Il TAR dell'Umbria ha bocciato il ricorso di un cittadino che si era visto notificare il divieto di detenzione di armi e revocare la licenza di porto di fucile per uso venatorio. Il motivo risiede nel aver lasciato incustodito i fucili, dopo una battuta di caccia e la Prefettura e la Questura di Perugia hanno notificato i provvidementi per inaffidabilità nella custodia delle armi.
Continua l'attività di controllo dei Carabinieri anche sulla detenzione di armi. Il cittadino, secondo quanto riportato da PerugiaToday.it, si è visto notificare i due provvedimenti, dopo un controllo domiciliare dei Carabinieri, nell'abitazione vicino all’azienda agraria gestita dalla moglie e dalla cognata.
I militari avevano rinvenuto un fucile automatico “Breda” e un altro fucile nascosto in un luogo "poco sicuro". L'arma è stata rinvenuta nello scomparto di un divano letto e le porte di accesso in queste stanze non risultavano chiuse a chiave e, quindi, le forze dell'ordine hanno evidenziato una negligenza significativa nella custodia delle armi.
Il cittadino, punito col divieto di etenzione di armi e si è visto revocare la licenza di porto di fucile per uso venatorio, per la non affidabilità richiesta per il possesso e l’uso delle stesse, ha deciso di presentare ricorso.
L'uomo, infatti, ha sostenuto una sbagliata ricostruzione dei fatti, con le armi che sarebbero state lasciate momentaneamente incustodite solo per consentire l’accesso dei Carabinieri e l’irrilevanza dei precedenti di polizia citati nei provvedimenti, mai sfociati in un processo penale e comunque non collegati all’affidabilità nell’uso delle armi.
Il Tribunale amministrativo regionale per l’Umbria ha rigettato il ricorso del cittadino, in quanto la revoca della licenza e il divieto di detenzione armi avrebbero una natura cautelare e non sanzionatoria. Secondo i giudici i provvedimenti possono basarsi anche su episodi non penalmente rilevanti, affinché indichino una scarsa affidabilità del soggetto nella custodia delle armi.
Il porto d’armi, secondo i giudici, costituisce un’eccezione al generale divieto di detenzione e richiede la massima garanzia sul corretto uso e custodia delle armi. La decisione di sanzionare l'uomo sta nella negligenza nella custodia delle armi che può giustificare la revoca della licenza, poiché comporta il rischio che terzi possano abusarne e, infine, nel caso concreto, l’assenza di adeguate misure di sicurezza. Tali armi, secono la legge, dovrebbero essere "custodite" in locali sicuri: le armi riscontrate all'uomo erano in luochi non chiusi a chiave e in un divano letto.