15 Apr, 2025 - 10:45

Medicina di Iniziativa in Valnerina: il nuovo modello sanitario che punta su prevenzione e prossimità

Medicina di Iniziativa in Valnerina: il nuovo modello sanitario che punta su prevenzione e prossimità

Un modello sanitario che si muove in anticipo, intercetta il bisogno prima della patologia e costruisce reti territoriali attorno ai pazienti più fragili. La Medicina di Iniziativa sbarca in Valnerina con un progetto pilota che promette di cambiare radicalmente l'approccio alle malattie croniche, puntando su prevenzione, assistenza di prossimità e integrazione tra professionisti. A Norcia la presentazione del programma ha richiamato un ampio pubblico di esperti, istituzioni e cittadini, a conferma di un'esigenza sempre più urgente di riformare la sanità territoriale.

Un nuovo paradigma per la gestione delle cronicità

Il cuore della Medicina di Iniziativa è un cambio di prospettiva: non si attende più che la malattia si manifesti, ma si agisce in anticipo. Questo approccio, destinato in prima battuta ai soggetti fragili e agli anziani, ma che riguarda ogni fascia di popolazione, prevede una presa in carico precoce e integrata tra medici di base, specialisti e servizi territoriali. È un sistema che mette al centro la persona e che mira a evitare l'ospedalizzazione attraverso un monitoraggio costante, percorsi di prevenzione mirati e una rete di professionisti in grado di rispondere ai bisogni del paziente nel suo stesso contesto di vita.

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A presentare il progetto, nella gremita Sala Digipass di via Solferino a Norcia, sono stati i vertici della Usl Umbria 2 e della Regione Umbria. Il direttore generale Piero Carsili ha sottolineato come questo modello rappresenti "un importante passo in avanti nella definizione di strategie condivise per un'assistenza sanitaria più vicina ai bisogni dei cittadini della Valnerina, superando definitivamente l'approccio ospedalocentrico".

Territorio, prevenzione e prossimità: la nuova rete di cura

La Medicina di Iniziativa si fonda su un'integrazione stretta tra ospedale e territorio. Un lavoro di squadra che coinvolge figure diverse: medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, infermieri di comunità con competenze avanzate. L'obiettivo è creare un sistema reattivo e flessibile, capace di accompagnare il paziente nel tempo e nei luoghi della sua quotidianità.

La dottoressa Daniela Donetti, direttore Salute e Welfare della Regione Umbria, ha evidenziato come il modello preveda un'integrazione tra ospedale e territorio, "punta sulla prevenzione, sul potenziamento dell'assistenza territoriale, sulla necessità di sviluppare servizi specialistici territoriali con infermieri dotati di competenze avanzate per la presa in carico dei pazienti cronici. Con l'obiettivo primario di ridurre il ricorso all'ospedalizzazione attraverso una rete di assistenza che comprenda infermieri di comunità e attività ambulatoriali specialistiche pneumologiche, cardiologiche e radiologiche in loco".

La dottoressa Simona Marchesi, direttrice del distretto Valnerina, ha invece illustrato una dettagliata analisi del contesto locale, frutto di un questionario somministrato a 230 residenti over 65. Uno strumento utile per disegnare un sistema sanitario davvero calibrato sui bisogni reali della popolazione.

La Medicina di Iniziativa Valnerina è un progetto da esportare

Non un esperimento isolato, ma un primo tassello di una strategia più ampia. Il progetto pilota della Medicina di Iniziativa in Valnerina sarà costantemente monitorato, con l'intento di estenderlo progressivamente ad altri territori umbri. "Verrà attentamente monitorato con la duplice finalità di estenderlo ad altri ambiti territoriali dell'Umbria e farlo diventare un elemento importante del nuovo Piano Sanitario Regionale in fase di elaborazione", ha dichiarato Donetti.

Durante l'incontro hanno portato il loro contributo anche numerosi esperti e medici: dal dottor Andrea Fabbo, geriatra e direttore sanitario della Asl di Asti, ai responsabili delle unità operative di cardiologia, pneumologia e radiologia degli ospedali di Foligno-Spoleto. Le conclusioni sono state affidate al direttore sanitario dell'Usl Umbria 2, dottor Nando Scarpelli, che ha sottolineato l'importanza di un approccio multidisciplinare e sinergico per garantire l'efficacia del nuovo modello.

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La Valnerina si candida così a diventare un laboratorio d'innovazione per tutta la regione: un territorio fragile che, proprio nella sua complessità, può offrire spunti preziosi per costruire una sanità più umana, più vicina e più efficace.

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Giorgia Sdei
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