Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è arrivato a Todi per inaugurare i nuovi ascensori di Porta Orvietana. Nel suo intervento ha assicurato che il Governo sta lavorando "perché non ci sia alcun problema per i lavoratori e i pendolari umbri e perché non ci sia alcuna interruzione del servizio nel trasporto che arriva a Roma", annunciando un incontro con l’Autorità dei trasporti. La cerimonia ha riportato al centro dell’attenzione i disagi dei pendolari.
Il nuovo impianto comprende due cabine panoramiche da 15 posti che superano un dislivello di 22 metri in circa 14 secondi. Collegherà il parcheggio di Porta Orvietana con il centro storico e rientra in un progetto di riqualificazione che prevede un secondo impianto finanziato con il PNRR. Il parcheggio offre posti auto e stalli per camper e persone con disabilità; la riqualificazione dell’area ex Gesenu ne porterà altri.
L’intervento, costato 2,6 milioni di euro, ha coinvolto dieci professionisti e quindici imprese specializzate. Il sindaco Antonino Ruggiano definisce l’opera "un grandissimo passo per Todi" e la collega al recupero dell’anello pedonale e delle mura.
La sovrapposizione dei cantieri per il raddoppio della Orte–Falconara e per la chiusura temporanea dei binari 1 e 2 est di Roma Termini ha reso difficile l’estate 2025 per i pendolari umbri. Dal 6 agosto al 5 settembre molte corse sono state soppresse o sostituite con autobus, con tempi di viaggio fino a cinque ore per raggiungere Roma. Un viaggio tipo, raccontato dalla stampa, prevedeva cambio a Foligno, autobus per Terni e poi un nuovo treno per la capitale. La difficoltà nel prenotare i biglietti e i continui cambi di orario hanno generato ulteriore frustrazione.
Le sofferenze dei pendolari hanno riaperto il dibattito. Filt-Cgil chiede di fermare la privatizzazione di Ferrovie dello Stato e di mantenere i treni interregionali sulle linee veloci. Il segretario Ciro Zeno segnala che allungare ulteriormente i tempi di viaggio "distruggerà la vita delle persone" e sollecita un’azione congiunta delle istituzioni umbre.
In Parlamento la deputata Anna Ascani (Pd) ha denunciato che la chiusura di alcune banchine a Termini rischia di far saltare la fermata per i treni umbri; la deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli sostiene di essere riuscita a far ripristinare almeno alcune corse.
Nel discorso di Todi il ministro ha ricordato che l’ascensore fa parte di un più vasto programma di investimenti per l’Umbria. Tra questi c’è il “Nodo di Perugia”, che mira a migliorare l’accesso stradale e ferroviario al capoluogo regionale. Massimiliano Presciutti lo definisce "strategico non solo per l’Umbria ma per tutto il centro Italia" e chiede di presentarsi al Governo con una posizione unitaria; sottolinea che il costo del nodo è molto inferiore a quello del ponte sullo Stretto.
Il Comune di Perugia attende ancora un decreto ministeriale per avviare gli interventi sul nodo di Ponte San Giovanni e per completare la modernizzazione della Ferrovia Centrale Umbra e della nuova stazione di Collestrada. Salvini parla complessivamente di 2,5 miliardi di euro destinati alla regione per case popolari, fognature, strade e ferrovie, confermando che saranno i territori a decidere la destinazione finale dei fondi.
L’inaugurazione degli ascensori di Porta Orvietana è un gesto simbolico: dimostra che piccoli interventi possono migliorare la vita dei cittadini e invita a tenere alta l’attenzione sul tema della mobilità. I pendolari umbri, però, attendono azioni concrete che riducano davvero i tempi di percorrenza verso la capitale, finalmente.