Matteo Falcinelli, durante un’intervista nel programma televisivo “Cinque Minuti” condotto da Bruno Vespa, accompagnato da sua madre, han condiviso dettagli complicati della loro esperienza legata all’arresto di Matteo a Miami. 

Matteo Falcinelli da Bruno Vespa: “Questo momento mi segnerà per sempre”

A causa delle implicazioni legali del suo caso, Falcinelli non è stato in grado di parlare liberamente, ma ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto.

Questo momento molto delicato mi segnerà per tutta la vita. Sono grato per l’aiuto ricevuto dalle istituzioni italiane e dal governo, oltre che dal sostegno della comunità,” ha detto Matteo. L’arresto ha suscitato grande interesse mediatico, soprattutto dopo la diffusione di video da parte della polizia di Miami, in cui Falcinelli appare usare un linguaggio inappropriato e avere un contatto fisico con gli agenti di polizia mentre denunciava la scomparsa di due cellulari.

La madre di Matteo ha corretto alcune informazioni errate riportate, sottolineando che il figlio non chiedeva indietro 500 dollari, bensì i suoi telefoni, essenziali per la sua vita personale e accademica. “La narrazione della polizia non corrisponde alla realtà. Matteo era disperato per la perdita dei suoi mezzi di comunicazione, non per soldi,” ha spiegato.

Bruno Vespa ha poi sollevato questioni relative alla tecnica di contenimento usata dalla polizia, nota come “hogtie” (incaprettamento), che non è permessa in Italia e in molti altri paesi per i rischi che comporta. La madre ha risposto descrivendo il dolore fisico e emotivo subito da Matteo a causa delle manette troppo strette e della posizione forzata. “Matteo viene portato via alle 3:50 (del mattino, ndr), viene fatto entrare dentro, non regge più il dolore delle manette che gli entrano nella carne, e quindi lui chiede i diritti. L’autolesionismo avviene due ore e mezza dopo essere stato incaprettato e nella macchina della polizia lo lasciano in condizioni di soffocamento. Chiede disperatamente aiuto perché sta soffocando e l’agente gli dice ‘se tu puoi parlare vuol dire che respiri'”, ha detto.

Falcinelli: “Desidero tornare negli Stati Uniti per finire i miei studi”

La discussione si è poi spostata sulla sentenza relativamente mite ricevuta da Matteo, che prevede la frequenza a corsi di comportamento come parte della sua riabilitazione. A una domanda diretta di Vespa, Matteo ha confermato il suo desiderio di tornare negli Stati Uniti per completare i suoi studi: “Desidero tornare per finire ciò che ho iniziato e per ottenere giustizia. Voglio anche incoraggiare altri a non avere paura di denunciare, perché incidenti del genere sono troppo comuni negli Stati Uniti.”

Il caso che sta scuotendo l’Italia e non solo

Falcinelli, arrestato all’uscita di uno stripclub, dove afferma di essere finito per errore, è stato poi rinchiuso in cella per quasi tre giorni, durante i quali, secondo la madre, non è stato possibile contattarlo.

La polizia e l’amministrazione di North Miami Beach si sono recentemente difese sostenendo che il comportamento di Falcinelli era aggressivo e che l’uso della forza era conforme ai protocolli del dipartimento. Un rappresentante del municipio ha sottolineato che la tecnica di legare le gambe è ampiamente usata come strumento di contenzione. Tuttavia, le dichiarazioni ufficiali non sono riuscite a placare le preoccupazioni sulla gestione dell’incidente.

Le autorità italiane, tramite la Farnesina, hanno richiesto chiarimenti sull’accaduto, mentre la procura di Roma ha avviato un’indagine. Video successivi hanno mostrato Falcinelli esasperato e frustrato, protestando per il recupero dei suoi cellulari, essenziali per la sua vita quotidiana e accademica. In un momento di tensione, ha sfidato gli agenti di polizia, annunciando l’intenzione di portarli in tribunale.

Il dibattito si è intensificato con la pubblicazione di 23 video e documenti interni della polizia, che includono dettagli sul comportamento di Falcinelli prima e durante l’arresto. Il supervisor di turno, vicecapo Nelson Camacho, ha descritto l’italiano come alterato e bellicoso, un comportamento che ha portato alla decisione di immobilizzarlo per prevenire possibili autolesioni.