Sembra delinearsi in modo sempre più chiaro la posizione della Giunta in merito alla manovra fiscale della Regione Umbria. Durante l'incontro di ieri con sindacati e associazioni di categoria, sono state illustrate misure che potrebbero avere un impatto concreto sul benessere sociale ed economico della regione. La Giunta guidata da Stefania Proietti ha infatti presentato una manovra che punta a tenere in ordine i conti pubblici senza rinunciare ad aiutare cittadini e imprese. Ma quali sono i punti cardine di questa riforma?
Tra le novità più significative c'è l'eliminazione dell'annunciato aumento del bollo auto: una misura che, se confermata, rappresenterà un segnale importante per famiglie e imprese umbre, evitando un aggravio che avrebbe pesato soprattutto sui redditi medi e bassi. La Regione ha dichiarato di non voler introdurre l'imposta "nella consapevolezza dell'impatto che tale imposta avrebbe sul tessuto sociale ed economico regionale".
La proposta di manovra prevede inoltre l'introduzione di una "no tax area" per i redditi fino a 28.000 euro, con l'obiettivo di sollevare una vasta fascia della popolazione dal prelievo fiscale regionale. Una seconda fascia, compresa tra i 28.000 e i 50.000 euro, beneficerà di un nuovo sgravio fiscale studiato per attenuare l'impatto della manovra. L'intera operazione sarà accompagnata dalla creazione di un fondo taglia-tasse, alimentato attraverso un percorso di razionalizzazione della spesa, in particolare nel comparto sanitario.
L'obiettivo, ha spiegato la Regione, è quello di costruire un provvedimento che sia "il più equo possibile" e che "tenga insieme sostenibilità dei conti pubblici e tuteli proporzionalmente tutte le fasce di reddito".
Uno dei pilastri del piano economico è la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, su cui la Giunta punta per garantire servizi più efficienti e ridurre gli sprechi. Il controllo puntuale della spesa delle aziende sanitarie rappresenta non solo uno strumento di razionalizzazione, ma anche un'opportunità per liberare risorse da destinare a investimenti mirati nei settori strategici del territorio.
Sul fronte delle imprese, la Regione ha inoltre manifestato l'intenzione di contenere l'incremento dell'Irap previsto per il 2026, fissando l'obiettivo di ridurlo allo 0,4 per cento. Una misura accolta con favore dalle associazioni di categoria, che nei tavoli di confronto hanno espresso preoccupazione per l'impatto che un aumento dell'imposta regionale sulle attività produttive avrebbe potuto avere sull'intero comparto.
Nel confronto con le categorie economiche, la Regione ha evidenziato che "una decisione che riflette la volontà della Giunta di non gravare ulteriormente sulle spalle tanto dei cittadini quanto delle imprese, che si troverebbero a sostenere in misura ben superiore un eventuale aumento del bollo sui mezzi e sulle flotte aziendali".
Il percorso scelto dalla Regione Umbria per quanto riguarda la manovra fiscale si distingue anche per il metodo: un confronto serrato con le parti sociali e le organizzazioni datoriali per costruire un provvedimento condiviso. Una pratica che, in tempi di crescenti tensioni sociali e frammentazione del consenso, assume un valore politico non secondario.
"In conclusione, il processo di concertazione avviato dalla Regione Umbria rappresenta un passo cruciale verso la definizione di una manovra economico-finanziaria che vuole essere il più equa e sostenibile possibile, arrivando alla definizione di proposte che siano il risultato di un attento lavoro di ascolto di tutte le istanze sociali", si legge nella nota ufficiale di Palazzo Donini.
L'impressione è quella di una Regione che vuole trasformare la crisi in opportunità, facendo leva su riforme strutturali, una maggiore efficienza amministrativa e una visione di sistema. Resta ora da capire come il piano sarà tradotto in misure concrete nei prossimi mesi. Ma l'indirizzo politico è chiaro: meno tasse per chi ha meno, più equità fiscale e un utilizzo più intelligente delle risorse pubbliche. Un esperimento umbro da seguire con attenzione.