17 Apr, 2025 - 20:20

'ABC', a Palazzo della Penna le opere di Afro, Burri e Capogrossi indagano il passaggio all'astrattismo

'ABC', a Palazzo della Penna le opere di Afro, Burri e Capogrossi indagano il passaggio all'astrattismo

Un'immagine vale più di mille parole recita il detto. E se quelle immagini vengono da alcuni degli artisti più rappresentativi del '900 c'è da starne certi. Le opere di Afro, Burri e Capogrossi saranno protagoniste di 'ABC - Alfabeto senza parole', la mostra che inaugura domani, 18 aprile, a Palazzo della Penna a Perugia. Un'esposizione che attraverso cento opere indaga il delicato e cruciale passaggio dall'espressione figurativa a quella astratta dei tre maestri.

La mostra è curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, ed è prodotta e organizzata da Comune di Perugia e Magonza, che cura il catalogo, con la partecipazione della Fondazione Archivio Afro, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e Fondazione Archivio Capogrossi. Un percorso iconografico al quale ha contribuito una vasta rete di soggetti che ha prestato le opere, tra cui la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, l'Accademia di Belle Arti di Perugia, le Fondazioni e gli archivi degli artisti oltre a numerosi collezionisti privati.

Dal figurativo all'astratto: la spinta verso la libertà

Nella storia dell'arte si sono susseguite una serie di 'rivoluzioni' che a loro modo sono sempre state anche 'rivelazioni'. All'inizio del Novecento se ne verificarono, più o meno negli stessi anni, due che hanno aperto la via alle ricerche artistiche che sarebbero venute di lì in avanti. 

Tra 1906 e 1907 Pablo Picasso dà vita a 'Les Demoiselles d'Avignon', la prima opera ufficiale del cubismo portando a compimento un processo che nel mondo dell'arte era in atto già da tempo. Ovvero l'allontamento dalla figurazione del reale verso una restituzione della centralità dell'interpretazione soggettiva.

A sancire ineluttabilmente quella rivoluzione sarà nel 1909 Kandinskij che con l'opera 'Murnau - Landschaft mit grunem Haus' segna il definitivo passaggio all'astrattismo rompendo radicalmente con la tradizione pittorica occidentale. Un passaggio così intenso che ci vollero anni, decenni, prima che quella lezione venisse acquisita. Un'aspirazione alla libertà espressiva totale che, nei suoi sviluppi, determinò alcune delle correnti artistiche tra le più innovative del secolo scorso.

Le origini comuni di Afro, Burri e Capogrossi

Il movimento verso le conquiste dell'astrattismo accomuna anche Afro Basaldella (1912-1976), Alberto Burri (1915-1995) e Giuseppe Capogrossi (1900-1972) che già in passato sono stati accostati. La mostra di Perugia, che sarà aperta e visitabile fino al prossimo 6 luglio, indaga con chiarezza le origini comuni dei tre artisti evidenziandone la svolta stilistica con cui superarono le ricerche figurative degli anni Trenta e Quaranta per seguire, nei primi anni Cinquanta, una individualità formale di respiro internazionale.

Afro, Burri e Capograssi vissero lo stesso clima culturale e, più o meno nello stesso periodo, orientarono le proprie ricerche verso l'astrattismo. Scelte che in tutti e tre i casi ne decretarono anche il successo internazionale.

Palazzo della Penna torna a riaffermarsi nell'arte contemporanea

"È persino troppo facile giocare con il titolo di questa mostra - ha detto in proposito la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi - tuttavia è innegabile che oggi Palazzo della Penna riparta proprio dall'ABC, dalle fondamenta della sua recente storia museale. Perugia torna a riaffermare la sua voglia di contemporaneità e il Centro museale riprende a dialogare con il sistema dell'arte nazionale e internazionale".

La mostra 'ABC' segue a quella inaugurata a dicembre scorso con le opere di Dorothea Lange. Un evento culturale da record che ha fatto registrate oltre 8mila presenze e 400 cataloghi venduti.

Marco Pierini, vicesindaco di Perugia e assessore comunale alle Politiche culturali ha rimarcato quest'aspetto. "Con 'ABC' Palazzo della Penna riafferma la sua vocazione, recentemente ritrovata, di Centro per le arti contemporanee, e lo fa riportando in città il maggiore artista umbro del Novecento, Burri, assieme ad Afro e Capogrossi, raccontando quel delicato momento del secondo dopoguerra durante il quale molti artisti svilupparono l'esigenza di superare la figurazione e cimentarsi con le svariate ricerche dell'Informale". 

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Sara Costanzi
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