02 Jul, 2025 - 20:09

Fine vita, Laura Santi contro il disegno di legge: “Una aberrazione”

Fine vita, Laura Santi contro il disegno di legge: “Una aberrazione”

Il tema della fine della vita torna sotto i riflettori dopo che il Senato ha adottato un testo base, frutto dei lavori di un comitato ristretto composto da senatori delle Commissioni Giustizia e Affari sociali. Il documento rappresenta solo un punto di partenza, ma ha già sollevato numerose reazioni, tra cui quella di Laura Santi, giornalista perugina con una forma avanzata di sclerosi multipla, da tempo impegnata per vedere riconosciuto il diritto al suicidio medicalmente assistito. La sua presa di posizione, affidata a un post sui social e a dichiarazioni all'ANSA, anticipa i nodi centrali di un confronto che si annuncia acceso.

Un testo senza il Servizio sanitario nazionale

L'esclusione del sistema sanitario pubblico è uno dei punti che Laura Santi ritiene più problematici. In un'intervista rilasciata all'ANSA, ha dichiarato: "A chi lo facciamo fare allora?". Una domanda che denuncia una mancanza di responsabilità istituzionale nel prendersi carico del tema. Secondo Santi, questo elemento renderebbe il percorso praticamente inaccessibile.

Bioetica assente e diritti negati

Nel testo, ha aggiunto, si assiste all'ennesima frattura tra il mondo giuridico e quello medico. "La medicina e il diritto sono due mondi che non si parlano proprio, la congiunzione dovrebbe essere la bioetica ma non ci siamo". La giornalista sottolinea come, anche in presenza di una patologia irreversibile come la sua, il provvedimento in discussione non le avrebbe garantito l'accesso al suicidio assistito.

Un attacco ai diritti, secondo l'attivista

Laura Santi denuncia un arretramento sul piano delle libertà personali. "Questi vogliono togliere tutti i diritti e mi fa una rabbia infinita", scrive nel suo post. La sua presa di posizione arriva dopo anni di impegno al fianco dell'associazione Luca Coscioni, da tempo promotrice di una proposta legislativa alternativa e più inclusiva.

Un provvedimento discusso con la Santa Sede

Altro nodo critico, per l'attivista, è il coinvolgimento del Vaticano. "Concordato direttamente col Vaticano", ha scritto, definendo il disegno di legge "una aberrazione". Una posizione che accende la polemica e apre un interrogativo sull'autonomia legislativa del Parlamento in materia di autodeterminazione.

La determinazione di Laura Santi

Malgrado le difficoltà e la delusione, la giornalista non intende fermarsi. "Finché sarò in vita combatterò", ha affermato. Le sue parole confermano l'intenzione di continuare a lottare per una normativa che riconosca il diritto all'assistenza medica alla morte volontaria anche nel nostro Paese.

Il lavoro del comitato ristretto in Senato

Il 25 giugno, diverse testate hanno pubblicato alcuni elementi di una bozza su cui sta lavorando un gruppo ristretto formato da senatori delle Commissioni Giustizia e Affari sociali. Si tratta di un tentativo di sintesi tra cinque proposte di legge presentate da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Forza Italia. L'obiettivo è elaborare un documento condiviso da portare nelle Commissioni riunite.

La presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha spiegato che si sta entrando nel dettaglio del testo per arrivare a una proposta che tenga conto anche delle osservazioni dell'opposizione.

I contenuti discussi finora

Tra le anticipazioni emerse figura l'ipotesi di un passaggio obbligato attraverso le cure palliative per chi intende accedere al fine vita. Inoltre, sarebbe prevista l'istituzione di un organismo etico composto da sette esperti (tra cui giuristi, psicologi e medici) incaricati di valutare ogni richiesta. Altro nodo critico riguarda la tempistica per la ripresentazione della domanda in caso di rifiuto: si ipotizza un'attesa di quattro anni.

Le tappe politiche e le sentenze della Consulta

Il confronto parlamentare è stato rilanciato il 10 giugno, dopo un vertice tra la premier Giorgia Meloni e i vertici dei partiti di maggioranza. In quella sede, è stata annunciata l'intenzione di elaborare una proposta coerente con i criteri fissati dalla Corte Costituzionale.

Le decisioni della Consulta, nel 2019 e nel 2024, hanno stabilito che il suicidio assistito può essere autorizzato solo in presenza di condizioni precise: malattia irreversibile, sofferenza intollerabile, dipendenza da trattamenti vitali e capacità di decidere in modo autonomo e consapevole.

Un percorso legislativo ancora lungo

Secondo quanto riportato da Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali, la bozza attualmente in circolazione è solo un punto di partenza e sarà soggetta a modifiche durante i lavori parlamentari. Dopo l'approvazione nelle commissioni, il testo dovrà passare al vaglio dell'aula di Palazzo Madama e successivamente essere approvato senza modifiche dalla Camera dei deputati per diventare legge.

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Francesca Secci
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