20 Jun, 2025 - 10:14

Perugia, firmato a Capanne un protocollo d’intesa per minori e adulti detenuti: sport come leva educativa e sociale

Perugia, firmato a Capanne un protocollo d’intesa per minori e adulti detenuti: sport come leva educativa e sociale

Si torna a parlare di carceri dopo quanto accaduto al carcere di Terni qualche giorno fa, ma questa volta a essere protagonista è un progetto significativo in cui lo sport diventa ponte verso il reinserimento sociale. È la visione alla base del protocollo d’intesa siglato il 19 giugno nella Casa Circondariale di Perugia-Capanne, finalizzato all’inclusione sociale di minori e adulti coinvolti in procedimenti penali. L’accordo coinvolge enti locali, autorità giudiziarie, associazioni sportive e soggetti del terzo settore.

L’iniziativa punta a integrare l’attività sportiva nei percorsi di rieducazione e reinserimento, con l’obiettivo di ridurre la recidiva, rafforzare la dignità della persona e offrire opportunità reali anche ai soggetti più fragili, come i minori o le persone con disabilità.

Le istituzioni al centro del progetto di reinserimento sociale

Alla firma erano presenti esponenti di primo piano del sistema giudiziario e amministrativo, oltre alla sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Il procuratore generale Sergio Sottani ha evidenziato: “Serve un impegno concreto su due fronti: il lavoro e lo sport. Lo sport e il lavoro insieme sono questa sfida”.

Il direttore del DAP, Ernesto Napolillo, ha sottolineato invece l’importanza di coinvolgere anche il mondo produttivo: “Bisogna costruire ponti tra società e carcere. Lo sport all’interno ha un valore educativo potentissimo”.

Il protocollo, valido un anno e rinnovabile, prevede tutor sportivi volontari del CONI, accesso agevolato agli impianti comunali e un coordinamento interistituzionale per l’integrazione nei programmi penali.

Lo sport come linguaggio comune: il protocollo d'intesa per i detenuti del carcere di Capanne a Perugia

Dalle parole delle istituzioni emerge una visione condivisa: lo sport non è solo movimento fisico, ma uno strumento di trasformazione profonda. La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, ha dichiarato: “Non possiamo considerare il carcere un luogo dove il destino si cristallizza: la città deve entrare dentro – e il carcere uscire fuori. Lo sport è ponte verso la disciplina, le regole, la gestione delle emozioni”.

L’assessore Pierluigi Vossi ha ricordato l'origine del protocollo: “Ho cominciato a scrivere questo protocollo prima della modifica dell’art. 33 della Costituzione, che ha riconosciuto lo sport come valore educativo. Offriamo la bellezza dello sport a molti giovani che non la conoscono”. A supporto dell’iniziativa, il Comune di Perugia ha previsto anche un regolamento per l’affidamento degli impianti sportivi alle associazioni coinvolte nel progetto.

Il presidente del Tribunale di Sorveglianza Antonio Minchella ha sottolineato il valore simbolico dello sport, definendolo “allegoria della vita”, mentre Giorgio Barbuto, presidente della Corte d’Appello, ha espresso ottimismo per il coinvolgimento dei detenuti: “Ho visto un barlume negli occhi dei detenuti: solo così si coltiva rispetto verso le istituzioni”.

Anche l’Ordine degli Avvocati ha ribadito il proprio impegno attraverso le parole del presidente Carlo Orlando: “È una chiamata alle armi. Nessuno qui deve essere dimenticato o emarginato. L’Ordine degli Avvocati è vicino al carcere: riportiamo la professione forense al centro del dibattito”.

Giustizia, prevenzione e comunità: un cambio di paradigma

L’intesa firmata a Capanne rappresenta un cambio di paradigma nel rapporto tra istituzioni e mondo carcerario. Non si limita a promuovere attività sportive, ma propone un approccio integrato in cui educazione, salute mentale, cittadinanza attiva e partecipazione sono parte di un’unica visione: restituire senso e prospettiva alle vite interrotte dall’esperienza detentiva.

Il tavolo tecnico interistituzionale, previsto con cadenza semestrale, avrà il compito di monitorare l’efficacia delle azioni, promuovere best practices e rafforzare il coordinamento tra i diversi attori coinvolti. L’obiettivo non è solo ridurre la recidiva, ma costruire una giustizia che non si limiti a punire, bensì che accompagni il cambiamento.

Con questa alleanza, Perugia si candida a diventare laboratorio nazionale di inclusione penale e sportiva. Un ponte vero tra carcere e comunità, fondato su rispetto, responsabilità e opportunità.

AUTORE
foto autore
Giorgia Sdei
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE