22 May, 2025 - 17:33

Caos pendolari umbri: ancora nessuna soluzione dal governo

Caos pendolari umbri: ancora nessuna soluzione dal governo

Il treno Intercity 598 (Roma Termini–Firenze), fondamentale per centinaia di pendolari umbri, resta bloccato sulla controversia delle percorrenze. In Commissione Trasporti alla Camera, la deputata Pd Anna Ascani e il collega Andrea Casu hanno denunciato l’assenza di risposte concrete dal Governo al 22 maggio 2025. Il ministro ha confermato di trovarsi ancora "alla fase delle valutazioni" sui rimborsi per i disagi e sulla futura linea di percorrenza dell’IC 598, senza fornire garanzie.

I due deputati definiscono la situazione "nel caos", sottolineando che l’esecutivo “non si impegna a risolvere un problema che condanna l’Umbria…a essere una regione periferica”.

Il treno IC 598 resta sulla linea lenta: pendolari umbri penalizzati

Nel corso dell’audizione in Parlamento, Ascani e Casu hanno ricordato che l’Intercity 598 è "un treno essenziale per chi si sposta a Roma per lavoro, studio o visite mediche". In una nota congiunta i deputati hanno sottolineato che il Governo non ha dato "alcuna certezza" né sui rimborsi per i pendolari umbri né sulle decisioni infrastrutturali da adottare.

Il mancato impegno degli enti preposti è stato giudicato "una scelta politica profondamente sbagliata" nei confronti dei viaggiatori umbri, costretti a pagare un servizio di cui non dispongono. I rappresentanti Pd hanno annunciato interrogazioni al Ministero dei Trasporti, ricordando che "i pendolari umbri non sono cittadini di serie B" e reclamando chiarezza sulle tratte future del convoglio.

Ritardi e disagi sull’Intercity 598: i numeri della deviazione

Da mesi l’IC 598 viaggia non più sulla linea veloce ("Direttissima" Firenze-Roma) ma sulla storica linea convenzionale tra Roma e Orte, con numerosi rallentamenti.

Secondo il comitato pendolari e alcune cronache locali, dal 5 marzo al 25 aprile il treno ha registrato un ritardo medio di circa 25-30 minuti: il convoglio in arrivo a Orvieto toccava le 19:48 anziché le 19:21 abituali. Tale slittamento è stato attribuito inizialmente a cantieri di ammodernamento, ma l’ulteriore ritardo oltre il termine annunciato ha alimentato dubbi.

RFI ha trasmesso al Ministero delle Infrastrutture una comunicazione ufficiale in cui annuncia che "per il treno IC 598 si prevede il prolungamento del provvedimento di inoltro in linea Lenta, con un allungamento di percorrenza di circa trentacinque minuti". Di fatto, questo significa che i pendolari umbri a Orvieto tornano a casa "non prima delle 19.48, quasi mezz’ora in più al giorno, almeno fino a giugno".

Soltanto nel territorio orvietano si accumulano questi minuti extra, dal momento che altri treni intercity tra Roma e Firenze nel frattempo avevano già ripreso il percorso originario sulla Direttissima. La decisione di mantenere il 598 sulla linea lenta "ha generato profondo malcontento" e delusione per il silenzio delle istituzioni coinvolte.

Pendolari umbri esasperati, proteste e raccolte firme in tutta la regione

Il prolungarsi del disagio ha scatenato la protesta delle associazioni di viaggiatori e dei comitati pendolari regionali. A Orvieto, un coordinamento di cittadini ha raccolto segnalazioni di cancellazioni e ritardi, chiedendo a più riprese l’apertura di un tavolo tecnico con RFI e Trenitalia.

La mobilitazione locale ha visto la consegna di petizioni alla Regione Umbria e la pubblicazione di appelli pubblici. Il “Comitato Pendolari Roma-Firenze” ha espresso "indignazione" per la "non reazione delle istituzioni", sottolineando che finora le rassicurazioni ufficiali (ad esempio, una promessa di ritorno alla Direttissima dal 28 aprile) sono state smentite dagli annunci di RFI.

I pendolari ricordano che molti di loro hanno acquistato abbonamenti sapendo di tempi di percorrenza più brevi, e ora si trovano a pagare per un servizio peggiorato senza informativa adeguata. 

L’Umbria tagliata fuori dall’alta velocità: lo sfogo degli amministratori locali

Lo scontento sui trasporti è sfociato in forti prese di posizione politiche. La deputata Anna Ascani ha raccolto le istanze dei pendolari interpellando il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini con interrogazioni parlamentari.

Ascani ha ricordato che “per chi lavora o studia a Roma tornare a casa ci vorrà molto più tempo” e ha ribadito che "non è accettabile che i pendolari umbri vengano trattati come cittadini di serie B". Il collega Andrea Casu ha accompagnato il richiamo affinché il Governo pretenda da Ferrovie dello Stato "soluzioni immediate" sui rimborsi e sulla definizione delle tratte.

Anche a livello locale le autorità hanno reagito: il sindaco e gli assessori di Orvieto hanno sollevato il caso con la Regione Umbria, mentre l’assessore ai trasporti del Comune di Orvieto, Gianluca Luciani, ha definito "inaccettabili" le decisioni di RFI.

Luciani ha criticato i ritardi della Regione, lamentando che gli effetti negativi delle deviazioni ricadono "quasi esclusivamente sul territorio orvietano" e che l’assessore regionale De Rebotti non ha riattivato il tavolo tecnico con RFI e Trenitalia.

Un commento pungente pubblicato su OrvietoLife ha richiamato l’attenzione sul fatto che, in questo scenario, alcuni progetti come il potenziamento dei treni verso Assisi sono stati presentati come priorità, alimentando la domanda se non esistano "umbri di serie A e umbri di serie B" nella gestione delle infrastrutture ferroviarie.

Mobilità in Umbria a rischio: il caso IC 598 diventa un problema nazionale

Il caso dell’IC 598 mette in luce questioni più ampie sulla mobilità in Umbria. Una regione al centro della penisola come l’Umbria si trova paradossalmente a essere penalizzata nei collegamenti con Roma, il principale polo di lavoro e servizi. I pendolari avvertono che ritardi strutturali e carenza di coordinamento tra gli enti rischiano di minare la fiducia nelle ferrovie regionali.

Il coordinamento dei comitati definisce la vicenda "un fallimento economico e sociale dei territori", denunciando come finora le istituzioni abbiano risposto al disagio solo con "sterili contentini a parole". 

Sul piano concreto, la prospettiva di un’estate senza ripristino della linea veloce alimenta l’incertezza dei cittadini. In attesa di risposte dai tavoli istituzionali, i pendolari umbri si preparano a mesi di viaggi rallentati, puntando il dito contro una gestione delle infrastrutture che ritengono tuttora inadeguata.

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Francesca Secci
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