In Umbria gli occhi sono tutti puntati sulle prossime elezioni regionali, che si terranno, molto probabilmente, in autunno. Dopo le europee, le amministrative e annessi ballottaggi che hanno visto riconferme e storiche vittorie, in primis quella di Vittoria Ferdinandi a Perugia che ha rotto con dieci anni di amministrazione di centrodestra, la sinistra riguadagna coraggio e slancio. E lo fa schierando ancora una volta quel campo largo, anzi larghissimo che, rompendo col passato, si è rivelato la scelta migliore.

Umbria: il campo larghissimo della sinistra

Notizia di poche ora fa è la chiamata alle regionali alla sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, che non ha ancora ufficializzato la candidatura. Proposta all’unanimità dalle varie anime del Patto Avanti, Proietti ha fatto sapere di aver bisogno di tempo prima di dare qualunque conferma. Il clima rimane quello di una fiduciosa attesa, nel frattempo, Tommaso Bori, segretario regionale del Partito Democratico, fa il punto della situazione con l’Ansa.

Quello del campo larghissimo, ha sottolineato Bori è “lo stesso modello vincente già sperimentato sul territorio, dalle realtà più piccole alle più grandi come Perugia“. Ne fanno parte Pd, M5s, Psi, Sinistra e Verdi, formazioni cattoliche e civici che hanno invitato Proietti a scendere in campo. La sindaca di Assisi, proprio in queste ore, si sta incontrando proprio in queste ore sia con assessori e consiglieri comunali che con quelli della Provincia di Perugia. Patto Avanti punta a chiudere sul suo nome in tempi rapidi.

La forza del Patto Avanti

Bori con l’Ansa ha riflettuto sui nuovi scenari che si sono aperti in seguito alle elezioni. “In Umbria – ha detto – il Pd ha ottenuto una grande affermazione alle europee. E lo stesso è successo alle amministrative grazie anche al Patto Avanti, coalizione ormai strutturata e strutturale. Siamo tornati a vincere anche a Perugia, dove il Pd è il primo partito del capoluogo, sopra anche Fratelli d’Italia“.

Nel Patto Avanti convergono “le forze alternative alla destra” ma non solo perché “l’obiettivo è di allargare la partecipazione ad altre forze politiche e realtà civiche per vincere“. Bori si è quindi concentrato sul programma “che punta su temi chiave quali il diritto alla salute e il potenziamento della sanità pubblica, l’ambiente e la questione rifiuti, ma anche il lavoro degno e ben retribuito“.

L’intervento di Bori alla Direzione Nazionale del Pd: il campo larghissimo era nell’aria

Recentemente Bori è intervenuto alla Direzione Nazionale del Pd in un discorso dove quel campo larghissimo appariva già ben nitido. “Noi abbiamo retto – ha detto – abbiamo scelto di non seguire le scelte perdenti del passato, proponendo profili innovativi e coraggiosi come quella di Vittoria Ferdinandi, neo sindaca di Perugia, con cui abbiamo recuperato in quattro mesi 20 punti percentuali e lo abbiamo fatto tenendo insieme una partita che la destra considerava già chiusa: noi abbiamo tenuto insieme da Azione a Rifondazione. E questo ci ha dato credibilità, perché era unitaria in tutti i territori. Grazie a questo, a progetti ideali e valori comuni, siamo riusciti a vincere. Il Pd è tornato primo partito non solo nei grandi centri, ma anche nei borghi e nelle frazioni, sfatando il mito della ztl“.

A questo punto ha fatto riferimento alle prossime regionali. “Abbiamo le elezioni regionali alle porte – ha detto – abbiamo una destra incapace e arrogante che i cittadini hanno già bocciato alle ammnistrative“. E dalle regionali lo sguardo punta molto più lontano. “Investiamo in questo laboratorio politico, può essere anche un laboratorio nazionale. Non dobbiamo essere noi i professionisti della sconfitta: noi dobbiamo toglierci l’idea di essere minoritari. Possiamo tornare a vincere e non solo a partecipare e lo possiamo fare insieme” ha concluso.