La querelle sulle tempistiche dei lavori della ex Fcu (Ferrovia Centrale Umbra) trova oggi, con la nota dell'assessore De Rebotti, un punto fermo politico e amministrativo. La Giunta regionale, con la delibera n. 829, ha rimodulato un passaggio intermedio della procedura senza toccare il traguardo finale.
L’intervento nasce per evitare che un’impasse procedurale, innescata alla fine di giugno, potesse mettere a rischio il finanziamento statale da 100 milioni di euro. È lo stesso assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti a chiarirlo: "La delibera in questione non comporta alcuno slittamento della conclusione delle opere".
La delibera approvata dalla Giunta non modifica il termine ultimo dei lavori ma interviene sul calendario delle cosiddette obbligazioni giuridicamente vincolanti (Ogv), spostandone la scadenza al 31 dicembre 2025. Si tratta di un aggiustamento di natura procedurale, concordato con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dopo un confronto formale, necessario a garantire la piena utilizzabilità delle risorse.
In sostanza, la Regione ha scelto l’atto amministrativo utile a preservare il perimetro finanziario e il cronoprogramma dell’opera, evitando che un ritardo tecnico su una fase intermedia si trasformasse in un danno definitivo per il progetto.
L’origine del problema risale alla fine di giugno 2025, quando Rete Ferroviaria Italiana, soggetto attuatore, ha comunicato l’impossibilità di rispettare il termine del 30 giugno per l’assunzione delle Ogv. Una comunicazione “a ridosso della scadenza” che ha bloccato l’iter e aperto il fronte più delicato: quello del rischio sul finanziamento.
L’assessorato e gli uffici regionali hanno informato tempestivamente la Direzione competente del Mit, chiedendo a Rfi una relazione puntuale. Il riscontro del 24 luglio 2025 è stato dirimente: Rfi ha ricondotto le difficoltà ai tempi tecnici di chiusura di alcuni iter autorizzativi e, soprattutto, ha messo per iscritto che la rimodulazione del termine Ogv non avrebbe inciso sul completamento delle attività entro giugno 2026. È su questa base che il Mit ha accettato la modifica della convenzione.
Il cuore politico della vicenda è qui: la proroga riguarda esclusivamente un checkpoint amministrativo e non la data di consegna dell’opera. Il fine lavori dell'ex Fcu, ribadisce De Rebotti, rimane fissato a giugno 2026. La delibera 829 si configura dunque come misura di salvaguardia, non come deroga al traguardo.
Lo stesso assessore rivendica la natura di "atto di responsabilità" che "ha risolto un problema, salvaguardando un’opera strategica per l’Umbria". In termini pratici, ciò significa che l’assetto organizzativo dei cantieri, la pianificazione delle maestranze e l’indotto collegato non subiscono variazioni rispetto alla road map originaria: l’obiettivo temporale di consegna rimane valido e monitorato.
La tenuta del finanziamento da 100 milioni e la conferma del fine lavori a giugno 2026 sono due variabili decisive per il tessuto economico locale. La ex Fcu non è solo un’infrastruttura ferroviaria, è un asse di mobilità e coesione che incrocia pendolarismo, servizi e competitività dei territori interni. La scelta di intervenire sulla scadenza delle Ogv evita il congelamento delle procedure e scongiura l’ipotesi più temuta, ossia la perdita delle risorse.
In prospettiva, la stabilità del cronoprogramma consente alla Regione di proseguire il confronto con Mit e Rfi su tracciati, standard e interoperabilità, mentre ai Comuni interessati offre un quadro temporale affidabile per pianificare servizi connessi e interventi complementari.
Il messaggio, in definitiva, è chiaro: la Regione presidia la filiera dell’opera, garantisce il rispetto dei tempi e non rinuncia al controllo pubblico sui passaggi chiave, perché l’obiettivo politico rimane quello di consegnare, entro giugno 2026, una ex Fcu pienamente funzionante e all’altezza delle aspettative di cittadini e imprese.