11 Oct, 2025 - 13:25

Harvard disegna la Perugia che verrà: a dicembre le proposte degli studenti per i quartieri della città

Harvard disegna la Perugia che verrà: a dicembre le proposte degli studenti per i quartieri della città

Una settimana in giro per i quartieri, idee al lavoro e taccuini pieni: dodici studenti della Graduate School of Design di Harvard hanno messo Perugia al centro di un esperimento urbano che unisce visione internazionale e bisogni locali. Sotto la guida dell’architetta Toshiko Mori, il percorso “Perugia al crocevia” punta a consegnare entro dicembre dodici proposte per cucire parchi, servizi e mobilità tra Montegrillo, Montemorcino e il Parco dei Rimbocchi. L’accordo con Domus garantirà una vetrina editoriale capace di proiettare il dibattito perugino oltre i confini nazionali.

Perugia, perché questo progetto conta (più del solito)

Qui non c’è solo un workshop accademico: c’è un metodo che parte dal territorio e guarda ai finanziamenti giusti. L’area individuata dall’amministrazione è eleggibile al nuovo Piano di sviluppo rurale, quindi ogni idea può agganciare leve concrete per diventare cantiere. In più, grazie all’accordo quadro Reciprocittà, gli studenti di Harvard hanno lavorato gomito a gomito con quelli degli atenei cittadini ed Erasmus, trasformando sopralluoghi e interviste a comitati e associazioni in materiali di progetto.

È la prova che il coinvolgimento dal basso – se ben guidato – accelera le scelte pubbliche. “Avere qui Toshiko Mori è per la nostra città motivo di profondo orgoglio”, ha ricordato la sindaca Vittoria Ferdinandi, rimarcando che le progettazioni "devono essere strumenti per dare risposte concrete ai bisogni".

Le proposte degli studenti di Harvard per i quartieri di Perugia

Più che un elenco di titoli, emerge un piano chiaro e coeso per la città.

  • Primo: lo spazio pubblico come infrastruttura sociale, con parchi multigenerazionali, biblioteche di quartiere come attivatori comunitari e percorsi pedonali che invitano alla “passeggiata” quotidiana.
  • Secondo: la continuità ecologica, dal corridoio verde che collega i Rimbocchi all’area universitaria fino al recupero dell’antico acquedotto come asse culturale.
  • Terzo: la mobilità di prossimità, con nodi del trasporto pubblico e aree come Pian di Massiano ripensate per ridurre le fratture tra microquartieri. Infine, identità e lavoro: l’artigianato locale rientra nel progetto come risorsa da insediare in spazi dedicati, creando opportunità senza consumare nuovo suolo.

Tradotto sul campo, significa rammendare connessioni deboli: percorsi pedonali continui, sponde verdi che accompagnano le fermate del TPL, spazi di incontro pensati per anziani e famiglie, aree per iniziative artigianali e culturali dentro i parchi. L’idea è far dialogare i “pezzi di città” che oggi vivono paralleli, ovvero centri sociali, associazioni di quartiere, parchi poco frequentati, servizi scolastici e sportivi.

Toshiko Mori lo sintetizza così: "Il vero tema è come creare connessioni basate sulla condivisione, lavorando sugli spazi tra le microcittà e permettendo alla popolazione di esprimersi". In altre parole: cucire, non solo costruire.

Il ruolo di Domus e dei festival

L’ultima edizione di Seed ha aperto un dialogo che l’amministrazione ha scelto di stabilizzare. Da qui la presenza dell’assessore all’ambiente David Grohmann e del vicesindaco alla cultura Marco Pierini nel percorso di confronto, insieme a Domus. "La rivista dedicherà ampio spazio al progetto con la pubblicazione di dicembre", ha spiegato Pierini, segnalando il valore reputazionale di una vetrina autorevole capace di attirare sguardi e competenze. Per Walter Mariotti, direttore editoriale della testata, l’operazione conferma il ruolo di Domus come facilitatore tra istituzioni, università e territori, dove la critica architettonica incontra la progettualità concreta.

Le prossime tappe e l'appuntamento di dicembre

Il calendario è scandito: a dicembre la consegna degli elaborati, poi il racconto su Domus a chiusura dell’anno. Le ricadute? Un pacchetto di proposte spendibili verso i bandi, una mappa di priorità per la giunta Ferdinandi e, soprattutto, un metodo replicabile su altri fronti urbani (dalla cintura verde a Pian di Massiano). Se Perugia saprà trasformare questa “settimana di studio” in programma di lavoro, il progetto “al crocevia” diventerà un modello: meno slogan, più cantieri, più città vissuta.

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Giorgia Sdei
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