La nuova proposta di riforma fiscale della Regione Umbria ha trovato subito la ferma opposizione dei sindacati locali, che non hanno esitato a esprimere apertamente la loro perplessità durante un vivace confronto a Palazzo Donini. Al centro della discussione, questioni delicate come le variazioni delle aliquote Irpef, la sostenibilità economica del sistema sanitario e le possibili misure per risanare i conti pubblici regionali.
Rita Paggio della Cgil, pur apprezzando la revisione al ribasso della manovra fiscale da parte della Regione, mantiene una linea critica, segnalando alcune problematiche irrisolte, specialmente per i redditi medi tra 28 e 50mila euro. "I correttivi introdotti non risolvono del tutto i punti deboli già segnalati," precisa Paggio, che riconosce tuttavia nella proposta di un fondo, finanziato con una mirata ottimizzazione delle risorse, un elemento positivo e potenzialmente vantaggioso per la collettività.
Maurizio Molinari della Uil ha alzato decisamente i toni della discussione, definendo inadeguata la scelta regionale di rispondere al deficit con nuove tasse. Per Molinari, la Regione dovrebbe piuttosto prendere esempio dal clima nazionale, orientato verso sgravi fiscali e politiche economiche di rilancio, inclusa una significativa revisione della sanità locale. "Serve un progetto serio e coerente che sostenga occupazione stabile e salari dignitosi," ha evidenziato Molinari, esprimendo insoddisfazione per la mancanza di uno spazio costante di confronto tecnico-politico sul futuro economico e sociale dell'Umbria.
Angelo Manzotti della Cisl non risparmia critiche puntuali alla Regione, sottolineando che una revisione profonda del sistema sanitario deve assolutamente precedere qualsiasi decisione di aumentare il carico fiscale sui cittadini umbri. Manzotti insiste sull'importanza di ottimizzare con attenzione le risorse destinate alla sanità, unica strada possibile per ridurre il deficit senza colpire ulteriormente i lavoratori. "Prima di parlare di nuove tasse serve un piano concreto e realistico per rendere sostenibile ed efficace la sanità regionale," ha dichiarato con fermezza. Positiva invece, per il sindacalista, la scelta della Giunta di fare marcia indietro sul bollo auto, misura particolarmente impopolare vista la necessità quotidiana dell'automobile in una regione che soffre storicamente di collegamenti insufficienti.
Nell'ultimo braccio di ferro con le parti sociali, Palazzo Donini ha deciso di ricalibrare in modo significativo la manovra, portando il valore complessivo previsto da 90 a 52 milioni di euro. La revisione si concentra soprattutto sull'Irpef, con uno scudo fiscale per i redditi fino a 28mila euro e una riduzione, seppur limitata, del peso tributario sui cittadini con redditi tra 28 e 50mila euro.
Accantonato definitivamente anche l'aumento del bollo auto che avrebbe dovuto partire nel 2026, mentre l'Irap, invece, farà un balzo dal 3,90% al 4,40%. La Regione prova a rassicurare introducendo un fondo di compensazione fiscale, finanziato attraverso un rigoroso programma di tagli e ristrutturazione della spesa sanitaria, con l'intento dichiarato di venire incontro ai bisogni concreti delle famiglie e delle imprese umbre.
I vertici della Giunta regionale, con in testa la presidente Stefania Proietti affiancata dagli assessori Tommaso Bori e Francesco De Rebotti, mantengono aperta la porta al dialogo con sindacati e imprese. L'amministrazione punta a trovare un equilibrio che permetta di superare le difficoltà finanziarie della regione, tutelando al tempo stesso i cittadini economicamente più vulnerabili. Gli incontri con i rappresentanti dei lavoratori proseguiranno fino all'ultimo minuto utile prima del voto in Consiglio, programmato a stretto giro, mentre si attendono con interesse anche le osservazioni dal mondo delle imprese.