18 Jul, 2025 - 14:30

Famiglie omogenitoriali, a Perugia il primo riconoscimento ufficiale per cinque bambine

Famiglie omogenitoriali, a Perugia il primo riconoscimento ufficiale per cinque bambine

Cinque bambine, figlie di tre coppie di madri, sono state ufficialmente riconosciute all'anagrafe del Comune di Perugia. Una firma simbolica ma concreta, apposta dalla sindaca Vittoria Ferdinandi, che arriva in attuazione della sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale. La decisione, destinata ad aprire un nuovo capitolo sul piano locale, ha avuto luogo nella Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, con una cerimonia pubblica dal chiaro significato istituzionale.

Il riconoscimento rappresenta una svolta importante per le famiglie omogenitoriali, che troppo spesso in Italia restano confinate in un vuoto normativo. In assenza di una legge nazionale che disciplini in modo uniforme la genitorialità nelle coppie dello stesso sesso, sono i tribunali e i Comuni, talvolta, a dover colmare il divario tra realtà sociale e tutela giuridica.

Una scelta che interroga la politica nazionale

Pur trattandosi di un atto amministrativo, la scelta del Comune di Perugia assume un significato politico rilevante. La decisione, infatti, si inserisce in un contesto nazionale segnato da un acceso dibattito sui diritti delle famiglie LGBTQIA+ e sull'adeguamento della normativa italiana ai principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione.

La firma degli atti da parte della sindaca è stata accompagnata da dichiarazioni che evidenziano una volontà chiara: promuovere una città accogliente e inclusiva. “Perugia segna un passo verso una città che vuole essere più accogliente, più inclusiva e che va contro ogni tipo di discriminazione”, ha affermato Ferdinandi.

Anche il consigliere delegato alle politiche LGBTQIA+ ha sottolineato come il riconoscimento sia il frutto di un pronunciamento della Corte, non di una volontà politica nazionale. Da qui l’appello al Parlamento affinché si arrivi finalmente a una legge che riconosca pienamente tutte le formazioni familiari.

Dignità, visibilità e uguaglianza: i volti delle famiglie

Accanto al valore istituzionale, l’evento ha avuto un forte impatto anche dal punto di vista umano. Le madri coinvolte hanno espresso emozioni profonde, tra sollievo, orgoglio e rivendicazione di dignità. “Ce l’abbiamo fatta, finalmente un atto di civiltà che aspettavamo. Finalmente ci viene restituita dignità”, hanno dichiarato.

Il riconoscimento della madre intenzionale – ossia quella che non ha partorito ma ha condiviso il progetto genitoriale fin dall'inizio – rappresenta un diritto finora negato nella maggior parte dei Comuni italiani. Il fatto che Perugia abbia scelto di procedere in questa direzione mette in luce il ruolo cruciale degli enti locali nel garantire tutele laddove la legge non arriva.

Un gesto concreto per una visione più ampia

La sindaca Ferdinandi ha definito l’atto compiuto come una scelta “politica, che testimonia il tipo di città che la nuova amministrazione intende costruire: laica, inclusiva, accogliente. “Una società che ha tolto e che voleva togliere a queste bambine il diritto di essere riconosciute è una società anticostituzionale”, ha aggiunto, ribadendo il legame profondo tra diritti civili e principi fondamentali della Repubblica.

La presenza degli assessori Francesca Tizi e Costanza Spera ha rafforzato il messaggio politico dell’iniziativa. Tizi ha parlato della volontà di rendere ordinario ciò che oggi ancora appare straordinario, mentre Spera ha voluto rivolgere un messaggio di scuse per il passato: “Vi ringrazio e vi chiedo scusa se in passato questa città non è stata in grado di guardarvi e di riconoscervi, questo non accadrà più”.

Stefano Bandecchi, il primo a farlo nel 2023

Anche Terni, nel 2023, aveva anticipato i tempi. Allora fu il sindaco Stefano Bandecchi a registrare all’anagrafe un bambino con due madri, biologica e intenzionale, suscitando un acceso dibattito nazionale. "Mi sono assunto una responsabilità importante e lo rifarei", ha dichiarato commentando la sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale. "Fu una scelta pragmatica e umana, per dare risposte concrete a due mie concittadine e tutelare un minore". In un contesto normativo incerto, Bandecchi fu tra i primi a muoversi in favore del riconoscimento della doppia genitorialità, una decisione che oggi trova piena legittimazione grazie alla sentenza della Consulta.

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Giorgia Sdei
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