01 Jul, 2025 - 15:30

Restauro dell’Edicola del Sacro Cuore in via Baldassini a Gubbio: le famiglie si mobilitano

Restauro dell’Edicola del Sacro Cuore in via Baldassini a Gubbio: le famiglie si mobilitano

Una semplice edicola votiva, incastonata tra i muri antichi di via Baldassini a Gubbio, sta risvegliando la coscienza collettiva di un intero quartiere. È l’Edicola del Sacro Cuore, un piccolo monumento religioso che per anni ha vegliato silenziosamente sul passaggio dei fedeli e dei cittadini, oggi bisognosa di cure urgenti. Le famiglie della zona si sono attivate con una raccolta fondi per restaurarla, rispondendo con entusiasmo all’appello lanciato da un comitato spontaneo di residenti.

“Non si tratta solo di restaurare un’immagine sacra, ma di recuperare un pezzo della nostra identità”, racconta Anna, che abita nella via.

Il Sacro Cuore di via Baldassini: un’edicola, una devozione, una storia

L’edicola, situata tra l’angolo di via Baldassini e via della Zecca, rappresenta un voto popolare al Sacro Cuore di Gesù, risalente al 1945 un’epoca in cui molte famiglie, scosse da eventi tragici o desiderose di protezione, affidarono alla religione popolare i loro timori e le loro speranze.

L'edicola è stata già descritta in un articolo precedente apparso su questo giornale (“L’edicola dimenticata: via della Zecca e il voto al Sacro Cuore”, Umbria.tag24.it). Lì come qui, si legge nel testo, “la devozione non era solo un atto spirituale, ma un gesto collettivo di appartenenza”.

Un degrado silenzioso, una risposta concreta

Negli ultimi anni, l’edicola di via Baldassini è andata incontro a un progressivo degrado: intonaco cadente, pittura scolorita, lesioni strutturali, fino al rischio che l’intera struttura possa cedere. Un lento oblio, che ha toccato il cuore dei residenti.

“Ogni volta che passavo, mi sentivo in colpa, confessa Giorgio, residente da quarant’anni in zona. “Ricordavo com’era bella, sempre ornata di fiori e candele. Ora sembrava abbandonata da tutti.”

Di fronte a questa situazione, un piccolo gruppo di cittadini ha deciso di non aspettare più interventi dall’alto. È nata così una raccolta fondi dal basso, promossa tramite passaparola, social network locali e piccoli eventi di quartiere, per un restauro completo che restituisca all’edicola il suo antico splendore.

Il progetto di restauro: conservazione, non alterazione

L’intervento, affidato a restauratori specializzati in beni culturali, prevede il recupero filologico dell’apparato pittorico del Sacro Cuore, la pulitura e il consolidamento delle superfici murarie, e il ripristino della teca protettiva in vetro, oggi danneggiata.

Non si tratta di un rifacimento moderno, ma di un lavoro rispettoso della materia originale e del suo significato simbolico.

“Vogliamo che l’edicola torni ad essere come l’hanno vista i nostri nonni, non un oggetto da museo, ma un segno vivo nel tessuto urbano, spiegano i promotori.

Particolare attenzione sarà riservata anche all’illuminazione e alla protezione dalle intemperie, per garantire la durabilità del restauro nel tempo.

In pochi giorni, la raccolta ha quasi raggiunto la cofra necessaria, grazie a donazioni spontanee, piccole vendite di beneficenza, contributi anonimi e persino il coinvolgimento di alcune botteghe storiche.

“Recuperare le edicole è un modo per restituire anima alle strade, che oggi sembrano solo luoghi di passaggio”, afferma un parroco della zona. “Ogni edicola è una piccola preghiera di pietra.”

Una memoria che unisce le generazioni

Oltre al valore artistico e devozionale, l’edicola rappresenta una memoria collettiva condivisa, capace di parlare sia agli anziani che ricordano le processioni degli anni ’50, sia ai giovani che riscoprono l’identità locale proprio attraverso questi luoghi “minori”.

“Mia nonna ogni sera recitava una preghiera al Sacro Cuore passando di qui”, racconta Francesca, ventenne, “e oggi, grazie a questa iniziativa, posso farlo anch’io.”

Il restauro diventa così un ponte tra passato e futuro, un gesto semplice ma profondo, che ridona senso al concetto stesso di comunità.

Un modello replicabile in tutta la città

Quello che sta accadendo in via Baldassini non è un caso isolato. A Gubbio, molte altre edicole votive si trovano in stato di abbandono, dimenticate da piani urbanistici che spesso non ne riconoscono il valore simbolico.

Il successo di questa raccolta potrebbe diventare un modello replicabile, coinvolgendo scuole, associazioni culturali, gruppi scout, e favorendo una nuova forma di cittadinanza attiva.

“È il momento di riprenderci cura dei nostri luoghi, partendo dal basso, con gesti piccoli ma concreti”, afferma una volontaria del gruppo promotore.

Un restauro che è un atto d’amore

La storia dell’edicola del Sacro Cuore in via Baldassini è una storia di fede, identità e partecipazione civica. Il restauro non è solo un atto tecnico, ma un gesto d’amore verso la città, un modo per riattivare legami che sembravano perduti.

Mentre le donazioni continuano ad arrivare, e il progetto entra nella sua fase operativa, un messaggio si fa sempre più chiaro: la bellezza e la memoria non sono affari da delegare, ma responsabilità di tutti.

Il Sacro Cuore tornerà a splendere, e con lui torneremo a guardarci negli occhi come comunità”, conclude Anna.

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Mario Farneti
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