Torna alla ribalta l'annosa questione del mai nato 'Museo delle Armi' di Terni. Nel question time di ieri in Consiglio regionale, il consigliere leghista Enrico Melasecche, con un atto firmato anche da Donatella Tesei, ha chiesto al vicepresidente regionale Tommaso Bori delucidazioni in merito.
In ballo ci sarebbero 3 milioni per la realizzazione del Museo provenienti dal Fondo sviluppo e coesione acquisito dalla precedente amministrazione. Melasecche menzionando cronoprogrammi che consetirebbero al Comune di Terni di chiudere una "questione trentennale" si è però visto dare una risposta tutt'altro che entusiasmante. Del 'Museo delle Armi' che valorizzerebbe quello che oggi è il Pmal (Polo di mantenimento armi leggere) di viale Brin, non c'è traccia negli accordi regionali. Almeno per il momento.
Melasecche nel presentare l'interrogazione ha ripercorso la storia del sito ternano. “L’antica Fabbrica d’armi, oggi Polo di mantenimento delle armi leggere, fu costruita nel lontano 1875, circa dieci anni prima della realizzazione delle acciaierie, e custodisce una collezione di armi tra le più importanti d’Europa, la quale, secondo il desiderio coltivato in città da decenni, potrebbe costituire il nucleo espositivo di un nuovo centro museale della città. Tale struttura è collocata lungo il percorso che porta 500mila turisti l’anno verso la Cascata delle Marmore e costituirebbe un’ulteriore attrazione ed una certezza dal punto di vista dell’equilibrio economico, con la creazione di vari posti di lavoro ed un introito certo dalla bigliettazione da destinare alla valorizzazione del sito e del percorso che si snoda lungo il Nera verso la Cascata".
Insomma le premesse ci sarebbero tutte per realizzare un'attrazione di grande richiamo. In merito anche la giunta Bandecchi a marzo dello scorso anno aveva approvato un atto di indirizzo che ribadiva l'interesse alla valorizzazione dello spazio rendendone una parte fruibile al pubblico. Recentemente lo stesso sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, aveva avuto un colloquio alla Fabrica d'armi per chiarire le premesse verso la concretizzazione del Museo.
La risposta di Bori ha però messo sul piatto una realtà diversa. “Ad oggi - ha dichiarato - non sono stati ancora selezionati gli interventi da finanziare per la richiesta di slittamento fatta dalla precedente Giunta. Sarà necessaria una procedura di attivazione da parte dall’attuale Giunta e andrà aperto un bando per l’inserimento della varie progettualità".
"Per il Museo delle armi di Terni va valutato - ha proseguito il vicepresidente -, come previsto dalla delibera della precedente amministrazione, se ci sono le condizioni e vanno fatte tutte le valutazioni del caso per vedere se questo progetto, che oggi non è ricompreso, può entrare a farne parte del piano di valorizzazione dei beni culturali finanziato con il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027".
A quanto pare i passaggi da fare sono ancora numerosi e non è affatto certo che la valorizzazione del Pmal ternano venga inserita fra gli interventi da finanziare.
Per nulla soddisfatto Melasecche che ha parlato di mera "risposta burocatrica". "Mi auguro che il vostro impegno sia più sostanzioso, preciso e veloce. Tempo da perdere non c’è" ha ribadito il consigliere leghista.
Dalla Giunta Proietti, ha sottolineato che non c'è "nessun impegno, nessuna tempistica definita, nessuna volontà concreta di attuare un progetto su cui come Lega e centrodestra abbiamo lavorato per anni".
"Realizzare il Museo delle Armi - ha detto - vuol dire consentire alla città di Terni di valorizzare la sua storia industriale, creare nuovi posti di lavoro, incrementare l’offerta museale del territorio e garantire una proposta turistica originale per l’intera Umbria”.
"Non permetteremo che Terni venga messa in secondo piano dalla sinistra che governa la Regione, la città merita rispetto e di veder realizzate quelle opere attese da decenni” promette Melasecche.