19 May, 2025 - 10:35

Ivano De Matteo al Politeama di Terni presenta 'Una figlia', un film sulle ombre dei rapporti familiari

Ivano De Matteo al Politeama di Terni presenta 'Una figlia', un film sulle ombre dei rapporti familiari

In più occasioni abbiamo raccontato di quale vivacità animi le sale cinematografiche. Veri presidi di resistenza culturale che, seppur tra molte difficoltà, non vengono meno alla propria missione. Tra i cinema che spesso promuovono appuntamenti di rilievo c'è il Politeama di Terni che grazie alla collaborazione con Sentieri del Cinema è ormai diventato un punto di riferimento sia per pubblico che per tanti adetti ai lavori - registi, attori, sceneggiatori - che lo scelgono per presentare i propri lavori.

Così sarà anche giovedì 22 maggio quando nel multisala ternano l'ospite d'onore sarà Ivano De Matteo con il suo ultimo film 'Una figlia'. Una serata speciale per incontrare il regista di 'Mia', 'I nostri ragazzi' e 'Gli equlibristi'. Con lui anche la sceneggiatrice Valentina Ferlan e l'attrice ternana Cecilia Di Giuli che è nel cast. Per farci dare qualche anticipazione, abbiamo incontrato Maria Rita Fedrizzi di Sentieri del Cinema che in esclusiva a Tag24 Umbria ha svelato cosa si va preparando.

Un film sulle sfide della genitorialità

Dopo la maternità con ospite Mimmo Verdesca, il Politeama affronta con De Matteo il tema, sicuramente meno battuto, della paternità. Perché è importante vedere questo film secondo te?

"Perché è una storia che ci riguarda tutti. Un film che invita a riflettere sulle sfide della genitorialità. Di fronte a un gesto irreparabile compiuto da un figlio, lontanissimo dagli insegnamenti, dai valori che gli sono stati trasmessi, quanto può arrivare a perdonare un genitore? Esiste un limite? Quanto l’amore è più forte della ragione? Si può, nonostante e soprattutto nel dolore più grande, scegliere comunque di continuare ad amare?

Pietro, il protagonista di 'Una figlia', è un uomo segnato dalla perdita della moglie, un padre che ha cresciuto la figlia da solo con amore e dedizione. Un legame, il loro, che se all’inizio ha rappresentato un rifugio dal dolore, poi li ha come chiusi e separati dal mondo, diventando totalizzante, soprattutto per Sofia. Quando Pietro tenta di ricostruirsi una vita con la nuova compagna la reazione di lei è violenta, inaspettata, inaudita. Dove affondano le radici di una tale rabbia? Perché Pietro non è stato in grado di comprendere per davvero e arginare il disagio, la insofferenza, la gelosia, il senso di tradimento, il dolore che albergava nell’animo della figlia? Quello di Ivano De Matteo è quindi anche un film che racconta le famiglie allargate e la difficoltà di creare nuovi equilibri, mostrando come il dolore del passato possa influenzare la capacità di aprirsi al futuro.

Un film che mostra come l’adolescenza sia un momento sempre complesso e difficile non solo per i ragazzi, ma anche per i loro genitori, incapaci di comprendere le contraddizioni e le complessità dei propri figli, incapaci spesso di stabilire una comunicazione e una connessione profonda e sincera con loro. Di fronte alle porte sbarrate e sbattute di questi ragazzi, quasi che loro camere fossero un baluardo da difendere a tutti i costi, di fronte alle sbuffate infastidite, ai silenzi impenetrabili, ai mozziconi di frasi con cui si rivolgono agli adulti, di fronte a reazioni esagerate e incomprensibili, i genitori si sentono inadeguati, sconfortati, impotenti, non sanno cosa sia giusto fare, come comportarsi. Hanno come la sensazione di trovarsi davanti a degli sconosciuti.

'Una figlia' si interroga anche sul dopo, su cosa accade quando l’irreparabile, l’inimmaginabile è avvenuto, quando la violenza è deflagrata fra le mura domestiche di una famiglia ordinaria, come tante, portandosi via tutto, lasciando dietro di sé solo macerie. C’è, ancora e nonostante tutto, una possibilità di trasformazione interiore, di redenzione, di rinascita, di riconciliazione? Di guardare e proiettarsi nel futuro? De Matteo ci accompagna lungo questo percorso di assunzione di responsabilità e comprensione del male arrecato, lungo questa risalita faticosa e irta, per entrambe le parti, per chi quella violenza l’ha commessa e per chi l’ha subita".

La sospensione di ogni giudizio

De Matteo di questo film racconta la delicatezza con cui si è approcciato alla storia, abbandonando ogni facile giudizio in favore di una narrazione più intima. Come si può trovare quell’equilibrio?

"Non c'è giudizio nello sguardo del regista, ma la volontà di raccontare le emozioni di chi sbaglia, di andare oltre l'etichetta di “carnefice” e indagare cosa succede nella mente e nel cuore di una giovanissima che ha compiuto un atto terribile distruggendo la vita propria e di altri, finanche quella della persona che ama di più al mondo, suo padre. La forza straordinaria di questo film è nel suo scaraventarti dentro, nel mostrarti gli esiti di quella deflagrazione, senza giustificare e soprattutto senza giudicare.

In una epoca come quella in cui viviamo, contraddistinta dal giudizio facile, in cui in televisione, sui social, magari nascosti dietro l’anonimato che ti garantisce una tastiera, si emettono sentenze frettolose, parole di condanna, giudizi senza possibilità di appello, anche essi a loro modo violenti e feroci, Ivano De Matteo non solo ha il coraggio di dirci che la realtà è molto più complessa di come appare, ma riesce anche a entrare nell’anima di una adolescente prigioniera dei propri impulsi e delle proprie passioni, che ha provocato enorme dolore agli altri e anche a se stessa, seguendola nel suo percorso morale di presa di coscienza del male fatto, di ricostruzione di sé e del rapporto con chi ha ferito. Capisce la fragilità umana, Ivano, non giustifica questa adolescente ma prova a comprenderla. Ci invita a guardare la realtà da un’altra angolazione e con un altro stato emotivo, a superare il sentimento di stigma ed emarginazione. Quello che racconta Una figlia è una storia che nessuno vorrebbe vivere nel proprio quotidiano ma che potrebbe in fondo capitare a chiunque di noi. Una storia che ci interpella, anche quando riemergiamo dalla visione e torniamo alla nostra quotidianità: se accadesse a noi, se fossimo noi Pietro, se fosse nostra figlia, Sofia, come reagiremmo?".

L'importanza del confronto con il pubblico

Infine, gli appuntamenti di Sentieri di Cinema al Politeama di Terni stanno guadagnando l’interesse non solo di tantissimi appassionati ma anche di registi e addetti ai lavori a cui fa piacere essere presenti alle proiezioni. Come interagisce il pubblico con i protagonisti e gli autori delle storie che vedono sul grande schermo?

"Il dialogo è uno strumento di vitale importanza nelle relazioni e costituisce un’opportunità preziosa per conoscere l’altra persona, per comprendere cosa sia importante per lei. È così anche per il dialogo con gli autori, al termine delle proiezioni speciali che vengono organizzate al Politeama. È uno scambio di emozioni, pensieri, impressioni, punti di vista che permette agli spettatori di comprendere meglio le scelte espressive dei singoli cineasti, di leggere più in profondità i loro film. Un arricchimento reciproco, che lascia tracce profonde e durature in tutte le persone coinvolte. Personalmente credo moltissimo in questo tipo di iniziative. Il futuro delle sale passa anche da qui, dalla capacità di trasformarsi in luoghi di confronto e di dialogo". 

L'appuntamento con 'Una figlia' è per giovedì 22 maggio al Politeama di Terni. Alle 21 ci sarà la proiezione e al termine il pubblico avrà modo di confrontarsi con il regista. Biglietti disponibili in prevendita.

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Sara Costanzi
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