C’è una deroga, lo annuncia la Regione, nella normativa europea sugli aiuti di Stato per l’energia all’AST e alle altre industrie energivore. La notizia, che potrebbe avere impatti determinanti per la competitività del sito industriale ternano, rischiava di passare sottotraccia. “Affogata” in una risposta immediata dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni al consigliere regionale del M5S Thomas De Luca a Palazzo Cesaroni.

La normativa europea sugli aiuti di Stato, infatti, era stata uno dei freni alla soluzione definitiva del problema dell’approvvigionamento energetico di AST. Fin da quando erano finite le tariffe di favore garantite dall’accordo sulla nazionalizzazione delle centrali idroelettriche costruite dalla Società Terni. L’acciaieria di Terni, quando nel 1962 subì la decisione del governo Fanfani di far confluire tutta la produzione elettrica in ENEL, ottenne infatti sconti tariffari. Dal 2001 al 2010, l’acciaieria dovette affrontare il cosiddetto “decalage”, l’allineamento dei prezzi elettrici a quelli di mercato. Tanto che nel Patto di territorio firmato nel 2005 dalla ThyssenKrupp (proprietaria degli stabilmenti ternani) per la chiusura del Magnetico, il Governo e le istituzioni locali si erano impegnate a garantire la costruzione di una centrale elettrica a servizio di AST. Per consentire un approvvigionamento energetico a costi competitivi oltre il 2010.

Quella centrale non fu mai fatta. I prezzi di favore “risarcitori” per l’acciaieria finirono proprio perché si configuravano come aiuti di Stato. E la situazione è ora diventata incandescente. Con Arvedi che chiede soluzioni di lungo termine per affrontare la disparità di costi rispetto ai competitor europei.

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Nell’interrogazione presentata a Palazzo Cesaroni, De Luca (M5S) chiedeva alla giunta chiarimenti sulle misure urgenti che intende attuare per il sostegno alle industrie energivore. E rilanciava l’idea (che era stata avanzata in campagna elettorale dal sindaco di Terni Bandecchi e dal suo vice Corridore) di creare una società mista pubblico-privata per concorrere alle concessioni che saranno messe a gara nel 2029.

Fioroni ha risposto che “a Terni si gioca una partita dell’Italia e dell’Europa. Il tema energetico si pone fuori dall’Accordo di programma. L’ostacolo più improntate era la deroga dall’UE per gli aiuti di Stato, ed è superato. Avuta questa deroga il problema si pone per un acciaio totalmente decarbonizzato: la sfida è produrre acciaio da fonti rinnovabili“.

Tradotto: utilizzando l’idroelettrico di Galleto e delle altre centrali dell’asta Nera-Velino. Soluzione portata al tavolo regionale dal Comune di Terni attraverso la creazione di una public company. E diventata patrimonio delle istituzioni locali da condividere al tavolo di Roma col Governo. Perché Terni sarebbe l’unica acciaieria collegata ad una vicina grande derivazione.

Il tema si pone per la soluzione di breve termine – ha detto Fioroni con chi fornisce l’energia. Cosa che ha fatto la presidente Tesei in più occasioni. Nessuno ha mai parlato di nucleare per Terni. Serve mettersi al tavolo con ENEL affinché il tema specifico di AST venga considerato come elemento unico per le sue caratteristiche. Derogabile a meccanismi di mercato, perché ora c’è la problematica che riguarda la competitività del sistema siderurgico europeo. L’Italia ha sempre avuto una produzione di acciaio di altissima qualità, ma la politica è stata miope sul versante energetico. La presidente Tesei ha chiesto un incontro a ENEL, con i ministri Urso e Pichetto Fratin per affrontare il tema energetico. L’accordo di programma si potrebbe firmare anche oggi, ma attualmente renderebbe l’acciaio non competitivo”.

De Luca (M5S) scatena la polemica contro l’assessore Fioroni: “Assurdo ciò che ha detto sull’Accordo di programma”

Oggi, rispondendo al question time – attacca il consigliere dei 5 Stelle Thomas De Lucal’assessore regionale Fioroni ha dichiarato che l’accordo di programma con AST non si può firmare finché non si risolve il tema dei costi energetici. Una sciocchezza enorme che dimostra il vuoto pneumatico della politica di centrodestra“.

Secondo il consigliere di opposizione lo Stato italiano e la Regione Umbria non devono sedersi al tavolo con mani giunte e cappello in mano di fronte alle multinazionali.

Ci sono strumenti legislativi concreti previsti dalle leggi regionali ed europee per mettere la Regione in posizione di governare rispetto alle sue risorse naturali. Non chiediamo azioni di rottura, ma di far valere ciò che ci spetta. Il tempo degli annunci è finito, ora servono risposte chiare e azioni immediate“.

Il consigliere pentastellato, che si è detto non soddisfatto della risposta di Fioroni, evidenzia preoccupazione per la posizione assunta dalla giunta regionale.

Ciò che preoccupa maggiormente – concludee De Luca – è quando Fioroni ha affermato che l’accordo di programma non si può firmare finché non si risolve il tema dei costi energetici perché questi non renderebbero competitivo l’acciaio prodotto. Quindi cosa facciamo, aspettiamo il 2029? La situazione si trascina da troppo tempo e rischia di compromettere il futuro produttivo dell’intero polo siderurgico ternano“.