A cinque anni dalla sua scomparsa, Giovanni Colaiacovo continua a vivere nel ricordo affettuoso della sua città e nel mondo dell’arte ceramica, a cui ha dedicato tempo, studio e cuore. Venerdì 13 giugno, alle ore 18.00, presso la Sala Convegni di Palazzo Della Porta, l’Associazione Maggio Eugubino promuove il quinto convegno in sua memoria, un appuntamento ormai consolidato che quest’anno si arricchisce di un'importante mostra collaterale, a testimonianza della vitalità di un’eredità culturale ancora feconda.
Giovanni è stato molto più di un collezionista: era un custode appassionato, un uomo capace di vedere il valore della storia nei dettagli di una coppa, nella curva di un manico, nei riflessi del lustro.
In parallelo al convegno, si tiene al Park Hotel ai Cappuccini la mostra “Coppe Abborchiate – Tradizione e Modernità”, che raccoglie opere storiche e produzioni contemporanee, tracciando un ponte tra la maiolica del passato e le nuove espressioni artistiche. A impreziosire l’esposizione anche i lavori dell’artista eugubino Gabriele Mengoni, che rilegge in chiave attuale forme, motivi e tecniche ereditate dalla grande scuola ceramica del Cinquecento.
L’arte ceramica non è solo conservazione, è linguaggio vivo, capace di evolvere senza dimenticare. La mostra è un dialogo tra epoche, un omaggio alla memoria creativa di Giovanni Colaiacovo e a ciò che ancora può ispirare.
Dopo i saluti istituzionali affidati a Marco Cancellotti, la serata entra nel vivo con una serie di interventi di alto profilo accademico e scientifico, che offriranno una lettura approfondita della figura di Colaiacovo e del contesto artistico in cui si è mosso.
Aprirà il convegno Maria Rita Silvestrelli, storica dell’arte dell’Università per Stranieri di Perugia, con una relazione dal titolo “Giovanni Colaiacovo collezionista”. L’intervento esplorerà il percorso umano e intellettuale del collezionista, mettendone in luce la fine sensibilità estetica, la coerenza negli acquisti e la volontà di trasmettere il senso profondo del bello, anche ai non addetti ai lavori.
La sua collezione era un racconto, non un museo muto. Ogni pezzo era legato a una ricerca, a un viaggio, a un’intuizione: raccogliere per lui era comprendere, custodire, e infine restituire.
A seguire, Luca Pesante, curatore del Reparto Arti Decorative dei Musei Vaticani, offrirà una panoramica più ampia sullo sviluppo della ceramica tra Medioevo ed Età moderna, concentrandosi sul caso dell’Italia centro-settentrionale. Il suo intervento, intitolato “Dal Medioevo all’Età moderna attraverso la ceramica”, sarà un viaggio nel tempo attraverso le forme, i colori e gli stili che hanno reso celebre la produzione italiana.
La ceramica non è un’arte minore. È una lente attraverso cui leggere trasformazioni economiche, culturali e sociali. Dietro ogni oggetto c’è un mondo: botteghe, maestranze, committenti, e soprattutto, una civiltà materiale che riflette valori, simboli e identità.
Chiuderà il convegno Ettore Sannipoli, storico e tra i massimi esperti di maiolica eugubina, con un focus specifico su una delle produzioni più emblematiche del territorio: le “coppe abborchiate”, decorazioni ottenute con modelli a stampo utilizzate tra Quattrocento e Cinquecento, spesso impreziosite da medaglie, placchette, e motivi allegorici.
Il titolo del suo intervento, “Coppe abborchiate, medaglie e placchette. L’uso di modelli a stampo nella maiolica eugubina del ’500”, anticipa un’analisi dettagliata e ricca di riferimenti tecnici e iconografici, che restituirà la raffinatezza e la complessità di una tradizione artistica ancora troppo poco conosciuta fuori dai circuiti specialistici.
Il convegno e la mostra non sono solo un omaggio al passato, ma una proposta culturale per il futuro. Attraverso la valorizzazione dell’eredità di Colaiacovo e l’apertura al contemporaneo, si vuole riaccendere l’interesse per l’arte ceramica, in una città che porta nella sua identità visiva e simbolica i segni di questa tradizione.
Gubbio ha un patrimonio straordinario, ma non basta conservarlo. Bisogna renderlo vivo, farlo parlare alle nuove generazioni. Eventi come questo sono un’occasione per educare al bello e per rafforzare il senso di appartenenza alla nostra storia artistica.
Ricordare Giovanni Colaiacovo significa ritrovare un modo generoso e appassionato di vivere l’arte. Significa anche sottolineare quanto il collezionismo, quando è ispirato dalla conoscenza e dal rispetto, possa essere un gesto civico oltre che estetico.
Il convegno del 13 giugno e la mostra “Coppe Abborchiate” sono un dono alla città, ma anche un invito a guardare oltre, a riscoprire l’eleganza nascosta della ceramica, a credere che la bellezza sia ancora uno spazio possibile di incontro, di studio e di speranza.
Come avrebbe detto lo stesso Colaiacovo, “le opere non sono oggetti da possedere, ma compagne di un cammino interiore: ci parlano se sappiamo ascoltare, ci cambiano se impariamo a guardarci dentro”.
A cinque anni dalla sua scomparsa, Giovanni Colaiacovo continua a vivere nel ricordo affettuoso della sua città e nel mondo dell’arte ceramica, a cui ha dedicato tempo, studio e cuore.