Terni torna a sentirsi orfana. O, peggio, ignorata.Non è solo una questione di fondi o di programmazione. A Terni, in questi giorni, si fa sempre più largo la percezione di essere trattati come un Comune di “serie B” dalla "Regione matrigna".
Dopo la dura protesta sollevata ieri dall’assessore all'Urbanistica Marco Iapadre, per l’assenza del vicepresidente della Regione Tommaso Bori alla conferenza stampa di presentazione degli interventi per Agenda Urbana, oggi a rilanciare è l’assessore alla Cultura e al Bilancio Michela Bordoni, che affonda il colpo sulla gestione dei fondi derivanti dai canoni idrici e sulla mancanza di risposte alle progettualità culturali presentate da tempo.
Un quadro che l’assessore definisce “intollerabile”, soprattutto per un Comune che rivendica un ruolo centrale nella programmazione regionale.
La protesta parte da una delibera promessa e mai pervenuta, un bando che tarda ad arrivare, e progetti come “Movie Life” o “Terni Comics” fermi al palo. “Terni chiede equità, non privilegi”, afferma Bordoni, e lo fa in questa intervista in cui rivendica il diritto della città a essere ascoltata, e rispettata.
Assessore Bordoni, qual è il nodo principale della sua protesta contro la Regione?
“Il punto centrale è che non è vero che la Regione ha messo Terni nelle condizioni di progettare e programmare con dignità. Quelle risorse, che ci vengono raccontate come straordinarie, sono in realtà fondi che spettano di diritto al Comune di Terni. Sono soldi derivanti dai canoni idrici, regolati da leggi vecchie che la Regione continua a non voler modificare.”
Parla di ritardi concreti. Cosa sta succedendo in pratica?
“È inaccettabile che la delibera sui canoni arrivi a fine giugno, senza che sia stato ancora pubblicato un bando, a fronte di una scadenza imminente. Questo significa una sola cosa: che Terni non è messa nelle condizioni di programmare. La Regione ci restituisce tardi ciò che è nostro e lo fa ignorando per mesi ogni richiesta di revisione strutturale di questa legge.”
Secondo lei c’è una disparità di trattamento tra Terni e altri territori dell’Umbria?
“Assolutamente sì. Mentre altrove si finanziano puntualmente eventi e iniziative, a Terni tutto è fermo. Abbiamo trasmesso progetti già da mesi, come il calendario culturale, Movie Life, Terni Comics, ma tutto tace. E intanto, l’Umbria Film Commission è ancora commissariata, senza alcuna chiarezza sulle sue funzioni.”
Cosa risponde a chi sostiene che la Regione stia comunque distribuendo risorse anche a Terni?
“Rispondo che si tratta di dichiarazioni propagandistiche. La verità è che quelle risorse ci spettano per legge. Il problema è che vengono assegnate con colpevole ritardo, impedendoci di pianificare in modo serio e anticipato. È un atteggiamento offensivo verso un capoluogo di provincia, il più importante dell'Umbria del Sud”,
Lei descrive il rapporto tra Terni e la Regione come il tentativo di accesso a un castello inespugnabile. A cosa si riferisce?
“Ogni volta che qualcuno da Terni si reca in Regione, trova un muro. Le difficoltà della nostra città non sembrano suscitare alcun interesse. È come se fossimo un ente di secondo piano, e questo è profondamente irrispettoso nei confronti dei cittadini che rappresentiamo”.
Cosa chiede, concretamente, alla Regione e ai consiglieri regionali eletti nel territorio ternano?
“Chiedo di unirsi a noi per difendere i diritti di questa comunità. Chiedo che si modifichi finalmente la legge regionale sui canoni idrici e si riconosca il ruolo strategico di Terni. Non possiamo accettare che le nostre richieste restino inevase. Non possiamo permettere che i cittadini di Terni debbano continuare a pagare il prezzo dell’inerzia istituzionale”.
Come pensa di proseguire questa battaglia istituzionale?
“Non starò zitta. Continuerò a combattere, con coraggio e determinazione. Terni non arretra di un passo. Chiediamo ascolto, chiediamo equità, chiediamo dignità. E io, da donna delle istituzioni e da cittadina ternana, sarò sempre in prima linea per difendere la mia comunità.”
Ha fiducia che qualcosa possa cambiare?
“Non si tratta di fiducia, ma di responsabilità. Chi governa non può chiudere gli occhi di fronte alla disparità di trattamento. Non può ignorare i bisogni di una città intera. Terni ha diritto a un rispetto istituzionale concreto, che si misura nei fatti, non negli annunci.”