Una violenta esplosione ha sconvolto la tranquillità del paesino di Pievelunga di Parrano, nell’orvietano, nelle prime ore del mattino di sabato 22 giugno. Intorno alle ore 7.00, infatti, una palazzina di due piani situata a poca distanza da Orvieto è stata completamente distrutta dall’esplosione. Ferita nell’incidente una donna di 75 anni che ha riportato ustioni di varia entità. La donna è stata prontamente soccorsa dal personale sanitario del 118 sopraggiunto sul posto e trasportata in ospedale. Al momento non risultano altre persone coinvolte nell’esplosione.

Orvieto, esplosione della palazzina: si pensa a una fuga di gas

Secondo le prime ricostruzioni diffuse da una nota dei vigili del fuoco, l’esplosione della palazzina nel comune in provincia di Terni sembrerebbe essere stata causata da una fuga di gas. La deflagrazione, infatti, è stata così potente da far collassare quasi interamente l’edificio su se stesso, trasformando quella che era una tranquilla abitazione in un cumulo di macerie. Le forze dell’ordine e i vigili del fuoco sono immediatamente intervenuti sul posto per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area.

Sul luogo dell’incidente sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Orvieto e anche di Città della Pieve. I pompieri hanno lavorato senza sosta per estinguere le fiamme che hanno avvolto anche un’automobile parcheggiata all’esterno dell’abitazione. Le operazioni di messa in sicurezza dell’area sono ancora in corso, mentre le autorità stanno conducendo ulteriori indagini per accertare le cause precise dell’esplosione.

Dopo il bimbo ferito a Ripabianca ancora un’esplosione in Umbria

L’esplosione della palazzina di due piani oggi nei pressi di Orvieto riporta alla mente un’altra deflagrazione che è avvenuta in Umbria negli ultimi mesi. Il 20 aprile 2024 a Ripabianca, vicino Deruta, una fuga di gas aveva coinvolto un casolare causando ustioni a tre membri di una famiglia. Il più grave dei feriti era stato un bambino di sei anni, che aveva subito ustioni significative. Dopo un primo trattamento presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, il piccolo era stato trasferito in ambulanza all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Le sue condizioni risultavano serie.

I genitori del bambino, un uomo di 42 anni e una donna di 36, avevano invece riportato ustioni leggere alle braccia e alle gambe. Entrambi sono stati trattati al pronto soccorso con una prognosi di circa dieci giorni. La famiglia, di origine tunisina, era arrivata in ospedale con la propria auto guidata dal padre. Tempestivo e provvidenziale l’intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri, che si sono portati subito sul luogo dell’esplosione per indagare sulle cause della fuga di gas. Le prime ipotesi suggerivano che poteva trattarsi di un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento del casolare.

L’esplosione ha causato danni significativi agli infissi del casolare di Ripabianca, ma fortunatamente non si sono segnalati altri feriti.

La tragedia di Acilia del 2016, mamma e figlia muoiono sepolte dalle macerie

Una delle esplosioni più sconvolgenti degli ultimi anni è indubbiamente quella avvenuta ad Acilia nel 2016 che lasciò sgomenta la comunità cittadina e italiana tutta. Una fuga di gas distrusse infatti una palazzina in via Giacomo della Marca ad Acilia, provocando la morte di Debora Cardinali, insegnante di 47 anni, e di sua figlia Aurora di 8 anni. L’incidente avvenne alle ore 14.11, quando un’esplosione fece crollare completamente l’edificio, generando sgomento e disperazione nel quartiere.

Venne accertato dagli inquirenti che la deflagrazione fu causata da una bombola di gas da 70 litri, amplificata da una bombola di ossigeno di uno studio medico al piano terra. Il boato fece tremare l’intero quartiere di Acilia, tanto che i testimoni inizialmente pensarono a una bomba o a un terremoto. Un pensionato di 67 anni, all’epoca dei fatti, raccontò di essere caduto addosso al nipote a causa della potenza dell’esplosione, mentre una parrucchiera della zona descrisse la visione di una grande nuvola di fumo alzarsi verso il cielo.

La deflagrazione provocò il collasso totale della palazzina, lasciando madre e figlia sepolte sotto le macerie. I vigili del fuoco, intervenuti immediatamente, lavorarono senza sosta per ore, sperando di trovare sopravvissuti. Alle 16.45 un vigile del fuoco utilizzò un cane per cercare i superstiti, ma nonostante gli sforzi poco dopo le ore 22.00 i corpi di Debora e Aurora furono trovati senza vita. Lorenzo, l’altro figlio sedicenne della donna, arrivò sul posto poco dopo l’esplosione, trovando la sua casa distrutta e la sua famiglia devastata. Il ragazzo era uscito per comprare il pane. Il padre, Massimo, direttore di un supermercato, si precipitò invece sul luogo dell’incidente sperando fino all’ultimo in un miracolo, dovendo accettare però la tragica realtà.