Sarà un pomeriggio di silenzio, parole e responsabilità quello di martedì 16 settembre alla Sala dei Notari. “Perugia per Laura”, la commemorazione dedicata a Laura Santi, vuole essere molto più di un omaggio: è l’occasione per una comunità che si riconosce nel coraggio di una cittadina e nel valore pubblico della sua scelta, la prima in Umbria autorizzata dalla Asl Umbria 1 per il suicidio assistito. A meno di due mesi dalla scomparsa della giornalista, avvenuta il 21 luglio, la città si ritrova per ringraziare, capire e continuare a discutere, insieme.
La cerimonia, voluta dalla stessa Santi e organizzata dal marito Stefano Massoli insieme alla sindaca Vittoria Ferdinandi e al Comune di Perugia, riporta il tema del fine vita nello spazio civico per eccellenza. La Sala dei Notari, luogo simbolo della vita istituzionale, accoglierà rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali, l’associazione Luca Coscioni — che ha sostenuto il percorso della giornalista — e le persone che l’hanno accompagnata nell’ultimo tratto di vita.
È un rito laico che parla alla collettività: non solo per ricordare, ma per offrire strumenti, informazioni e parole capaci di sciogliere paure e semplificazioni intorno a un tema spesso affrontato in modo sommario.
Giornalista perugina, affetta da sclerosi multipla progressiva, Laura Santi ha affrontato per anni una malattia che ne ha limitato il corpo senza mai intaccarne la lucidità. La sua battaglia – giuridica, medica e culturale – ha aperto un varco in Umbria, uno spiraglio di possibilità in Italia.
Ottenere il riconoscimento del diritto all’aiuto al suicidio, dopo un iter complesso e spesso ostacolato, ha significato dimostrare che anche qui è possibile rendere esigibili diritti già affermati a livello nazionale. “Perugia per Laura” nasce da questo lascito: non solo ricordare chi era, ma dare seguito a ciò che ha chiesto, cioè un Paese capace di accompagnare, senza giudicare, scelte difficili e personali.
Il profilo di Laura Santi è quello di una professionista che ha attraversato la malattia senza arretrare dalla propria idea di dignità, trasformando un percorso doloroso in una battaglia civile. La sua storia interroga la città perché incrocia il terreno dei diritti, dell’autodeterminazione e della responsabilità delle istituzioni.
Ritrovarsi per “Perugia per Laura” significa allora condividere ricordi e racconti personali, ma anche riconoscere il valore di una testimonianza che ha aiutato molti a comprendere, a informarsi e a porre domande nuove. In questo senso, l’omaggio è anche un invito a coltivare una cultura del confronto rispettoso, dove la diversità delle posizioni non esclude l’ascolto.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è quello di alimentare un dibattito costruttivo. Parlare di fine vita riguarda la qualità della democrazia: servono contesti condivisi in cui parole come cura, diritto, accompagnamento e scelta non siano slogan, ma materia di discussione pubblica. La presenza dell’associazione Luca Coscioni e delle istituzioni indica una volontà comune di informare la cittadinanza, chiarire procedure e competenze, contrastare pregiudizi.
In questa cornice, la storia di Santi diventa un punto di partenza per riflettere su come la comunità possa sostenere le persone e le famiglie quando si confrontano con decisioni difficili, assicurando informazioni corrette e percorsi trasparenti.
L’invito è rivolto a tutti. Partecipare non significa aderire a una tesi, ma riconoscere che ci sono temi che richiedono presenza, ascolto e responsabilità condivisa. “Perugia per Laura” vuole offrire un tempo per la memoria e per la consapevolezza, in cui le voci di chi ha conosciuto Santi si intrecciano con quelle di chi, da cittadino, sente l’esigenza di comprendere meglio. La data, martedì 16 settembre alle 17.30, è un promemoria per segnare in agenda un appuntamento che parla del volto civile dell'Umbria e della sua capacità di farsi comunità proprio quando la vita chiede risposte più grandi.