07 Oct, 2025 - 09:27

Reati su minori, in Umbria +29% nel 2024: violenze sessuali e abbandoni in crescita

Reati su minori, in Umbria +29% nel 2024: violenze sessuali e abbandoni in crescita

Il 2024 consegna all’Umbria un quadro che preoccupa e mette in allarme: i reati a danno di minori crescono del + 29% rispetto al 2023, un ritmo quasi sette volte superiore alla media nazionale (+4%). In dodici mesi i casi registrati sono 112 e a colpire è soprattutto la componente sessuale, dove la prevalenza delle vittime femminili è schiacciante. La fotografia arriva dall’elaborazione della Polizia di Stato diffusa da Fondazione Terre des Hommes in occasione del Dossier indifesa 2025 e accende un faro su prevenzione, protezione e presa in carico dei più fragili.

Umbria, il report di Terre des Hommes sui reati sui minori: aumentano le violenze sessuali

Il dato regionale non è un’oscillazione statistica, ma un trend. Nel 2024 i reati contro minori in Umbria toccano quota 112, +29% sull’anno precedente. Le vittime sono in maggioranza femmine (57%), con picchi nei reati a sfondo sessuale: nell’88% dei casi di atti sessuali con minorenne e violenza sessuale la parte offesa è una bambina o una ragazza. La percentuale resta altissima anche nelle violenze sessuali aggravate (78%) e nella pornografia minorile (67%). 

Numeri che raccontano non solo la vulnerabilità delle giovani vittime, ma anche la necessità di strumenti di emersione più efficaci nei contesti di prossimità.

Tipologie di reato: maltrattamenti in famiglia al primo posto

La tipologia più ricorrente è quella dei maltrattamenti in famiglia: 45 episodi nel 2024, anch’essi in aumento del 29%. A fare un salto preoccupante sono però le violenze sessuali aggravate e l’abbandono di minori. Le prime raddoppiano e oltre, passando da 8 a 18 casi in un anno (+125%); i secondi quasi triplicano, da 4 a 11 (+175%).

Si registra inoltre una crescita delle violazioni degli obblighi di assistenza familiare, segno che le fragilità economiche e relazionali possono tradursi in condotte lesive dei diritti dei minori. È nel perimetro domestico, dunque, che si concentra quasi metà del fenomeno: proprio lì dove il controllo sociale è più difficile e la denuncia più complessa.

Il quadro nazionale e il fattore digitale 

Allargando lo sguardo, l’Italia supera per la prima volta la soglia dei 7mila reati a danno di minori in un anno: sono 7.204 nel 2024, +4% sul 2023 e +35% rispetto a dieci anni fa. Anche qui il 63% delle vittime è femminile. Tra le fattispecie in maggiore crescita spiccano i reati connessi al digitale: la pornografia minorile aumenta del 63% e la detenzione di materiale pedopornografico del 36%. È un monito: la protezione dei minori non può prescindere dall’alfabetizzazione digitale di famiglie e scuole, dal contrasto alla circolazione di contenuti illeciti e dal rafforzamento delle unità specializzate che operano in rete.

Prevenzione e rete territoriale: cosa sta funzionando e cosa no

Forze dell’ordine, tribunale per i minorenni e servizi sociali comunali lavorano già in sinergia per prevenzione, segnalazione e presa in carico. Dove la rete funziona—con sportelli scolastici, mediazione familiare, équipe multidisciplinari—l’emersione è più rapida e la protezione più efficace. Restano però aree critiche: tempi lunghi per le perizie, scarsità di psicologi per l’età evolutiva, discontinuità dei finanziamenti ai progetti nelle scuole, formazione non omogenea degli operatori di primo contatto.

In vista della Giornata internazionale delle bambine dell’11 ottobre e della presentazione del Dossier indifesa 2025, l’Umbria è chiamata a consolidare protocolli unici di intervento, prevedere un monitoraggio semestrale dei casi e investire in campagne permanenti rivolte a famiglie, allenatori, catechisti e tutte le figure adulte che intercettano i minori.

Le azioni prioritarie: dal pronto intervento all’accompagnamento lungo 

Per spezzare la catena della violenza occorrono strumenti concreti: sportelli di ascolto a bassa soglia nei consultori e negli istituti scolastici; formazione obbligatoria sugli indicatori di abuso per insegnanti, pediatri e operatori sportivi; procedure standard per la raccolta protetta della testimonianza; rafforzamento dei centri per autori di violenza, perché la prevenzione passa anche dalla recidiva zero.

Sul fronte giudiziario, servono canali preferenziali per i fascicoli che coinvolgono bambini e adolescenti, così da ridurre l’esposizione al trauma processuale. Infine, l’accompagnamento non può fermarsi alla denuncia: le vittime hanno bisogno di sostegno psicologico, tutoraggio educativo e ristoro materiale, per ricostruire la quotidianità.

AUTORE
foto autore
Giorgia Sdei
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE