28 Jun, 2025 - 15:30

Gaia Pagliuca, morì durante l'estrazione di un dente: fatale l'anestesia, tre indagati

Gaia Pagliuca, morì durante l'estrazione di un dente: fatale l'anestesia, tre indagati

Un arresto cardiocircolatorio, causato da tossicità sistemica da anestetico locale, sarebbe risultato fatale per la giovane Gaia Pagliuca. La 23enne era deceduta lo scorso 29 settembre, dopo essere stata tre giorni in terapia intensiva, a seguito di un malore durante un intervento in uno studio dentistico ad Assisi, dove avrebbe dovuto curare una carie. per omicidio colposo, con tre persone attualmente indagate.

Morte Gaia Pagliuca, i risultati dell'autopsia

Una reazione avversa ai farmaci utilizzati per l'anestesia avrebbe determinato un arresto cardiaco. Questo è il quadro fornito dall'autopsia sul cadavere di Gaia Pagliuca, 23 anni: La tragedia si è consumata il 26 settembre e Gaia è deceduta dopo tre giorni di agonia.

La giovane, infatti, era ricoverata in terapia intensiva presso l’ospedale di Perugia, dove era giunta in condizioni critiche a seguito del malore occorsole in uno studio dentistico dell’Assisano, dove avrebbe dovuto sottoporsi a trattamenti per la cura di alcune carie. A essere indagate ci sono due dentiste assieme al padre titolare dello studio.

Cosa era successo durante l'operazione?

Una volta giunta in ambulatorio, però, i medici decisero per l’estrazione di un dente del giudizio, intervento simile a uno già eseguito tre settimane prima.  Gaia aveva mangiato da circa un'ora e una radiografia evidenziò un malposizionamento dentario. Alla ragazza le fu somministrata una prima anestesia: 4 fiale di “mepicavaina senza adrenalina” iniettate tramite anestesia tronculare (vale a dire a livello locale).

Una volta iniziato l'intervento, la paziente iniziò ad accusare dolore e, per questo, le fu somministrata una seconda anestesia, con 2 fiale di anestetico intraligamentoso contenente adrenalina. Il dente del giudizio fu estratto ma Gaia accusò un malore improvviso, perdendo conoscenza, con convulsioni e vomito mentre i dentisti tentavano il massaggio cardiaco.

Nonostante i soccorsi e il trasporto in elicottero all’ospedale di Perugia, la giovane Gaia non riprese più conoscenza, per via dei gravi danni cerebrali riportati durante l'arresto cardiacoL'autopsia, quindi, determinante come in un caso recente, non lascia dubbi: l’arresto cardiocircolatorio è stato provocato da tossicità sistemica da anestetico locale, indicando una reazione avversa ai farmaci impiegati per l’anestesia.

La perizia

La perizia del medico legale Sergio Scalise Pantuso, depositata nei giorni scorsi nel fascicolo d'inchiesta, ora gestito dalla sostituta procuratrice Annamaria Greco, ha evidenziato che la prima anestesia potrebbe non aver sortito l’effetto desiderato a causa di una “esecuzione tecnica non adeguata” o di “alterazioni anatomiche del nervo alveolare inferiore”.

La successiva anestesia, sebbene non in quantità eccessive, avrebbe, perciò, causato la reazione avversa che ha condotto all’arresto cardiaco. La perizia ha escluso patologie preesistenti, dimostrando la correlazione diretta tra l’anestetico e l’evento fatale. Il cuore di Gaia, infatti, aveva ripreso a battere solo dopo la somministrazione di un farmaco “antidoto” da parte dei medici del Pronto Soccorso di Perugia.

Il medico legale ha, poi, sollevato diverse dubbi riguardo la condotta dei dentisti indagati. La relazione evidenzia la totale assenza di documentazione clinica: “Di tutto quanto accaduto, presso lo studio dentistico - si legge nella relazione medico legale - alcuna evidenza certificativa vi è in assenza di una qualsiasi forma di cartella clinica”.

Non è stata riscontrata una cartella clinica che riportasse anamnesi patologiche, obiettività clinica o esami radiologici preliminari all’estrazione che validassero le alterazioni dei denti. Mancava, inoltre, il consenso informato ai trattamenti. Non sono mancati dubbi anche sul modus operandi durante il malore che aveva avuto Gaia. I dentisti, infatti, avevano praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca ma "appare del tutto inadeguato - è scritto nella relazione del consulente tecnico nominato dalla procura - il mancato utilizzo del defibrillatore che pure era presente nello studio odontoiatrico ed il cui uso si imponeva al fine di garantire un adeguato supporto delle funzioni vitali e defibrillazione precoce".

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Emanuele Landi
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