06 Oct, 2025 - 10:48

Quando si accendono i termosifoni in Umbria? Tutte le date e i comuni interessati

 Quando si accendono i termosifoni in Umbria? Tutte le date e i comuni interessati

L’autunno, in Umbria, ha deciso di mascherarsi da inverno. In quello che dovrebbe essere un periodo di transizione mite e colorato, la regione ha invece fatto i conti con temperature rigide, venti pungenti e mattinate che sanno già di stagione fredda. A Perugia, Gubbio, Assisi e nelle zone più montane, il termometro è sceso sotto le medie stagionali, con escursioni termiche marcate tra il giorno e la notte.
Un clima invernale che ha colto molti di sorpresa e ha spinto gran parte della popolazione a porsi una domanda tanto semplice quanto urgente: “Quando si potranno accendere i termosifoni in Umbria?”

Nel cuore verde d’Italia, dove borghi e vallate iniziano a tingersi dei colori autunnali, la sensazione diffusa è quella di un inverno arrivato in anticipo. E se le giornate si accorciano e le serate si fanno pungenti, c’è chi già chiede ai Comuni un via libera anticipato all’accensione dei riscaldamenti, soprattutto nelle scuole e negli edifici pubblici.
Intanto, la normativa nazionale fissa regole ben precise, ma ogni sindaco può, in caso di necessità, concedere deroghe locali per rispondere all’emergenza freddo.

In Umbria il freddo arriva prima: città già al gelo e termosifoni ancora spenti. Ecco quando sarà possibile accenderli

La data ufficiale per l’accensione dei termosifoni in Umbria resta fissata al 15 ottobre, secondo quanto previsto dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, che regola l’attivazione degli impianti termici in base alle zone climatiche. L’Umbria rientra nella zona climatica E, una delle più fredde d’Italia, nella quale è consentito tenere i riscaldamenti accesi fino a 14 ore al giorno, nel periodo compreso dal 15 ottobre al 15 aprile.

La legge prevede che, in presenza di condizioni meteorologiche particolarmente avverse, i sindaci possano emanare ordinanze specifiche per anticipare l’accensione dei riscaldamenti.
È il caso, ad esempio, di alcune aree del territorio perugino e dei comuni montani come Gubbio, Città di Castello, Norcia, Assisi e Spoleto, dove già sono arrivate richieste da parte di scuole e famiglie per riscaldare gli ambienti in anticipo.

Diversa la situazione nel ternano, dove il clima resta più mite e il freddo tende a farsi sentire con qualche settimana di ritardo rispetto alle zone montane. A Terni e nelle aree pianeggianti, dunque, l’accensione dei riscaldamenti dovrebbe avvenire regolarmente dal 15 ottobre, senza anticipi.

Resta comunque fissato il limite massimo di temperatura interna a 20 gradi, con una tolleranza di due gradi, come stabilito dal decreto ministeriale. Una misura che, oltre a tutelare la salute, serve anche a contenere i consumi energetici e ridurre le emissioni.

Ecco tutte le zone climatiche in Italia: come funziona la classificazione

Le zone climatiche italiane sono state introdotte dal D.P.R. n. 412 del 1993 e si basano su un parametro tecnico noto come “gradi-giorno” (GG), che rappresenta la somma delle differenze giornaliere tra la temperatura interna di riferimento (20°C) e quella media esterna, per tutti i giorni dell’anno.
In sostanza, più alto è il valore dei gradi-giorno, più fredda è la zona e più a lungo si possono tenere accesi i riscaldamenti.

Ecco la classificazione:

  • Zona A: comuni con meno di 600 gradi-giorno (come Linosa, Lampedusa e Porto Empedocle).
  • Zona B: tra 600 e 900 gradi-giorno, include province di Agrigento, Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Trapani, Crotone e Reggio Calabria.
  • Zona C: tra 901 e 1400 gradi-giorno, comprende Bari, Napoli, Lecce, Salerno, Cagliari e molte altre città del Sud e delle isole.
  • Zona D: tra 1401 e 2100 gradi-giorno, con province come Firenze, Roma, Ancona, Pescara, Terni e Siena.
  • Zona E: tra 2101 e 3000 gradi-giorno, dove rientrano le province più fredde tra cui Perugia, Arezzo, Bologna, Milano, Torino e Udine.
  • Zona F: oltre 3000 gradi-giorno, che include le aree alpine più rigide come Trento, Belluno e Cuneo.

L’Umbria, dunque, si colloca stabilmente nella fascia E, con temperature medie annuali basse e un inverno che, come spesso accade, arriva prima del calendario.

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Lorenzo Farneti
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