"Vogliamo giustizia e chiarezza fino in fondo": sono le parole del padre di Gaia Pagliuca, la ventitreenne deceduta nel settembre scorso dopo un intervento odontoiatrico in uno studio dentistico di Assisi. Oggi, 30 giugno 2025, l’appello arriva tramite l’avvocato Simone Moriconi, dopo la relazione del medico legale incaricato dalla Procura di Perugia.
La perizia ha attribuito la morte a una tossicità sistemica dell’anestetico locale somministrato alla giovane. L’uomo, distrutto dal dolore, chiede che non si parli di tragedia inevitabile senza accertamenti rigorosi, convinto che Gaia sarebbe ancora viva se fossero state rispettate tutte le procedure.
Gaia Pagliuca aveva 23 anni e una carriera brillante davanti a sé. Laureata con il massimo dei voti allo IED (Istituto Europeo di Design) di Roma, stava svolgendo uno stage presso Bottega Veneta alla Rinascente della Capitale, coronando così il sogno di lavorare nella moda. Secondo il racconto della famiglia, era una ragazza solare, determinata, generosa.
Viveva una vita regolare: non fumava, non beveva alcolici ed era attentissima alla salute. L’esame autoptico ha confermato il suo perfetto stato fisico fino al giorno dell’intervento. Il padre l’ha ricordata come "una ragazza che illuminava chiunque incontrasse, la cui vita è stata stroncata da qualcosa che si sarebbe potuto evitare".
Il medico legale nominato dalla Procura di Perugia ha depositato la relazione conclusiva: la morte di Gaia è stata causata da una tossicità sistemica dell’anestetico locale. Secondo quanto emerso, le furono somministrate sei fiale di anestetico in due fasi, durante un’estrazione del dente del giudizio iniziata come intervento di routine.
Poco dopo la seconda somministrazione, la ragazza ebbe convulsioni e vomito, seguiti da arresto cardiaco. Trasferita d’urgenza in ospedale, venne rianimata grazie a un farmaco antidoto che ripristinò il battito cardiaco dopo vari minuti, ma i danni cerebrali furono irreversibili e Gaia morì dopo tre giorni in terapia intensiva.
La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di tre dentisti: il padre, titolare dello studio, e le due figlie odontoiatre presenti all’intervento. Sono difesi dall’avvocato Luca Maori.
Il pubblico ministero sta valutando la posizione di ciascun professionista in relazione a eventuali responsabilità dirette o concause. L’ipotesi accusatoria si basa proprio sulla relazione medico-legale che evidenzia criticità sia nella somministrazione dell’anestetico sia nelle procedure di emergenza attuate dopo il malore.
Tra le possibili negligenze indicate dai periti vi sono una somministrazione non corretta dell’anestetico, il mancato utilizzo del defibrillatore presente nello studio e la mancanza di precise indicazioni alimentari alla paziente prima dell’intervento. La relazione evidenzia anche l’assenza del consenso informato firmato, la compilazione incompleta della cartella clinica e la mancanza di radiografie preliminari. Elementi che, se confermati, delineerebbero un quadro di responsabilità multiple.
L’avvocato Luca Maori, legale dei tre dentisti indagati, ha dichiarato che l’anestetico venne somministrato "in quantità anche inferiore al limite previsto dal suo peso". La difesa produrrà una relazione tecnica autonoma, certa di dimostrare la correttezza dell’operato del team odontoiatrico.
Secondo i dentisti, la tragedia sarebbe legata a una reazione imprevedibile, non a errori procedurali. Sarà ora la Procura a stabilire se la somministrazione fosse davvero conforme ai protocolli e se vi siano state omissioni o imprudenze decisive.
Intanto la famiglia, gli amici e l’intero ambiente IED di Roma si stringono nel ricordo di Gaia. In questi giorni è prevista una messa di commemorazione organizzata dai colleghi di stage a Roma.
"Non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia per lei", ha detto il padre, aggiungendo che l’unico obiettivo è sapere la verità su quanto accaduto quella mattina nello studio dentistico di Assisi.