La scuola non è solo un luogo di istruzione, ma un investimento strategico per il futuro del Paese. Lo sa bene la Regione Umbria, che ha ottenuto un finanziamento da 238mila euro dal Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio per sviluppare un progetto ambizioso: "Challenge: accogliere la sfida di un mondo che cambia". L’obiettivo è chiaro e duplice: prevenire l’insorgenza di dipendenze nei giovani e creare un ecosistema educativo più solido, capace di rispondere alle nuove esigenze sociali ed economiche.
Nel contesto di una crescente esposizione dei giovani a comportamenti a rischio – che si tratti di sostanze, abitudini digitali o dipendenze comportamentali – Challenge si presenta come un intervento multidimensionale. Non si tratta di una semplice campagna informativa, ma di una strategia d’azione fondata su tre driver principali: alfabetizzazione digitale, benessere psico-emotivo e partecipazione attiva delle famiglie.
L’alfabetizzazione digitale, spesso relegata a un aspetto tecnico, viene qui declinata in chiave educativa, con l’intento di insegnare a bambini e adolescenti come navigare in un ambiente digitale ricco di stimoli, ma altrettanto pieno di insidie. Parallelamente, l’investimento sul benessere relazionale in aula si propone di migliorare il clima scolastico, riconoscendo che l’apprendimento non può prescindere da un contesto emotivo sano. Terzo asse, la governance partecipata: un modello bottom-up che coinvolge famiglie e docenti nel co-progettare interventi, rafforzando così il legame tra scuola e territorio.
La forza del progetto sta nella sua struttura reticolare. Challenge nasce infatti dalla collaborazione tra il Servizio regionale Programmazione sanitaria, le due Aziende sanitarie locali, l’Ufficio scolastico regionale e le scuole capofila della rete "Scuole che promuovono salute". Un partenariato che risponde a logiche di economia sociale: invece di moltiplicare le iniziative, si concentra sullo sviluppo integrato delle risorse esistenti, puntando su sostenibilità, impatto misurabile e replicabilità.
Questa operazione si inserisce nel più ampio Protocollo d’intesa nazionale per la prevenzione delle dipendenze, sottoscritto da Ministeri e Regioni per promuovere azioni evidence-based nell’ambiente scolastico. È qui che il progetto umbro trova la sua cornice strategica: prevenzione precoce, rafforzamento delle "life skills" e riduzione delle vulnerabilità sono infatti leve fondamentali non solo in ottica sanitaria, ma anche economica, se si considera il costo sociale delle dipendenze.
Secondo la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, l’iniziativa rappresenta un passo nella direzione di una politica pubblica più lungimirante: "Il finanziamento di un progetto che ha come obiettivo la prevenzione di dipendenze da sostanze e comportamenti tra i giovani in età scolare è una notizia che accogliamo con gioia. Si tratta di un’iniziativa che va nella direzione giusta: costruire contesti educativi sempre più attenti al benessere psicologico, alla crescita equilibrata e alla salute delle nuove generazioni. Investire sulla prevenzione e sull’educazione significa investire sul futuro dei nostri giovani".
L’aspetto forse più innovativo di Challenge è la sua ambizione trasformativa: intervenire non quando il disagio esplode, ma prima, lavorando sulla formazione come asset economico e sociale. In un’Italia che fatica a trattenere i suoi giovani migliori e in cui le fragilità si moltiplicano, questa progettualità può diventare un modello virtuoso di politica territoriale: proattiva, condivisa, resiliente.
In questa cornice strategica si inseriscono anche le nuove linee guida per la programmazione scolastica 2026-2029 approvate dalla Giunta regionale dell’Umbria, che puntano a rendere il sistema educativo ancora più inclusivo e radicato nei territori. Tra i punti qualificanti, l’attenzione alle aree interne e un cambio di metodo che affida la governance della rete scolastica a un confronto strutturato e condiviso.
Accanto alla programmazione triennale, la Regione ha attivato un ulteriore strumento di equità sociale: un fondo da 500mila euro per garantire ai minori con disabilità la partecipazione alle attività educative e ludiche durante l’estate 2025. L’intervento, finanziato nell’ambito del Programma FSE+ 2021-2027, risponde ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e punta a creare centri estivi inclusivi dove tutti i bambini possano condividere esperienze formative e relazionali, senza barriere.