10 Jun, 2025 - 19:00

Salute e sicurezza sul lavoro, Fumarola (Cisl): “Basta divisioni, servono risposte concrete”

Salute e sicurezza sul lavoro, Fumarola (Cisl): “Basta divisioni, servono risposte concrete”

La segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola rilancia da Perugia la centralità della sicurezza sul lavoro come priorità civile e sindacale, ma al tempo stesso critica con fermezza gli strumenti scelti per affrontare i problemi occupazionali del Paese.

Un confronto vero, strutturato, lontano dagli slogan e dalle scorciatoie referendarie. Un investimento serio e capillare sulla formazione e sulla prevenzione. Ma anche un Tavolo permanente per affrontare il lavoro nella sua complessità, partendo da chi oggi vive condizioni di fragilità. Sono queste le proposte fatte dal palco del Congresso nazionale Fnp Cisl.

Per la Cisl di Daniela Fumarola sicurezza e salute sono i punti cardine sui quali agire

"Per noi salute e sicurezza è la prima pietra di un cantiere che bisogna aprire, un tema centrale e di assoluta civiltà, per ritrovarsi intorno ad obiettivi condivisi". Daniela Fumarola ha scelto parole nette e inequivocabili per ribadire la priorità del sindacato su un tema troppo spesso trascurato e affrontato solo sull’onda dell’emergenza. Le sue dichiarazioni arrivano alla vigilia del confronto previsto al Ministero del Lavoro tra governo, imprese e parti sociali, nel solco dell’incontro già avvenuto a Palazzo Chigi con la presidente Giorgia Meloni.

"Non bisogna almeno dividersi su questo", ha insistito, sottolineando come la sicurezza non debba essere terreno di scontro politico o sindacale, ma fondamento condiviso del lavoro dignitoso. La proposta della Cisl è articolata: rafforzamento della formazione per lavoratori e imprenditori, incremento del numero di ispettori, estensione della patente a crediti anche ad altri settori produttivi. Ma non solo: "Significa anche investire in formazione nelle scuole perché è lì che ci sono gli studenti che domani potrebbero essere lavoratori, imprenditori, professionisti". Una visione sistemica, che punta a trasformare la cultura della sicurezza in patrimonio comune, da costruire fin dall’istruzione.

Il lavoro non si cambia con i referendum

Nell’intervento di Perugia, Fumarola non ha mancato di esprimere un giudizio netto anche sul recente esito referendario, bocciando il ricorso alla consultazione popolare come strumento per intervenire sulle criticità del mondo del lavoro. "Il rammarico è che purtroppo i contenuti ai quali tenevamo sono stati relegati e utilizzati per uno strumento a nostro avviso inappropriato per risolvere le criticità che oggi ha il mercato del lavoro", ha dichiarato. A pesare, secondo la leader sindacale, è soprattutto il fatto che anche temi di rilevanza sociale come la cittadinanza siano stati assorbiti in una dinamica che, per la Cisl, non è quella più efficace per generare cambiamento.

Non una chiusura ai temi, dunque, ma una critica alla forma. Fumarola ha rivendicato la necessità di riportare il dibattito nei luoghi istituzionali della rappresentanza: Parlamento, contrattazione, concertazione. "Continueremo a lavorare perché la legge sulla cittadinanza venga modificata e lo si faccia in Parlamento". Lo stesso metodo che la Cisl intende applicare alle riforme del lavoro, dove non è più la quantità a rappresentare il problema, ma la qualità. "Auspichiamo che ci si ritrovi intorno a un Tavolo per dare le risposte a giovani e donne, a chi vive non una condizione di precarietà voluta ma dettata dalla qualità del lavoro".

Una proposta unitaria per il lavoro che cambia

Dietro le parole della segretaria generale c'è l'idea di un sindacato che non si limita alla denuncia, ma vuole tornare a incidere nella costruzione di un nuovo patto sociale. La sfida che Fumarola lancia da Perugia è chiara: superare le frammentazioni e le contrapposizioni, almeno sui temi fondamentali come la salute nei luoghi di lavoro, e tornare a un confronto che produca risultati concreti. In gioco non c’è solo il benessere dei lavoratori, ma la tenuta stessa del sistema produttivo e del tessuto sociale italiano. In questa prospettiva, la sicurezza diventa il primo passo di un cambiamento più ampio, che deve coinvolgere scuola, impresa e politica.

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Giorgia Sdei
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