Raffaele Nevi, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera e portavoce nazionale del partito, sente odore di estremismo di sinistra. E punta il dito contro il recente e secco “No” della sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, all’inceneritore giunto dopo il ribaltone all’Auri, l’Autorità Umbra Rifiuti e Idrico, dove sulla scia dei risultati alle ultime amministrative, il direttivo è passato nelle mani dei sindaci del campo largo, anzi larghissimo.

In Umbria la maggioranza di campo larghissimo (da Fratoianni a Calenda) marca subito la sua identità di estrema sinistra con un bel ‘No’ pronunciato dalla nuova sindaca di Perugia e dal neoeletto presidente dell’autorità regionale per la gestione dei rifiuti, al nuovo piano rifiuti della maggioranza di centrodestra in Regione che prevedeva finalmente anche la costruzione di un termovalorizzatore per chiudere il ciclo dei rifiuti, abbassare le tasse ed evitare di continuare ad ampliare le discariche che in Umbria sono al collasso” ha detto commentando quanto accaduto all’Auri.

E le previsioni si ampliano, anche in vista delle prossime regionali che si terranno in autunno. “Già si capisce che il campo larghissimo sarà invece ‘sinistrissimo’ condotto dalle retrograde follie di M5s e Verdi a cui il Pd ha deciso di chinare la testa“. Un Pd che si piega alla frangia estremista sottolinea Nevi, dove a vincerla è la sete di potere. “La cosa che desta più preoccupazione è che anche i cosiddetti riformisti di Pd/Azione e Iv hanno deciso di sacrificare le loro idee pur di provare a rimettere le mani nella gestione del potere” ha concluso.

Che cosa è successo all’Auri la settimana scorsa

Lunedì scorso, 22 luglio, nella sede dell’Auri a Foligno, si è svolta l’elezione per il nuovo presidente. Una seduta affollata, a cui hanno preso parte 64 tra sindaci e amministratori dei 92 comuni umbri dell’ambito. All’unanimità è stato eletto nuovo presidente, Andrea Sisti, sindaco del centrosinistra di Spoleto, che succede a guida dell’Autorità a Antonino Ruggiano (Fdi), sindaco di Todi. Vice presidente, anche lei votata all’unanimità, è diventata la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani del centrodestra. Fin qui una situazione di sostanziale equilibrio delle forze politiche che però non si è riflessa nel Direttivo, dove oltre ai già citati Sisti e Tardani siedono i sindaci dei comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Marsciano, Magione e Stroncone.

Tradotto: su 9 poltrone nel Consiglio Direttivo di Auri, 5 sono occupate dai sindaci di centrosinistra e il centrodestra si è ritrovato con soltanto tre seggi. Nel Direttivo per il centrosinistra, oltre al presidente e sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, ci sono infatti Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia; Luca Secondi sindaco di Città di Castello; Michele Moretti, sindaco di Marsciano e Massimo Lagetti sindaco di Magione. Per il centrodestra con Tardani, siedono Stefano Zuccarini sindaco di Foligno e Giuseppe Malvetani sindaco di Stroncone. Dal conteggio è esclusa Terni che con Stefano Bandecchi è l’unica città dell’Umbria a essere guidata da un partito popolare.

Il campo, già squilibrato, si è subito infuocato sulla questione inceneritori, invocati dal centrodestra e osteggiati dal centrosinistra. Ed è qui che Nevi si è fatto sentire con le sue previsioni sulla sinistra.

Campo larghissimo: ancora attesa per la Proietti

Anche se ancora non è stata resa nota la data delle prossime regionali, il centrosinistra fin da subito ha puntato su Stefania Proietti, sindaca di Assisi, quale possibile candidata di quel campo larghissimo che ha funzionato bene per le comunali. La candidatura di Proietti, sostenuta dal Patto Avanti, con Pd, M5s, Psi, Sinistra e Verdi, formazioni cattoliche e civici, però tarda a vedere la sua ufficializzazione.

La sindaca da tre settimane sta riflettendo se accettare o meno. Proietti avrebbe spiegato che il ritardo è stato determinato dai numerosissimi impegni in cantiere a Assisi. A breve, entro massimo i primi giorni di agosto, arriverà la sua risposta.