23 Jun, 2025 - 17:45

In Provincia di Terni saltano ancora le nomine di Bandecchi, bocciato il rendiconto della gestione Pernazza. E vanno in scena votazioni surreali

In Provincia di Terni saltano ancora le nomine di Bandecchi, bocciato il rendiconto della gestione Pernazza. E vanno in scena votazioni surreali

 Alzi la mano chi ha mai visto un'assemblea elettiva in cui le maggioranze sono variabili come quella della Provincia di Terni. Una volta il presidente Bandecchi vota col centrodestra, una volta all'unanimità, un'altra volta col centrosinistra e una dissidente di centrodestra. E tutte le volte lui sta con quelli che vincono, anche se perde. Come, per esempio, sulla questione pregiudiziale posta dalla consigliera Fabrizi per fargli ritirare l'atto con cui voleva riportare per la terza volta in consiglio provinciale la nomina del Direttore generale e del Capo di Gabinetto.

E' un consiglio provinciale surreale, quello che va in scena in un torrido primo pomeriggio di fine giugno a Terni. In cui - chi ci capisce è bravo - quelli che vogliono fare i coerenti e i duri e puri si bocciano da soli il rendiconto della gestione di centrodestra targato Pernazza e relativo all'esercizio 2024. In cui lo sparuto gruppo dei consiglieri di centrosinistra (ce ne erano solo due, il sindaco di Arrone Di Gioia e quello di San Venanzo Marinelli), si trova prima ad astenersi su un accantonamento per il contributo alla finanza pubblica e poi a votare insieme ad Alternativa Popolare per bocciare il rendiconto-Pernazza.

Insomma, il situazionismo Bandecchiano (che vota addirittura contro sé stesso in solitaria all'immediata esecutività di un proprio atto di variazione del bilancio fatto coi poteri del consiglio) manda in tilt la politica provinciale ternana. Che era entrata a Palazzo Bazzani per dare a Stefano Bandecchi un'altra lezione di matematica nell'urna - dopo aver fatto mancare il numero legale - e che, invece, esce come una specie di scenario di sfondo degli show del Sindaco di Terni e Presidente della Provincia.

Bandecchi boccia il rendiconto 2024 e in consiglio va in scena un voto surreale

All'inizio tutti a fare i conti sul numero legale. Manca il vicepresidente forzista Francesco Ferranti, quindi i tre bandecchiani di Alternativa Popolare non sarebbero sufficienti a garantirlo (stavolta basta un terzo dei consiglieri, non serve la maggioranza). Però centrodestra e centrosinistra si siedono, perché vogliono mandare sotto Bandecchi sulle nomine del DG e del Capo di Gabinetto.

Non hanno fatti i conti, però, con l'estro da fantasista del presidente della Provincia. E anche con una certa approssimazione nell'approcciare la strategia di attacco da parte dell'opposizione. I due del PD non proferiscono parola, mettendosi sulla riva del fiume ad aspettare. La consigliera Cinzia Fabrizi (ex Fratelli d'Italia ora Gruppo Misto) solleva una questione pregiudiziale sul quinto punto all'ordine del giorno, quando ancora il consiglio deve cominciare a trattare il primo punto. E le viene spiegato dal segretario generale dell'ente che la sua interpretazione dell'articolo di regolamento evocato non è attinente alla fattispecie in questione. Poi parte lo show. 

La variazione di bilancio per adempiere a un obbligo di legge fatta dal presidente Bandecchi passa con 7 voti (4 AP e 3 centrodestra) e i 2 astenuti piddini. Poi Bandecchi si vota contro nel suffragio per l'immediata esecutività dell'atto. Quindi arriva il Rendiconto 2024, targato Pernazza che viene bocciato. E qui c'è la sorpresa, perché Cinzia Fabrizi (nemica giurata di Bandecchi) vota con Alternativa Popolare e lo stesso sindaco Terni contro il documento contabile che riassume l'attività finanziaria ed economica della Provincia per verificare la corretta gestione delle entrate e delle spese e valutare i risultati economici e patrimoniali raggiunti. Ad astenersi sono i due di Fratelli d'Italia (Marco Bruni e Davide Melone) che votano insieme al PD. Della serie: corto circuito totale

Il Presidente impone il suo programma 2025-2029 ed evita il voto, poi deve accettare il ritiro delle nomine, ma ci gioca sopra

Quando arriva il punto sul Programma di Mandato 2025-29, nessuno fa caso al Regolamento. Bandecchi tira dritto: "Non lo votiamo, il programma è quello. Faccio quello che mi pare. L'ho mandato in Commissione, nessuno ha avuto da ridire e quindi adesso andiamo avanti così possiamo andare a pranzo". 

Tutti trattengono il fiato. Pensano che il Sindaco di Terni e Presidente della Provincia di Terni voglia fare un colpo di mano. Ma il segretario generale dell'ente spiega che il Programma non deve essere necessariamente votato. E' stato presentato, è stato esaminato in Commissione, se Bandecchi non vuole illustrarlo è sua facoltà

E così si arriva al voto sul punto 5, quello del Direttore generale. Il sindaco di Terni e Presidente della Provincia fiuta l'aria. Sa che lo bocceranno. E allora vota pure lui la questione pregiudiziale posta da Cinzia Fabrizi che chiede il ritiro dell'atto. Ma non perché fosse stato già votato, come avrebbe voluto a inizio consiglio. 

"Voto con voi - attacca Bandecchi - tanto lo ripresenterò a ogni consiglio". E così la pregiudiziale viene accolta all'unanimità. Bandecchi si alza, saluta tutti e poi si ferma davanti all'ascensore. Ed è lì che pronuncia il discorso sulla Ternana, quello che fa passare tutte le battaglie politiche, le punzecchiature e le strategie dei partiti locali sullo sfondo del palcoscenico. 

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Federico Zacaglioni
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