06 Jun, 2025 - 19:10

Laura Santi in attesa del via libera al suicidio assistito in Umbria

Laura Santi in attesa del via libera al suicidio assistito in Umbria

La giornalista perugina Laura Santi, 58 anni, affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla, ha ufficialmente avviato la procedura sanitaria per poter accedere al suicidio assistito in Umbria. Secondo l’Associazione Luca Coscioni, che ne ha dato notizia, Santi è la prima persona dell’Umbria ad avere i requisiti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito.

Al momento manca però un passaggio formale e sostanziale per completare l’iter, come spiegato all’Ansa dall’avvocato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale della donna.

Cosa prevede la sentenza Cappato e perché riguarda il caso Santi

Il quadro normativo di riferimento è la sentenza Cappato della Corte Costituzionale (2019), che ha stabilito i criteri per l’accesso al suicidio assistito. Chi fa richiesta deve essere affetto da una patologia irreversibile con sofferenze ritenute intollerabili, dipendere da trattamenti di sostegno vitale e mantenere la capacità di intendere e volere.

Nel caso di Laura Santi, la commissione medica aziendale dell’Usl ha confermato che Santi "ha tutti e quattro i requisiti previsti" dalla sentenza. L’Associazione Luca Coscioni ha sottolineato che Santi è così "la prima umbra e la nona persona in Italia a ottenere il via libera".

Il parere dei medici sul protocollo farmacologico è già arrivato

L’iter in Umbria segue le linee guida concordate con il Ministero della Salute. Come previsto dalla sentenza Cappato, la procedura è iniziata con un accertamento clinico e una relazione dei medici. Il collegio dei medici esperti dell’Azienda sanitaria ha già espresso parere favorevole, confermando le condizioni cliniche di Santi e approvando il protocollo farmacologico. In altre parole, sono già state definite il farmaco da utilizzare e le modalità di autosomministrazione. Questo passaggio sancisce il completamento della fase medica dell’iter. La stessa Santi aveva già annunciato di non voler ricorrere immediatamente alla procedura, riservandone l’uso al momento in cui la sua condizione lo renderà strettamente necessario.

Manca solo il parere del comitato etico regionale

A questo punto l’Asl Umbria 1 ha richiesto il parere del comitato etico regionale, trasmettendo i documenti sul farmaco e sulle modalità di autosomministrazione. Come ha riferito all’ANSA l’avvocato Filomena Gallo, "l’azienda sanitaria ci ha comunicato che, a seguito della relazione dei medici, ha chiesto il parere su farmaco e modalità per autosomministrazione al comitato etico e questo ancora non c'è". In sostanza, il comitato etico deve ancora riunirsi per esprimersi sul protocollo; finché non si pronuncia, l’iter resta in attesa del via libera finale.

Suicidio assistito a casa: la scelta personale di Laura Santi

Quando il parere del comitato etico sarà favorevole, l’iter potrà considerarsi formalmente concluso. A quel punto Laura Santi potrà decidere autonomamente il momento in cui ricorrere alla procedura di suicidio assistito, senza dover ottenere ulteriori autorizzazioni.

Come ha precisato ancora Gallo all’ANSA, "una volta che la procedura sarà stata completata Laura Santi potrà accedere al suicidio assistito in Umbria senza altre autorizzazioni". La decisione finale sarà pertanto esclusivamente nelle sue mani. Santi ha anche già stabilito il luogo: secondo Gallo, l’assistenza medica avverrà a casa sua.

Come funziona il suicidio assistito in Italia

In Italia, il suicidio assistito è consentito solo in casi molto circoscritti, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019, nota come sentenza Cappato. La differenza rispetto all’eutanasia attiva, vietata dall’ordinamento, sta nel fatto che è il paziente stesso ad autosomministrarsi il farmaco letale. Il ruolo del personale medico è limitato alla verifica delle condizioni e alla supervisione tecnica.

Tra i casi noti che hanno aperto la strada a questa possibilità vi sono quelli di Fabiano Antoniani (Dj Fabo) e più di recente di Antonio, paziente marchigiano affetto da tetraparesi, il primo ad accedere alla procedura in Italia.

AUTORE
foto autore
Francesca Secci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE