14 Oct, 2025 - 13:00

Mensa ai turnisti, il Tribunale di Perugia riconosce il diritto: risarciti due operatori Usl Umbria 1

Mensa ai turnisti, il Tribunale di Perugia riconosce il diritto: risarciti due operatori Usl Umbria 1

Due sentenze del Tribunale di Perugia, sezione Lavoro, riconoscono il diritto alla mensa (o al buono pasto sostitutivo) ai turnisti dell’Azienda Usl Umbria 1 quando il servizio supera le sei ore continuative. Oltre al principio, arrivano risarcimenti superiori agli 8.000 euro a ciascuno dei due dipendenti dell’ospedale di Assisi che avevano presentato ricorso con l’assistenza della Cisl Fp Umbria. Una decisione che può incidere sull’intero comparto sanitario regionale e che apre un fronte giuridico ed economico destinato a produrre effetti a catena.

Diritto alla mensa per i turnisti: cosa ha stabilito il giudice per i due operatori della Usl Umbria 1

Il cuore della decisione sta nel richiamo all’articolo 8 del decreto legislativo 66/2003: in assenza di una disciplina regolatoria specifica o di una esclusione pattizia del diritto alla pausa, per i turni oltre le sei ore scatta il diritto a una pausa e, per derivazione, all’accesso al servizio mensa o a un equivalente beneficio sostitutivo. Il giudice del lavoro ha richiamato la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione che da anni orienta la materia, ma che finora non aveva trovato applicazione, in Umbria, nei confronti di un’amministrazione sanitaria regionale.

La pronuncia, maturata su due vertenze parallele, fissa un perimetro chiaro: non solo il personale su turnazione multipla per la continuità assistenziale, ma anche chi svolge un unico turno giornaliero superiore alle sei ore ha diritto alla mensa.

Perché è un precedente per la sanità umbra

Le due decisioni rappresentano un primo precedente specifico nel perimetro delle aziende sanitarie dell’Umbria. La materia, spesso delegata a prassi interne o a interpretazioni difformi, viene ora ricondotta a un principio univoco che può valere per infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici, amministrativi e professionalità non apicali impegnate in reparti e servizi dove l’orario effettivo supera la soglia delle sei ore. La conseguenza immediata è l’obbligo, per l’ente datore di lavoro, di assicurare un accesso organizzato alla mensa o, laddove non disponibile, di riconoscere un buono pasto di valore equivalente. La conseguenza prospettica è la possibile estensione di domande analoghe da parte di altri dipendenti che in passato si sono visti negare il beneficio.

Le ricadute economiche e organizzative per Usl e lavoratori

Oltre ai risarcimenti individuali superiori agli 8.000 euro, le sentenze possono determinare un adeguamento delle politiche interne in tema di pause e ristorazione. Per le aziende sanitarie significa ripensare turnazioni, accessi agli spazi mensa, convenzioni esterne e fondi per i buoni sostitutivi. Per i lavoratori, specialmente in reparti a forte stress operativo come pronto soccorso, degenze e servizi territoriali, il riconoscimento della pausa e del pasto è un tema di salute e sicurezza oltre che retributivo.

Il principio affermato dal Tribunale di Perugia consolida il legame tra tutela della persona che lavora e qualità del servizio erogato al cittadino: garantire tempi di recupero e alimentazione adeguata riduce errori, assenze e infortuni, migliorando la tenuta complessiva dei reparti.

La posizione della Cisl Fp Umbria e le parole del segretario

La vertenza è stata sostenuta dalla Cisl Fp Umbria, che rivendica il valore “pilota” del risultato. Il segretario generale Marcello Romeggini, come riporta PerugiaToday, definisce le decisioni una consacrazione dell’impegno sindacale quotidiano: "Queste sentenze rappresentano un’importante affermazione di principio e un risultato collettivo". "Sono la conferma tangibile" - prosegue - "dell’impegno con cui il nostro sindacato difende quotidianamente i diritti di tutti i lavoratori, traducendo la rappresentanza in tutele concrete". Un messaggio che sposta l’attenzione dal caso singolo alla cornice: il sindacato legge nelle pronunce del giudice un indirizzo da applicare in modo uniforme su tutta la platea dei turnisti aventi diritto.

Che cosa devono fare adesso i dipendenti: l’appello e i controlli

Alla luce delle sentenze, la Cisl Fp invita gli operatori della sanità regionale a verificare i cartellini marcatempo per individuare i periodi in cui si sono superate le sei ore senza fruire della mensa o del buono pasto. L’organizzazione sindacale si rende disponibile a supportare l’analisi della documentazione e a valutare le azioni di tutela più opportune, iscritti e non iscritti. 

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Giorgia Sdei
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