All'Istituto Serafico di Assisi, durante la Settimana Santa, si è vissuto un momento importante di servizio: medici, terapisti, operatori e la stessa presidente dell'istituto, Francesca Di Maolo, si sono resi protagonisti della lavanda dei piedi ai ragazzi ospiti della struttura.
Un rito che si tiene ogni anno nel Giovedì Santo, in tutt'Italia ma in quest'istituto l'emozione è sempre grande. "La celebrazione, - spiega l'Istituto - svoltasi come ogni anno nella cappella del Serafico, è stato un momento sobrio, vissuto in silenzio e raccoglimento, che rinnova il gesto di Gesù nell'ultima cena e restituisce pienamente il senso di ciò che significa 'servire' l'altro con rispetto e umiltà".
L'Istituto Serafico di Assisi, infatti, ogni giorno si prende cura di bambini e giovani adulti con disabilità gravi e gravissime, accompagnandoli in percorsi educativi, sanitari e spirituali costruiti intorno alla persona.
Il rito è stato un momento intenso per coloro che hanno compiuto il gesto, ma anche e soprattutto per i ragazzi che lo hanno ricevuto: "Con la lavanda dei piedi rinnoviamo il nostro impegno nel servizio, è un modo per confermare il nostro sì alla vita - ha spiegato Francesca Di Maolo - Questa non è una parentesi rituale, ma racchiude tutto il significato del nostro servizio quotidiano, perché ogni giorno gli operatori del Serafico curano, lavano, vestono, sostengono, consolano. Oggi ricordiamo a noi stessi che le nostre mani sono al servizio di un amore più grande. In questo mondo travolto dalle guerre ci auguriamo che oggi si possa riflettere sull'immenso valore di ogni vita umana".
"Nel gesto della lavanda dei piedi - conclude la nota l'Istituto - c'è un messaggio forte: la cura non è solo professione, ma è soprattutto relazione fatta di rispetto e responsabilità condivisa, che trova il suo posto naturale nella fede e nella responsabilità per la vita dell'altro".
“Noi siamo cristiani nella misura in cui questa Settimana ci dice qualcosa di vero, di profondo, di trasformante e dunque nella misura in cui il mistero della Pasqua di Gesù diventa anche la nostra vita”: aveva detto il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino durante l’omelia della santa messa celebrata la mattina della Domenica delle Palme nella cattedrale di San Rufino ad Assisi. Prima della celebrazione eucaristica il vescovo aveva benedetto i ramoscelli di ulivo dal sagrato della chiesa di Santa Maria sopra Minerva alla presenza di tanti cittadini, membri delle confraternite e turisti.
“Questa grande Settimana dell’anno liturgico - aveva sottolineato il vescovo - deve servire a noi per fare lo stesso cammino. Dobbiamo prendere coscienza del nostro peccato che abita il nostro cuore e anche le nostre relazioni. Dobbiamo diventare uomini e donne davvero risorti a vita nuova che fanno del Vangelo la loro vita, il loro programma e il loro ideale”.
Dopo aver celebrato, il Mercoledì Santo, a San Rufino la santa messa crismale, con la benedizione degli oli santi, nella giornata odierna 17 aprile, Giovedì Santo, alle ore 17,30, mons. Sorrentino presiederà in cattedrale la santa messa “nella Cena del Signore”, con la lavanda dei piedi, seguiranno la reposizione del Santissimo Sacramento e il rito della Scavigliazione.
Il 18 aprile, Venerdì Santo, alle ore 6,45 ci sarà l’Ufficio di letture e a seguire la processione mattutina del Cristo Morto. Alle ore 17 la celebrazione della Passione del Signore, presieduta dal vescovo con la liturgia della Parola, adorazione della croce e comunione all’assemblea. Alle ore 20,30 la processione del Cristo Morto, animata dalle Confraternite alla luce delle fiaccole per i vicoli del centro storico. Sabato 19 veglia di Pasqua alle ore 22 la solenne Veglia Pasquale, presieduta dal vicario generale, don Giovanni Zampa. Il giorno di Pasqua il vescovo, infine, celebrerà la santa messa alle ore 11.15 nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra e alle ore 18 nella cattedrale di San Rufino.