Una cornice naturale di rara bellezza, simbolo dell’Umbria lacustre, rischia di trasformarsi in teatro di una crisi ambientale e sanitaria. Il Lago Trasimeno è al centro dell’attenzione dell’Assemblea legislativa dell'Umbria, che oggi ha discusso un’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere Nilo Arcudi (Tesei Presidente–Umbria Civica). Il tema? La moria anomala e precoce di pesci che, a partire dalla fine di febbraio, ha interessato vaste aree del bacino, suscitando allarme tra residenti, operatori turistici e istituzioni locali.
“La Regione Umbria, cui spetta la responsabilità in materia di demanio idrico e sanità pubblica, non può rimanere in silenzio”, ha esordito Arcudi durante il suo intervento in Aula. “Serve un’azione tempestiva, coordinata e straordinaria, per salvaguardare il Lago Trasimeno, le comunità che ci vivono e l'immagine dell'intero territorio regionale”.
Il consigliere ha ripercorso l’inizio del fenomeno: “Dalla fine di febbraio il Trasimeno è teatro di una moria anomala e anticipata di pesci, in particolare di carassi, con conseguenze evidenti per l’equilibrio ambientale, la salute pubblica e l’economia locale, in primis il turismo”.
Arcudi ha spiegato che simili episodi non sono nuovi ma che quest’anno si sono manifestati con tempistiche e dimensioni senza precedenti: “Un fenomeno che, pur essendo ciclico, quest’anno ha raggiunto dimensioni inedite e si è manifestato con un anticipo preoccupante, rendendo insufficienti le misure ordinarie di contenimento e gestione”.
A sostegno delle sue preoccupazioni, il consigliere ha ricordato le ordinanze emesse dai sindaci della zona: “I sindaci dei Comuni del Trasimeno, su indicazione dell’Usl Umbria 1, hanno già emanato ordinanze per la bonifica delle sponde, segnalando rischi igienico-sanitari concreti. Si tratta di una situazione grave e diffusa”.
Arcudi ha poi presentato una lunga lista di richieste operative rivolte alla Giunta regionale: “Chiedo che la Giunta regionale chiarisca le reali cause del fenomeno ed effettui comunicazioni ufficiali per tutelare cittadini e operatori”, ha dichiarato. “Chiedo che venga dichiarato lo stato di calamità naturale per l’area del Lago Trasimeno; che vengano adottate misure straordinarie operative e finanziarie, ulteriori rispetto alla DGR 519/2024, per la rimozione e lo smaltimento urgente dei pesci morti; che venga coinvolto immediatamente un numero maggiore di pescatori locali; che si attivi un tavolo inter-istituzionale con Comuni, Arpa, Usl, Afor e Protezione Civile; che si acceleri il protocollo per l’adduzione dell’acqua dalla diga di Montedoglio, in collaborazione con la Regione Toscana; che si agisca concretamente a tutela della stagione turistica 2025, prevedendo risarcimenti per gli operatori economici colpiti”.
A prendere la parola per la Giunta è stata l’assessore Simona Meloni, che ha subito messo in chiaro l’origine della moria: “La moria dei pesci è un fenomeno noto e legato a condizioni ambientali critiche, alla presenza di batteri, alla ridotta ossigenazione”.
Meloni ha assicurato che la Regione ha già adottato misure concrete: “La Regione ha avviato una serie di azioni concrete: la formazione degli operatori addetti alla raccolta dei pesci, l’elaborazione di linee guida per la gestione delle morie di pesci”.
Tra le azioni più significative, l’attivazione di una task force: “Tra metà aprile e metà maggio è stata attivata una apposita task force, anche per ridurre l’impatto visivo del fenomeno”, ha spiegato l’assessore. “La situazione è stata risolta”.
Meloni ha anche illustrato il quadro finanziario degli interventi: “Nel 2024 vennero stanziati 50mila euro per la raccolta e lo smaltimento dei pesci. La cooperativa dei pescatori ha provveduto alla raccolta e allo smaltimento”. Ma non sono mancate le difficoltà, soprattutto sul fronte dei risarcimenti: “Dal Ministero ci hanno comunicato che non potremo utilizzare le risorse europee Feampa per risarcire chi svolge questi interventi, per i quali abbiamo stanziato 70mila euro”, ha chiarito.
Non del tutto soddisfatto della risposta, Arcudi ha replicato sottolineando l’urgenza di un’inversione di tendenza per l’intera area del Trasimeno. “Ci troviamo spesso a confrontarci sul futuro del Trasimeno”, ha detto. “In quell’area si registra anche un calo dei flussi turistici e bisogna invertire la tendenza. Importante trovare le risorse per coprire questi interventi di bonifica in un’area tanto ampia”.