mattone dopo mattone, con ragionevolezza".