Nella sanità italiana dei budget compressi e degli ospedali che arrancano, il Santa Maria di Terni continua a resistere anche se la struttura è la più vecchia dell'Umbria, anche se le città chiede a buon diritto un nuovo nosocomio. Anche nel 2024, l’analisi del Consorzio MeS dell’Istituto Sant’Anna di Pisa conferma l’ospedale ternano ai vertici della classifica nazionale dei livelli di efficienza, grazie all'imnpegno dei suoi sanitari, riconoscendolo come prima azienda ospedaliera multidisciplinare in Italia. È una replica del risultato del 2023, ma con un peso ancora più significativo, perché arriva in un anno di indicatori più severi e di tensioni crescenti sul sistema sanitario.
Le prime tre strutture a livello nazionale restano ospedali specializzati - pediatrici o oncologici - mentre il Santa Maria guida la classifica delle realtà multidisciplinari. È un primato che si misura nei numeri, ma soprattutto nella capacità di far convivere complessità gestionale e qualità delle cure. E potrebbe essere addirittura migliore, vincendo la sfida della mobilità passiva, con una nuova infrastruttura.

Al centro della conferma c’è la riorganizzazione interna avviata nel settembre 2022, con l’arrivo del direttore generale Andrea Casciari, che sottolinea gli sforzi compiuti e la loro ricaduta sugli indicatori. “Un risultato che dà seguito all’azione di efficientamento messa in atto dall’attuale direzione. Una doppia soddisfazione se si pensa che il nostro ospedale ha una struttura datata, quindi con costi di gestione elevati. La creazione di gruppi operativi interdisciplinari si è rivelata decisiva e ha favorito un generale miglioramento dell’efficienza”, osserva Casciari.
Il dato più immediato è il 59,3 per cento degli indicatori in miglioramento nel periodo 2023-2024. Un segnale che conferma un avanzamento stabile, non episodico. Ma è nei singoli settori che emerge la fotografia più chiara del funzionamento dell’ospedale.
Nella gestione delle fratture del femore negli over 65, il Santa Maria opera entro 48 ore nella quasi totalità dei casi, superando gli standard nazionali e riducendo l’incidenza di complicanze. In area critica, il Pronto soccorso garantisce tempi rapidi: tutti i codici urgenti sono trattati entro le soglie raccomandate e oltre il 95 per cento dei pazienti con codici a bassa priorità viene valutato entro 240 minuti.
Sul fronte cardiovascolare, l’aderenza terapeutica post-infarto si colloca tra le migliori in Umbria. Un altro segnale positivo arriva dal tasso di dimissioni volontarie, appena del 2,7 per cento, indicatore che traduce in numeri la fiducia dei pazienti nel percorso di cura.
La classifica del Sant’Anna non si limita a registrare l’efficienza generale dell’ospedale ma ne scompone la performance in indicatori puntuali. È qui che emerge la struttura di un sistema che funziona ma che deve ancora affrontare nodi significativi.
Indicatori in miglioramento
Il 59,3 per cento degli indicatori valutati nel biennio 2023-2024 è in crescita.
Le prestazioni chirurgiche urgenti e i processi clinici tempo-dipendenti rientrano tra le aree più performanti.
Efficienza chirurgica
Le fratture del femore negli over 65 vengono operate entro 48 ore nella quasi totalità dei casi.
Il dato supera gli standard nazionali e contribuisce alla riduzione di mortalità e complicanze post-operatorie.
Pronto soccorso
Oltre il 95 per cento dei codici minori è valutato entro 240 minuti.
Tutti i codici urgenti rispettano i tempi raccomandati.
Persistono però episodi di boarding superiori alle otto ore nelle fasce di maggiore afflusso.
Aderenza terapeutica cardiovascolare
L’ospedale si colloca tra i migliori in Umbria per adesione alle terapie post-infarto.
Gradimento e continuità di cura
Solo il 2,7 per cento dei pazienti lascia volontariamente il reparto prima della conclusione del percorso.
Il tasso di risposta positiva ai questionari di gradimento resta però sotto la media nazionale, indicando la necessità di migliorare la percezione del servizio.
Area psichiatrica
L’indice di performance segna miglioramenti ma resta superiore alla media nazionale, segnalando criticità nella rete territoriale e nella continuità assistenziale.
Il quadro complessivo mostra un ospedale che, pur operando in una struttura datata, continua a migliorare processi, performance e gestione clinica. Il Santa Maria di Terni si conferma così un presidio essenziale per l’Umbria, capace di superare gli standard nazionali in aree chiave e di affrontare con lucidità i nodi strutturali che ancora lo frenano.
Le sfide future ruotano intorno alla riduzione dei tempi di attesa programmata, al potenziamento della psichiatria territoriale e al miglioramento dell’esperienza complessiva del paziente. Obiettivi che l’ospedale ha dimostrato di poter perseguire con metodo, numeri e una strategia di efficienza già riconosciuta ai massimi livelli nazionali.