Era tra quanti hanno preso parte alla violenta rissa tra gruppi rivali in cui il 18 ottobre ha perso la vita il 23enne di Fabriano, Hekuran Cumani. Si tratta di un 18enne che era già stato colpito dal divieto di dimora nel Comune di Perugia dopo aver aggredito, l'anno scorso, due addetti alla sicurezza in un locale del centro. A suo carico, una lunga lista di reati che hanno indotto l'Autorità Giudiziaria a disporne la custodia cautelare in carcere. A ricostruire i fatti è la Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo che ha tracciato un quadro complesso e costellato da numerosi precedenti di cui il giovane, classe 2007, si è reso autore.
Aggressioni, danneggiamenti, risse. Stando alla ricostruzione della Procura perugina, a maggio scorso il 18enne, insieme ad altri soggetti, aveva aggredito con una falce due addetti alla sicurezza in una nota discoteca della città, ferendo uno dei due per poi darsi alla fuga dopo aver spruzzato su di loro dello spray urticante per impedire che si difendessero. Il Questore di Perugia in quel caso, nei confronti del ragazzo, aveva emesso il divieto di accesso alla discoteca oltre al divieto di stazionamento nei pressi della stessa per la durata di un anno.
Qualche mese dopo il giovane era stato nuovamente denunciato, stavolta dalla fidanzata poiché ritenuto responsabile del danneggiamento della sua auto. Secondo quanto appreso dagli inquirenti, il giovane avrebbe sferrato una gomitata al lunotto posteriore del mezzo, mandandolo in frantumi. Una violenza che aveva giustificato sostenendo di aver avuto uno scatto d'ira.
L'ultimo capitolo della lunga lista di precedenti del ragazzo, è purtroppo finito in tragedia. Il 18enne infatti è tra i soggetti coinvolti nell'aggressione in cui ha perso la vita il 23enne di Fabriano Hekuran Cumani. I fatti si sono verificati lo scorso 18 ottobre presso il parcheggio della Facoltà di Matematica e Informatica dell'Università degli Studi di Perugia e ha visto coinvolti due gruppi di giovani.
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Perugia, a carico del giovane sono emersi "gravi indizi di reità che nell'occorso avrebbe dapprima minacciato con un coltello il gruppo rivale per poi, dopo essersi disfatto dell'arma, aggredire violentemente alcuni componenti dello stesso".
Date le premesse e l'impossibilità di applicare misure meno gravi come gli arresti domiciliari, oltre al concreto "pericolo di reiterazione della condotta e la pericolosità del giovane, dedotta anche dalla personalità fortemente trasgressiva e violenta" per lui si sono aperte le porte del carcere.
Sabato 25 ottobre si sono svolti i funerali di Hekuran Cumani, a Fabriano, dove risidieva. Il ragazzo, come rivelato dagli esami autoptici, è morto in seguito a una sola coltellata al cuore. Stando alla ricostruzione, tra venerdì 17 e sabato 18 ottobre, un gruppo di amici partiti dalle Marche ha raggiunto Perugia per passare la serata in un locale della zona universitaria, il 100dieci. All’uscita, intorno alle 4.30 del mattino, è scoppiata una lite per futili motivi - sembra per una battuta sul calcio - fra due gruppi che è poi degenerata in una violenta rissa nel parcheggio di via Pascoli. Hekuran stava proteggendo il fratello minore, frapponendosi fra lui e l'aggressore, quando è stato colpito con il fendente fatale. Inutile purtroppo ogni tentativo di soccorso. Per l'omicidio attualmente è indagato a piede libero un 21enne di nazionalità tunisina. Il 18enne portato in carcere è invece indagato per minacce e per il porto abusivo del coltello.