07 Aug, 2025 - 17:17

Giovane madre colpita da aneurisma post-parto: salvata all’ospedale di Perugia

Giovane madre colpita da aneurisma post-parto: salvata all’ospedale di Perugia

Una donna di 30 anni, diventata madre per la terza volta dopo un parto cesareo regolare, ha vissuto nei giorni successivi una delle esperienze più drammatiche che la medicina d’urgenza possa affrontare. Nove giorni dopo la nascita del figlio, la donna ha accusato un repentino aumento della pressione arteriosa, seguito da crisi convulsive e perdita di coscienza. Trasportata in condizioni critiche all’Ospedale di Perugia, è stata sottoposta a esami di diagnostica per immagini che hanno evidenziato la rottura di un aneurisma cerebrale, causa di una vasta emorragia.

I medici hanno subito compreso la gravità del quadro clinico: la localizzazione del sanguinamento e la sua estensione comportavano un alto rischio di lesioni neurologiche permanenti. Una paralisi, disturbi cognitivi e compromissione del linguaggio erano tra le possibili conseguenze. Ma la tempestività nella diagnosi e la sinergia tra i reparti hanno fatto la differenza.

Grave emorragia cerebrale dopo il parto: salvata una donna all'Ospedale di Perugia

La configurazione dell’aneurisma non consentiva di procedere con un trattamento endovascolare, comunemente meno invasivo. Dopo una consultazione tra specialisti di diverse aree, è stata quindi scelta una via più tradizionale ma altamente rischiosa: la neurochirurgia a cielo aperto. Il direttore di Neurochirurgia, dottor Carlo Conti, spiega: "La particolare conformazione della malformazione vascolare non consentiva un trattamento endovascolare sicuro. Dopo un'attenta valutazione multidisciplinare, si è optato per l'approccio neurochirurgico tradizionale".

L’intervento, effettuato dall’equipe guidata da Conti, è durato diverse ore ma ha dato esiti positivi. Dopo un iniziale ricovero in terapia intensiva, dove la paziente ha gradualmente ripreso coscienza, è stata trasferita al reparto di Medicina d’urgenza, diretto dalla professoressa Cecilia Becattini. Da qui, il passaggio al centro riabilitativo Cori di Passignano ha segnato una nuova fase: quella della ricostruzione fisica e cognitiva.

Dal rischio di paralisi alla ripresa: il valore della riabilitazione

Contro ogni previsione iniziale, la paziente ha recuperato quasi totalmente l’uso degli arti e delle capacità verbali. Secondo i medici che l’hanno seguita, il decorso positivo è da attribuire alla rapidità dell’intervento e alla qualità del percorso riabilitativo. "Rappresenta un esempio significativo dell'alta specializzazione e della competenza multidisciplinare disponibile presso l'azienda ospedaliera", ha dichiarato Emanuele Ciotti, commissario straordinario dell'ospedale di Perugia.

Ciotti ha anche sottolineato la riuscita integrazione tra ospedale e servizi territoriali, evidenziando come ogni fase – dall’urgenza chirurgica alle terapie intensive fino alla riabilitazione – sia stata affrontata con il massimo della professionalità.

La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha espresso il proprio apprezzamento: "La collaborazione tra specialisti e l'ottima sinergia tra le due aziende, ospedaliera e territoriale, è garanzia di straordinari risultati per il nostro servizio sanitario regionale".

Un altro caso d'eccellenza sanitaria: il bambino aggredito dal cane

Sempre in Umbria, un altro episodio recente ha messo in evidenza l’efficacia della rete ospedaliera regionale. Un bambino di 15 mesi, aggredito dal cane di famiglia nel territorio spoletino, è stato soccorso tempestivamente e salvato grazie all’intervento dell’ospedale Santa Maria di Terni. Il piccolo, che ha riportato gravi lesioni al volto, è stato operato d’urgenza da un’équipe multidisciplinare guidata dal dottor Andrea Rivaroli, affiancato dalle dottoresse Maria Laura Scarcella, Maura Massarucci e Anna Egidi.

L’intervento di due ore ha stabilizzato le condizioni del bambino, che è stato poi trasferito dalla terapia intensiva pediatrica al reparto di chirurgia maxillo-facciale del Policlinico Gemelli di Roma per proseguire il percorso di guarigione. Fondamentale è stata la rapidità nei trasferimenti, garantita dal servizio di elisoccorso regionale, che ha permesso il doppio volo salvavita da Spoleto a Terni e poi a Roma.

L’episodio conferma come la rete sanitaria umbra sia in grado di affrontare situazioni critiche, mettendo al centro la sinergia tra competenze e strutture specialistiche.

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Giorgia Sdei
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