"Il tempo va, passano le ore" cantava Alex Britti nel 1998. E proprio come nella celebre canzone, a Gubbio il tempo passa e la scelta del nuovo direttore sportivo ancora non arriva. Sono passate ormai quasi quattro settimane dall’eliminazione dai playoff per mano dell’Arezzo e dall’addio di Alessandro Degli Esposti. Da quel momento il club rossoblù è fermo, in una situazione di stallo che comincia a preoccupare piazza e tifosi.
Il futuro del Gubbio, insomma, è ancora da scrivere, ma la penna per iniziare a tracciare la nuova storia stagionale non è ancora nelle mani giuste. Senza un direttore sportivo, ogni decisione è rinviata, ogni progetto congelato. E con giugno ormai alle porte, il rischio è di ripetere gli errori del recente passato.
Tra i nomi più caldi per la successione c’è senza dubbio quello di Davide Mignemi, un profilo che conosce già bene l’ambiente eugubino, avendo lavorato con il club per tre stagioni prima delle esperienze con Siracusa e Campobasso. Avvistato anche in occasione della finale Primavera 3 tra Catanzaro e Gubbio, il dirigente siciliano sembrava a un passo dal ritorno, ma ad oggi manca l’ufficialità.
Nel calcio, però, mai dire mai. La pista Mignemi resta la più concreta, ma non è escluso che il presidente Sauro Notari stia valutando anche altri profili. La sensazione è che qualcosa si stia muovendo dietro le quinte, ma la fumata bianca non è ancora arrivata. E ogni giorno che passa è un piccolo svantaggio sulla concorrenza.
Il Gubbio non può permettersi di sbagliare ancora. Lo scorso anno, il ritardo nell’allestimento della rosa ha condizionato l’intera prima parte di stagione, con Roberto Taurino che si è trovato a condurre la preparazione estiva con un gruppo incompleto e raffazzonato. Il mercato last minute ha penalizzato anche la coesione del gruppo, costringendo la squadra a rincorrere sin dalle prime giornate.
Quest’anno c’è una base da cui ripartire, un allenatore - Gaetano Fontana - che ha dimostrato di saper dare identità alla squadra, e una città che vuole tornare a sognare. Ma per farlo, serve subito la figura chiave: un direttore sportivo che sappia pianificare, scegliere, costruire.
Sul fronte squadra, le incognite sono molte. Diversi giocatori torneranno alle rispettive società per fine prestito, mentre altri potrebbero salutare dopo una stagione vissuta al di sotto delle aspettative. Solo dopo l’arrivo del nuovo ds si potranno valutare i rinnovi, gli innesti e le eventuali cessioni.
A proposito di ambizioni, le parole del centrocampista Giacomo Rosaia ai microfoni del "Corriere dell’Umbria" sono un segnale importante: "Non bisogna perdere tempo. La società sa quello che deve fare, e sono certo che un presidente ambizioso come Notari saprà scegliere il direttore sportivo giusto. Io voglio far parte di questo progetto".
Un altro tema caldo è il rapporto con la tifoseria. Nella stagione appena conclusa, lo stadio "Pietro Barbetti" non ha brillato per presenze. La disaffezione, anche fisiologica dopo un’annata complicata, è però un segnale da non sottovalutare. Serve entusiasmo, servono nomi, serve una visione.
L’eventuale ritorno di Mignemi, che ha già dato prova in passato di saper costruire rose competitive, potrebbe rappresentare il primo passo per ritrovare il feeling con la piazza. Ma bisogna agire in fretta, perché il rischio concreto è di iniziare la stagione in affanno, senza basi solide né fiducia popolare. Dalla sede di via Parruccini, per ora, tutto tace. Il presidente Notari, uomo di poche parole ma molti fatti, probabilmente sta lavorando sotto traccia. Del resto, da quando è al timone del Gubbio, la società ha sempre mantenuto un profilo serio e competitivo in Serie C.