Sono stati momenti di vera e propria tensione intorno alle 14:30, in via Cortonese a Perugia. Un operaio 31enne, impegnato in un cantiere, si è arrampicato su un’impalcatura minacciando un suicidio, gettandosi nel vuoto. La Polizia e i Vigili del Fuoco hanno evitato il peggio.
A Perugia c'è stato un pomeriggio di tensione, in via Cortonese. Un operaio di 31 anni, che lavora in un cantiere della zona, è salito su un’impalcatura minacciando di gettarsi nel vuoto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco con un’autoscala e un carro teli, la Polizia di Stato, personale sanitario del 118 e la Guardia di Finanza.
Grazie al cestello dell’autoscala i pompieri sono riusciti ad avvicinare l’uomo, mentre gli agenti di polizia, cogliendo un momento favorevole, lo hanno bloccato e messo in sicurezza, evitando conseguenze drammatiche.
Una situazione molto simile si era verificata anche nel pomeriggio di martedì 12 agosto intorno alle 17.45 lungo il raccordo Terni-Orte. Un uomo aveva minacciato di buttarsi dal dal ponte di Vallantica, in zona Gabelletta/Maratta, sopra le corsie della SS 675 Umbro-Laziale. L'intervento del 112 ha evitato il peggio.
Il 112 era stato allertato per un uomo che si era posizionato oltre il parapetto e che aveva espresso l'intenzione di gettarsi nel vuoto. L’uomo, di nazionalità romena, aveva scavalcato la rete di recinzione, per rimanere aggrappato sul ponte, con mani e piedi, per diversi minuti. La chiamata alle forze dell'ordine e il pronto intervento dei Carabinieri della Sezione Radiomobile erano stati decisivi nel distrarre, calmare e dissuadere l'uomo dal tentativo di gettarsi nel vuoto.
I Vigili del fuoco, del comando provinciale di Terni, avviando le operazioni di soccorso, hanno agito con molta cautela per evitare che l’uomo precipitasse. I pompieri avevano alzato l’autoscala e recuperato l’uomo, affidato poi ai sanitari del 118, che lo hanno trasportato al pronto soccorso per le cure del caso. Non si erano registrati feriti.
A proposito di lavoro nei cantieri, nella giornata di ieri due imprenditori sono stati denunciati, a Ponte San Giovanni (Perugia). Un sopralluogo mirato dei Carabinieri ha portato alla luce una situazione di irregolarità diffuse in un cantiere allestito all’interno di un’abitazione privata nella zona del perugino di Ponte San Giovanni. L’intervento ha confermato i sospetti degli investigatori: dietro una ristrutturazione edilizia si celavano sfruttamento lavorativo e violazioni delle norme sulla sicurezza.
Due imprenditori di origine cinese, una donna di 53 anni e un uomo di 55, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Perugia. Gli inquirenti li ritengono responsabili di grave sfruttamento lavorativo, un reato che rientra nella fattispecie del cosiddetto caporalato. Le condizioni in cui i dipendenti operavano, unite alla totale assenza di regolarità contrattuale, hanno imposto l’immediata sospensione dell’attività del cantiere.
Nessuno dei due risultava in regola: erano dipendenti della ditta edile ma non avevano alcun contratto. A rendere la situazione ancora più grave, uno di loro era sprovvisto del permesso di soggiorno. Dopo le procedure previste dalla normativa, il Prefetto di Perugia ha firmato un provvedimento di espulsione nei suoi confronti, decretandone l’allontanamento dal territorio nazionale.
Oltre agli aspetti legati al lavoro nero, i controlli hanno fatto emergere pesanti carenze in materia di sicurezza sul lavoro. Gli ambienti e le modalità operative non rispettavano i minimi standard previsti dalla legge, mettendo a rischio l’incolumità dei lavoratori. Per queste ragioni sono state comminate ammende per circa 20.000 euro e sono state impartite ben 16 prescrizioni per il ripristino delle condizioni di sicurezza, obblighi che i responsabili dovranno adempiere per evitare ulteriori conseguenze penali.