Perugia e Terni tornano a essere luoghi di mobilitazione civile. Nel solco di una tradizione pacifista radicata, sindacati e reti sociali scendono in strada per sostenere la Global Sumud Flotilla, la più ampia iniziativa civile internazionale nata per rompere l’isolamento di Gaza e affermare il primato del diritto umanitario. L’Umbria si muove con una trama che unisce piazze, istituzioni e campagne di solidarietà, dentro un dibattito politico che interroga il governo italiano e l’Europa sulle responsabilità di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti.
La Cgil promuove oggi presìdi nelle principali città italiane e fissa una cornice valoriale che chiama in causa la politica, non solo la coscienza civile: pace, giustizia, diritto internazionale. In Umbria i due appuntamenti principali sono a Perugia e Terni, in continuità con una storia che vede la regione laboratorio di dialogo e diritti.
Il sindacato lega la mobilitazione alla necessità di non tradire la "cultura della memoria" nata dall’orrore della Shoah: tacere di fronte a nuove violenze significa, per la confederazione, intaccare quel patrimonio civile. Da qui il richiamo testuale, come riporta RaiNews: "Tacere ora, significa contribuire a smantellare la cultura della memoria oltre che voltare le spalle allo sterminio del popolo palestinese". Parole nette che chiedono a governo e istituzioni europee di abbandonare l’equidistanza e di agire per il cessate il fuoco e i corridoi umanitari.
La Global Sumud Flotilla è una coalizione di reti e movimenti pacifisti che ha l’obiettivo di rompere l’embargo su Gaza con una missione civile e nonviolenta. Nel perimetro internazionale figurano network come il Global Movement to Gaza, la Freedom Flotilla Coalition, la Maghreb Sumud Flotilla e il convoglio Sumud Nusantara: una costellazione di attivisti indipendenti provenienti da decine di Paesi, dall’Australia al Brasile, dal Sudafrica a molti Stati europei.
In Italia, al fianco della flotta si schierano associazioni pacifiste e forze politiche della sinistra. Tra le campagne rilanciate c’è l’appello di Possibile—"dona, condividi, mobilitati"—e la raccolta fondi per la delegazione italiana. In Umbria spicca Spoleto, dove l’iniziativa, promossa "spontaneamente dai cittadini di Spoleto" con il sostegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Sisti, è stata già messa in atto il 4 settembre.
La partecipazione non si limita ai cortei. Fillea Cgil Umbria ha deciso di sostenere concretamente la missione, proseguendo una raccolta fondi che ha già consentito l’invio di due container di beni di prima necessità. La filiera solidale ha finanziato, inoltre, la produzione di confezioni famiglia di verdure, realizzate da associazioni di donne palestinesi e distribuite in un campo profughi di Gaza City: un modello che unisce sostegno materiale, empowerment femminile e capillarità degli aiuti.
Queste azioni affiancano la pressione politica e diplomatica, delineando una strategia che combina mobilitazione sociale e strumenti umanitari per attenuare—nei limiti del possibile—gli effetti del blocco.
La Global Sumud Flotilla si colloca dentro una mobilitazione globale in favore dei diritti del popolo palestinese. Nel settembre 2025 la flotta ha riunito oltre 50 imbarcazioni da 44 Paesi. Il primo convoglio, salpato da Barcellona il 31 agosto, è rientrato temporaneamente in porto a causa del maltempo, ma gli organizzatori hanno annunciato un nuovo tentativo a breve.
I partecipanti—che includono volontari italiani e volti noti dell’attivismo, come la svedese Greta Thunberg—rivendicano la natura indipendente della missione: nessuna appartenenza a governi o partiti, ma un obiettivo comune di soccorso e denuncia. Su questo terreno l’Italia è chiamata a una scelta politica: rafforzare gli sforzi per l’accesso umanitario e il rispetto del diritto internazionale, o restare ai margini di un movimento che, dalle città umbre alle capitali europee, chiede un cambio di passo sulle politiche per il Medio Oriente.