23 May, 2025 - 15:00

Figli di due mamme, Bandecchi rivendica la sua scelta: "Tra i primi in Italia ad averlo fatto. È un atto di civiltà giuridica"

Figli di due mamme, Bandecchi rivendica la sua scelta: "Tra i primi in Italia ad averlo fatto. È un atto di civiltà giuridica"

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'articolo 8 della legge 40 del 2004 nella parte in cui esclude il riconoscimento alla nascita della cosiddetta "madre intenzionale" per i figli di coppie di donne concepiti con fecondazione eterologa (Pma) all'estero. Una sentenza destinata a cambiare il panorama dei diritti civili nel Paese, equiparando finalmente la posizione delle coppie lesbiche a quella delle coppie eterosessuali nell'accesso alla genitorialità.

I bambini nati in Italia da due madri, dunque, saranno riconosciuti come figli di entrambe fin dalla nascita, senza dover ricorrere alla stepchild adoption, una pratica che la stessa Corte ha definito discriminatoria nei confronti dei minori. A commentare questa sentenza storica è il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, uno dei primi in Italia ad aver registrato un bimbo nato da genitori dello stesso sesso. 

Bandecchi sui figli di due mamme: "La mia scelta fu pragmatica e umana"

A commentare con soddisfazione la sentenza è Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e protagonista, nel luglio 2023, di un gesto che fece discutere l’intero Paese. "A luglio del 2023 sono stato tra i primi sindaci d'Italia a registrare la nascita di un bimbo che aveva due mamme, una quella biologica e l'altra intenzionale, come viene definita", ricorda oggi Bandecchi. In quel momento, aggiunge, "le interpretazioni sulla normativa andavano nella direzione che un figlio di due genitori dello stesso sesso, nati in Italia, non potesse essere iscritto allo stato civile con doppia genitorialità. Allora la prassi era di iscrivere un solo genitore e magari procedere con l'adozione per il secondo".

"Come sindaco mi sono assunto una responsabilità importante", prosegue Bandecchi, che rivendica la sua scelta e ribadisce: "All'epoca ho preceduto a quel tipo di iscrizione mosso dall’intento di dare risposte concrete a problemi reali, che riguardano due mie concittadine e che più in generale attengono il diritto alla cittadinanza e alla famiglia di un minore".

Un gesto che oggi, con la sentenza 68 della Corte Costituzionale, trova piena legittimazione. Bandecchi rivendica con forza la decisione presa quasi due anni fa: "Sono sempre più convinto, da uomo liberale e pragmatico, che non spetti a me entrare in disamine di tipo ideologico e forse neanche di tipo giuridico".

Il riconoscimento di entrambe le madri è un diritto del minore

La decisione della Consulta ha chiarito che il mancato riconoscimento della madre intenzionale è lesivo dei diritti del minore, pregiudicando la sua identità personale e il diritto a un legame stabile con entrambi i genitori. La stepchild adoption, unica via percorribile fino a ieri, veniva vista dalla Corte come un meccanismo discriminatorio, che subordinava i diritti del bambino a un lungo iter giudiziario.

Bandecchi, che oggi si dice soddisfatto per tutte le famiglie che da tempo chiedevano giustizia, ha voluto sottolineare come la sua azione amministrativa abbia anticipato il pronunciamento della Corte: "Ho voluto tutelare un minore in quanto senza iscrizione allo stato civile vengono meno tutti quei diritti che sono, giustamente, assicurati ad ogni altro bambino, dall’assistenza sanitaria, alla identità, alla famiglia".

La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un passo avanti nella costruzione di un diritto di famiglia più inclusivo, capace di rispecchiare la complessità delle realtà affettive del presente. In questo contesto, l’azione di sindaci come Bandecchi, pronti a sfidare il vuoto normativo e le ambiguità legislative, assume un valore politico e simbolico forte. Questo è "un atto di civiltà giuridica", conclude il sindaco di Terni. È "una risposta al bisogno impellente di nuovi nati, essenziali per garantire un futuro ai nostri Paesi e comunità".

La Corte riscrive la genitorialità: le conseguenze per il futuro

La pronuncia della Corte, oltre a restituire piena dignità alle famiglie omogenitoriali, apre un fronte importante anche sul piano legislativo. Se da un lato riconosce il diritto alla doppia maternità per i figli nati da Pma all’estero, dall’altro lascia fuori le donne single, dichiarando non incostituzionale l’esclusione dalla fecondazione assistita. Una doppia lettura che evidenzia l’urgenza di un intervento organico del Parlamento per garantire pari diritti e tutele a tutte le realtà familiari.

Per ora, la sentenza 68 rappresenta un punto fermo: da oggi, almeno per una parte delle famiglie arcobaleno, il futuro sarà meno incerto. E nel panorama politico, il gesto pionieristico di Bandecchi assume i contorni di un’azione anticipatrice, che con coraggio ha posto il diritto del minore al centro delle scelte amministrative.

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Giorgia Sdei
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