21 Jun, 2025 - 12:04

Evade dal carcere di Perugia: donna arrestata a Trieste dopo giorni di fuga

Evade dal carcere di Perugia: donna arrestata a Trieste dopo giorni di fuga

Una fuga degna da film d’azione. Purtroppo, quello che è accaduto nel pomeriggio del 17 giugno non è frutto di una sceneggiatura cinematografica, ma pura realtà. Le immagini che normalmente vedremmo sul grande schermo, con inseguimenti, segnalazioni e blitz improvvisi, stavolta si sono materializzate sulle strade italiane. L’epilogo è arrivato nella tranquilla Duino Aurisina, in provincia di Trieste, dove gli agenti della Polizia hanno arrestato una donna evasa giorni prima dal carcere di Perugia. Una vicenda che ha riacceso l’attenzione pubblica sul tema della sicurezza penitenziaria e sull’efficienza delle forze dell’ordine, che in questo caso sono riuscite ad agire con tempestività e precisione.

Le dinamiche della cattura: da Perugia alla barriera autostradale di Lisert

Tutto è iniziato con una segnalazione diramata dalla Questura di Perugia alla Sala Operativa di Trieste: un’auto sospetta, con targa estera, stava percorrendo il raccordo autostradale A4 in direzione del capoluogo giuliano. A bordo, si sospettava viaggiassero dei soggetti d’interesse investigativo, tra cui una donna evasa dal carcere. Le informazioni, circostanziate e dettagliate, hanno permesso un rapido intervento da parte della volante del Commissariato di Duino Aurisina, che ha intercettato il veicolo nei pressi della barriera autostradale di Lisert.

All’interno della macchina vi erano tre persone: una coppia di cittadini di origine bosniaca-serba e una donna che, pur non in possesso di documenti falsi, corrispondeva perfettamente alla descrizione dell’evaso segnalato da Perugia. Dopo un rapido controllo e l’incrocio dei dati, è scattato l’arresto. La donna è stata accompagnata presso la casa circondariale “Ernesto Mari” di Trieste, dove sconterà il resto della pena, con scadenza fissata al 2042. La coppia che la stava aiutando nel tentativo di fuga è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento.

Cosa dice la legge sull'evasione dal carcere: inquadramento normativo e conseguenze

L’evasione, ossia l’allontanamento non autorizzato da una struttura penitenziaria o da un regime di custodia cautelare, è disciplinata dall’articolo 385 del Codice Penale italiano. La norma stabilisce che “chiunque evada dalla custodia di un ufficiale o agente di polizia giudiziaria, o da un istituto penitenziario, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. La pena aumenta nel caso in cui l’evasione avvenga con violenza o minaccia alle persone, oppure se si è in stato di custodia per reati gravi.

Nel caso specifico, trattandosi di un’evasione da una struttura penitenziaria, e in assenza di violenza, la donna rischia comunque un inasprimento della sua pena detentiva, con l’aggiunta di ulteriori anni di reclusione. Non va inoltre trascurata la posizione dei soggetti che l’hanno aiutata nella fuga: il reato di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) punisce chiunque aiuti qualcuno a eludere le investigazioni dell’autorità o a sottrarsi alle ricerche. In questo caso, essendo i due fermati denunciati in stato di libertà, sarà la magistratura a valutare se vi siano elementi sufficienti per contestare la loro complicità nell’evasione.

Un altro aspetto centrale riguarda il regime detentivo a cui l’evaso era sottoposto. Se si tratta di una condanna definitiva, come pare nel caso della donna serba arrestata a Trieste, la sua evasione interrompe ogni possibile beneficio penitenziario, come la semilibertà, la detenzione domiciliare o la liberazione anticipata. La pena sarà quindi da scontare interamente, e con maggiore rigidità. Infine, in base all’art. 386 c.p., anche chi omette di impedire un’evasione, pur potendolo fare, può incorrere in sanzioni penali. È una disposizione che sottolinea quanto lo Stato consideri l’evasione un’offesa all’ordine pubblico e alla sicurezza collettiva, e non soltanto una questione individuale.

Episodi analoghi e una problematica sistemica

Lo scorso marzo, a Foligno, le forze dell’ordine hanno tratto in arresto un 24enne che, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per atti persecutori, si era allontanato senza autorizzazione. L’uomo, classe 2001, è stato sorpreso mentre cercava di rientrare a casa incappucciato, dopo aver riferito di essersi recato a comprare tabacco e vino. Una giustificazione che non ha evitato l’arresto. 
Questi episodi pongono interrogativi sulla tenuta del sistema penitenziario italiano, in particolare sulla gestione delle misure alternative e sull’efficacia del monitoraggio degli spostamenti. Anche in presenza di dispositivi elettronici o sorveglianza, evasioni e trasgressioni continuano a verificarsi, richiedendo spesso l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.

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Lorenzo Farneti
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